di MOWA
«In certe ore come questa occorre impegnarsi
in una nuova resistenza per contrastare la barbarie:
ognuno deve scegliere la forma della sua resistenza
ma tutti, anche quelli che non entrano nell’agone politico, devono impegnarsi a non acconsentire alla menzogna.» (Padre Enzo Bianchi)
Quanto è vero l’antico motto “l’appetito vien mangiando” specie per indicare “chi più ha e più vuole”. Lo si può utilizzare, in particolar modo, per gli straricchi che han fatto comunella tra loro per ottenere sempre di più come nel caso, ben illustrato, da Franco Fracassi in una delle sue utilissime comparizioni pubbliche. [1]
Una classe sociale di privilegiati massocapitalisti che hanno occupato manu militari le istituzioni con un sistema che lo scrittore Joseph Andras annovera (in un testo per Mediapart) come «la violenza di un potere che “non vale nulla”, ma continua a seguire “la sua ‘via democratica’ contro la democrazia». E, le testimonianze di ciò, sono sotto gli occhi di tutti coloro che seguono la cronaca quotidianamente, in cui si vedono orde di poliziotti mandati, come iene affamate, a scaricare le loro frustrazioni (spesso diventate ideologiche) – contro chi cerca di sollevare le criticità di un paradigma fasullo e che fa acqua da tutte le parti, picchiandole con inaudita brutalità.
Non importa, poi, se, quei servitori dello Stato, hanno ottenuto migliorie (sia economiche che sociali) grazie, proprio, ai padri, madri, nonni e nonne di quelli che manifestano oggi nelle piazze e che, se decidono di scendere nelle strade, è perché non vogliono cadere vittima di un sistema marcio dalle fondamenta perché basato su disparità tali da non avere posto nel pantheon della giustizia.
Quei servitori dello Stato, invece di manganellare brutalmente chi manifesta contro un sistema scriteriato, dovrebbero dare sostegno, solidarietà e una mano di aiuto per cambiare in meglio la società stando dalla parte di chi produce realmente ricchezza e non da quella di chi elogia i ricchi e provoca carestie, impoverendo sempre di più la popolazione.
La “violenza di un potere”, dunque, che si tramuta in sostegno tout court, una adesione piatta (come un lavaggio del cervello) ad un paradigma che crea ingiustificatamente povertà e fame, malattie ed epidemie, guerre e distruzioni sia dell’ambiente che di esseri viventi – umani e no.
Vi sembra normale accettare tali brutali formule?
Se è vero che i manifestanti cercano la costruzione di una vicinanza fisica, emotiva ed empatica tra tutte le persone coinvolte nel paese, per le forze dell’ordine rifiutarsi di obbedire pedissequamente alle indicazioni imposte dall’alto, dallo Stato, non vuol dire, automaticamente, una ribellione ma la messa in discussione del proprio ruolo autoritario come sarebbe auspicato e desiderato da chi vuole un mondo migliore, una revisione di quelle basi costruite sulla menzogna di chi si arricchisce sulle pelle di tutti gli altri e che vuole le persone trasformate in servi invece di cittadini, plebaglia invece di onesti contribuenti del Paese.
Note
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Ringrazio chi ha realizzato il montaggio!#Coso #Giletti #Calciopoli #Salvini #Renzi #AddisAbeba #Calenda #Lapo pic.twitter.com/2VeEutFs4G— Franco Fracassi (@FrancoFracassi1) April 15, 2023
I “nostri valori democratici”.
Quando sei un paese #NATO e #UE?゚ヌᄎcome la #Francia?゚ヌᄋ puoi far tutto ciò a #manifestanti #disarmati. Nessuno criticherà o “difenderà” i “diritti” dei manifestanti.
I tuoi amici #NATO e #UE si gireranno altrove, proprio come fanno con la #Palestina?゚ヌᄌ. https://t.co/yuNprayMml— Cinzia (@CCKKI) April 15, 2023
Foto di MOWA