di MOWA
«Ciò in cui ci si imbatte non è tanto l’indottrinamento, quanto l’incapacità o l’indisponibilità a distinguere tra fatti e opinioni.» (Hannah Arendt – da “La banalità del male”)
La storia biblica si ripete. Caino uccide Abele, di nuovo, per invidia! Inizia, così, una progressiva decadenza e divisione dell’umanità.
Quindi la storia biblica, quella vissuta in terra israelo-palestinese, sembra percorrere un nastro circolare dove, apparentamente, sembra esserci l’illusione di un’evoluzione ma, in realtà, incombe la condanna a commettere, sempre, lo stesso identico errore mitologico del fratricidio. Sarà, probabilmente, la genesi dei nomi (in quanto Caino deriva dal verbo qanah – che significa “acquistare” un figlio – e Abele che vuol dire “vapore, nulla”, stando ad indicare che egli è destinato a morire), come se il cainismo sionista fosse portato a ledere, comunque, il diritto alla vita dei palestinesi (Abele) reprimendo, oggi, addirittura, un intero popolo. [1]
Mitologia a parte e rimanendo nella contemporaneità, ci sarebbe da analizzare, per sommi capi, ciò che ha spinto e spinge a determinati comportamenti oppressivi taluni a danno di altri, tanto da essere inserito, addirittura, nelle scelte delle istituzioni sia nazionali che internazionali, [2] per cercare di capire, poi, come alcune dinamiche culturali influenzino i popoli. Per questo, è d’aiuto uno scritto di Alessandro D’Ovidio, del 19 dicembre 2007, dal titolo “Le radici Americane del razzismo nazista”, in cui rileva:
«…il concetto di una razza padrona nordica, bianca, dai biondi capelli e occhi azzurri non ebbe origine da Hitler. Tale idea nacque negli Stati Uniti e fu coltivata in California alcuni decenni prima dell’avvento al potere di Hitler. Gli eugenetici californiani rivestirono un ruolo importante, sebbene poco conosciuto, nella campagna del movimento eugenetico americano per la pulizia etnica. L’eugenetica fu una pseudoscienza razzista che intendeva sbarazzarsi di tutti gli esseri umani considerati “non idonei” e di preservare solo quelli che si conformavano allo stereotipo nordico.»
Già, qui, si individua il vulnus di quello che sarebbe successo negli anni a venire ma il documento continua:
«Elementi di questa filosofia furono alla base di leggi nazionali, varate in ben 27 Stati, che introducevano la sterilizzazione forzata, la segregazione e restrizioni al matrimonio. La California divenne nel 1909 il terzo stato ad adottare simili leggi. Con il risultato che dottori eugenetici sterilizzarono coattivamente 60.000 americani, mentre ad altre migliaia fu vietato il matrimonio o fu imposto il soggiorno in “colonie”, oltre ad un numero imprecisato che fu vessato con modalità che solo ora stanno venendo alla luce. Quasi la metà delle sterilizzazioni coatte eseguite negli USA prima del II° conflitto mondiale avvennero in California, ed anche nel dopoguerra vi si registrarono un terzo di tutte queste “operazioni chirurgiche”. Come nacque l’eugenetica negli USA? Sir Francis Galton (1822–1911), un lontano cugino del famoso evoluzionista inglese Charles Darwin (1809-1882), teorizzò nel 1863 che se gente di talento si sposasse solo con altre persone di talento si avrebbe come risultato tangibile una migliore progenie. Sul finire del secolo le idee di Galton approdarono negli USA, contemporaneamente alla riscoperta dei principi dell’ereditarietà di Mendel.»
E, ancora:
«I sostenitori americani dell’eugenetica credettero con un fervore quasi religioso che gli stessi concetti mendeliani che determinano il colore e la dimensione dei piselli, del grano e del bestiame governavano anche il carattere sociale ed intellettuale dell’uomo. Le razze superiori che il movimento eugenetico voleva conseguire non erano tuttavia popolate solo da elementi alti, forti e dotati. Gli eugenetici bramavano i tipi nordici, biondi e con gli occhi azzurri. Essi credevano infatti che solo tale gruppo era “idoneo” ad ereditare la Terra.
In seguito il movimento tese ad escludere negri emancipati, italiani, immigrati dall’Europa dell’Est, ispanici, asiatici, gli indiani, gli ebrei, i poveri, gli infermi, e chiunque fosse classificato al di fuori delle linee genetiche tracciate dagli etnologhi americani.»
Inoltre:
«La California era considerata l’epicentro del movimento eugenetico americano. Durante la prima decade del XX° secolo fecero parte degli eugenetici californiani scienziati razzisti quali il Dott. Paul Popenoe, specialista militare in malattie veneree, Paul Gosney, magnate degli agrumi e benefattore, Charles M. Goethe, banchiere di Sacramento, fino a membri del “Consiglio di Stato per la Beneficienza e i Riformatori” e del “Consiglio dei Reggenti dell’Università di California”.
L’eugenetica sarebbe rimasta confinata tra le bizzarre chiacchere da salotto se non fosse stata intensamente finanziata da facoltosi imprenditori filantropi, e precisamente dalla Carnegie Institution, dalla Rockfeller Foundation e dal re delle ferrovie E. H. Harriman. Furono loro a sostenere i più stimati scienziati d’America, riveriti in università prestigiose quali quelle di Stanford, Yale, Harvard e Princeton, accademici che sposarono la teoria della razza simulando e interpretando i dati in funzione degli scopi razzisti dell’eugenetica. Fu David Starr Jordan, presidente della Stanford, a coniare la nozione di “razza e sangue” nella sua missiva razziale del 1902 Sangue di una Nazione, nella quale lo studioso universitario dichiarò che qualità e condizioni quali talento e povertà venivano trasmessi attraverso il sangue. Harriman finanziò enti di beneficienza locali, quali l’Agenzia delle Industrie e Immigrazione di New York, per individuare ebrei, italiani e altri immigrati presenti in New York ed altre città affollate allo scopo di deportarli, confinarli o sterilizzarli.»
Ben più preoccupante, stante il saggio, sono le implicazioni portate da queste culture al punto da individuare quanto successo poi. Ovvero:
«…l’impero di famiglia Harriman è parte integrante della potentissima organizzazione segreta “Skull and Bones” (teschio e tibie), che annovera membri quali il presidente G. W. Bush e controlla il Council on Foreign Relations, universalmente considerato il “governo ombra” degli USA.
La Rockefeller Foundation contribuì finanziariamente al programma eugenetico tedesco, compreso quello sul quale lavorò il famigerato Dott. Josef Mengele prima di andare ad Auschwitz. Come si intendeva attuare la pulizia etnica? Identificando i cosiddetti alberi famigliari “difettosi” e assoggettandoli ad una perenne segregazione e a programmi di sterilizzazione che avrebbero soppresso la loro discendenza. Il piano maestro era quello di liquidare le capacità riproduttive di coloro ritenuti deboli e inferiori – i cosiddetti “non idonei”. Gli eugenetici americani, che reinterpretarono le assunzioni di Galton in chiave repressiva e razzista, speravano così di neutralizzare il 10% della popolazione in un sol colpo, finché nessuno fosse rimasto tranne loro stessi. Il più comune metodo eugenetico suggerito in America fu quello della “camera letale”, o camere a gas pubbliche operate a livello locale. Nel 1918 il Dott. Popenoe fu il coautore di un manuale molto diffuso, Eugenetica Applicata, in cui si sosteneva: “Da un punto di vista storico il primo metodo che si presenta è quello dell’esecuzione… Il suo valore nel mantenere un elevato standard della razza non dovrebbe essere sottovalutato”. Eugenetica Applicata riservò anche un capitolo alla “Selezione Letale”, che assicurava la distruzione dell’individuo tramite condizioni ambientali sfavorevoli, quali il freddo eccessivo, le infezioni batteriche, ecc. Si giunse al punto di sterilizzare alcune donne di Sonoma (California) per via del loro clitoride troppo voluminoso! I fautori dell’eugenetica non ritenevano che la società americana fosse pronta ad implementare una soluzione letale pianificata, ma molti medici e istituzioni di salute mentale praticarono di propria iniziativa soluzioni letali improvvisate. Un istituto di Lincoln, nello stato dell’Illinois, nutrì i pazienti ricoverati con latte di mucche affette da tubercolosi, confidando nella presunta immunità degli individui eugeneticamente più forti. Il risultato fu che a Lincoln il tasso annuale di mortalità raggiunse il 30-40%. Alcuni dottori praticarono l’”eugenocidio” passivo sui neonati, mentre altri, operanti in strutture di igiene mentale, si astennero dal provvedere le cure necessarie.»
Da questo documento si evincono le origini culturali errate sulle responsabilità dello sterminio degli ebrei, ecc.. Infatti, il saggio prosegue:
«Solo quando fu sufficientemente stabilita negli Stati Uniti l’eugenetica venne trapiantata in Germania dagli eugenetici americani, che non lesinarono sforzi nel pubblicare e far circolare tra i funzionari e gli scienziati tedeschi opuscoli che esaltavano le virtù della sterilizzazione. Lo stesso Hitler studiò le leggi dell’eugenetica americana. Tentò anche di legittimare il suo viscerale antisemitismo con concetti medico-scientifici, rivestendolo con la più gradevole parvenza pseudoscientifica dell’eugenetica. Hitler fu così in grado di vantare quell’approccio scientifico che gli permise di reclutare più sostenitori tra i tedeschi moderati. Mentre l’odio razziale scaturiva dalla sua mente, il profilo intellettuale che Hitler adottò nel 1924 fu preparato in America. Durante gli anni ’20 scienziati eugenetici della Carnegie Institution coltivarono profonde relazioni personali e professionali con la loro controparte nazista della Germania. Nel Mein Kampf, pubblicato nel 1924, Hitler citava l’ideologia eugenetica americana, dimostrando una conoscenza approfondita della stessa. “C’è oggi uno stato”, scrisse Hitler, “ove si possono scorgere i tenui inizi di una migliore concezione della cittadinanza. Non è, ovviamente, il nostro modello di Repubblica Tedesca, ma gli Stati Uniti”.
Il progetto di “igiene sociale” esposto nel Mein Kampf si era in effetti ispirato al modello dell’Immigration Restriction Act (1924), che precludeva l’ingresso negli USA a chiunque soffrisse di malattie ereditarie; lo stesso trattamento era riservato agli immigrati provenienti dall’Europa del Sud e dell’Est. Hitler mise orgogliosamente al corrente i suoi camerati di come seguì attentamente il progresso del movimento eugenetico americano. “Ho studiato con grande interesse”, disse a un seguace nazista, “le leggi di diversi stati americani riguardanti la prevenzione della riproduzione di persone la cui progenie sarebbe, con tutta probabilità, di nessun valore, se non nociva alla stirpe umana”.
Hitler giunse sino a scrivere al leader eugenetico Madison Grant una lettera ricolma di ammirazione per il suo libro Il Passaggio della Grande Razza, definito la propria “bibbia”.»
A questo punto sarebbe d’uopo, tirare un profondo respiro per vedere con razionalità quanto sta accadendo nel Mondo negli ultimi anni e dare, quindi, visibilità a quanto illustrato dal saggista che, tra l’altro, conclude con:
«Persino la Corte Suprema degli Stati Uniti ratificò alcuni aspetti dell’eugenetica. Il giudice Oliver Wendell Holmes scrisse nella infame decisione presa dalla Corte Suprema nel 1927: “E’ meglio per tutto il mondo se la società potesse, invece di rimanere in attesa di punire i crimini di progenie degenerata, o lasciarla morire di inedia per la propria imbecillità, prevenire coloro che sono manifestamente inidonei a continuare la loro specie… Tre generazioni di imbecilli sono sufficienti”. Quando in Germania, nel 1934, le sterilizzazioni superarono la quota di 5.000 al mese, il leader eugenetico californiano C. M. Goethe, appena rientrato da quel paese, si vantò con un importante collega in questi termini: “Sarai interessato a sapere che il tuo lavoro ha giocato un ruolo importante nel modellare le opinioni del gruppo di intellettuali che sta dietro Hitler in questo programma epico. Ho percepito ovunque che le loro opinioni sono state notevolmente stimolate dal pensiero americano… Voglio, caro amico, che tu portassi con te questo pensiero per il resto della tua vita: Hai concretamente spinto all’azione un grande governo di 60 milioni di abitanti”. Quello stesso anno, a distanza di dieci dall’emanazione in Virginia dello Sterilization Act, Joseph DeJarnette, sovrintendente del Virginia’s Western State Hospital, osservò sul Richmond Times-Dispatch che “I tedeschi ci stanno battendo al nostro gioco”. Non si sbagliava affatto!»
Detto ciò, si può affermare che l’utilizzo del razzismo, l’idea di un popolo eletto, imporre a tutti un modello paradigmatico divisivo del genere umano
sono sovrastrutture ideologiche, strumenti funzionali creati ed imposti da chi si è “accaparrato” il potere sulla pelle degli altri e non lo vuole perdere.
Note
[1]
For 75 years, the Israeli government has illegally occupied Palestinian land and ethnically cleansed their communities.
Now, Gaza is facing genocide with full support from the U.S. and we’re here as Jews to refuse complicity and say never again, for anyone.
End the genocide… pic.twitter.com/SVSfTW5ttz
— Torah Judaism (@TorahJudaism) October 18, 2023
[2]
UN figures say 545 children were killed in 500 days of War in Ukraine – It is estimated that a 1000 children have been killed in #Gaza in 10 days by the Apartheid State of #Israel – And #EU Leaders went to Israel to give support to Israeli War Crimes against the #Palestinians..?? pic.twitter.com/Tw1UqVQaub
— Mick Wallace (@wallacemick) October 17, 2023