di MOWA
«Quando mancasse il consenso, c’è la forza.» (Benito Mussolini)
La possibilità che i cittadini di questo Paese possano dissentire dalle linee guida dell’Esecutivo fa tanto rabbrividire il Governo meloniano al punto di avviare una nuova stagione propagandistica per mantenere saldo il comando: quella della comunicazione unidirezionale alto-basso tramite i social.
Una pratica, a dire il vero, quella di creare un monopolio informativo, non tanto originale visto che, gia agli inizi del secolo scorso (1927), qualcuno utilizzava le tecnologie del periodo, come la radio, i settimanali “Giornale Luce” dell’ente parastatale L.U.C.E., per amplificare unidirezionalmente la propaganda e la cultura del regime. Quindi, la matrice ideologica di questo Governo ha origini molto lontane benché, lo stesso, fatichi ad ammetterlo pubblicamente.
La cosa vergognosa è che le parole di allarme lanciate a suo tempo da Michela Murgia e rivolte a quei benpensanti che ripetevano ossessivamente dell’impossibilità del ritorno di un rigurgito reazionario sono rimaste inascoltate: «Vi aspettate che il fascismo bussi alla porta con la camicia nera? Non è così».
E, infatti, da qualche decennio sono considerevolmente cresciute le manifestazioni pubbliche di soggetti che, sfacciatamente, esaltano sia il fascismo che il nazismo [1] [2] senza che vi sia una sollevazione popolare adeguata a ripristinare quell’ordine costituzionale così faticosamente conquistato. Anzi, si moltiplicano gli episodi di intolleranza poliziesca verso emergenti embrioni di critica alle scelte dell’attuale Governo sia per le politiche nazionali che internazionali. L’attuale Governo, come un buon esecutore del reale potere, con azioni ad hoc, sta riuscendo a mettere la mordacchia alla Magistratura per renderla domabile e farle perdere quell’autonomia, essenziale per il lavoro dei magistrati, sino ad arrivare al punto di scompaginare gli equilibri della sua stessa struttura, come voleva, d’altronde, anche, la P2 o i Berlusconi di turno.
Un Governo, quello meloniano, che usa mezzucci di bassa lega per distogliere l’attenzione pubblica del paese dai suoi fallimenti politici ed economici, [3] dimostrando, quindi, quella propensione a somigliare sempre più a quello che aveva potere nel “Ventennio” e che proiettava tutto su se stesso, il resto viveva di luce riflessa. E, infatti, è emblematica la battuta della “signora” Meloni (e il suo narcisismo) sulla scelta di modificare la Costituzione introducendo il premierato, esternazione, poi corretta, per non incorrere nella fine di Renzi, “O, la va! O, la spacca!”…
Oppure, l’attacco, in una occasione pubblica, al Presidente della Regione Campania, De Luca, [4] che evidenzia il non digerire chi è in grado di offuscare la sua natura egocentrica.
Diventa d’obbligo, visto che si è nel centenario della morte di Matteotti, ricordare che, prima di essere rapito e ucciso, aveva denunciato, con un discorso al Parlamento, la truffa elettorale [5] e i metodi fascisti di Benito Mussolini. Forse, oggi, che si è a ridosso delle elezioni europe, sarebbe il caso di prendere come monito quelle parole ed essere più allarmati del solito impegnandoci a difendere quella Costituzione e quello Stato costati grandi sacrifici.
NOTE:
[1] Universo neofascista in Italia: una mappa https://www.vanityfair.it/article/universo-neofascista-in-italia-una-mappa
[2]
Milano 2024, la vergogna dell’Italia
in Europa.Ne #ilritornodellabestia
racconto come e perchè tornano fantasmi del passato e il peggio del
Paese. pic.twitter.com/mXE8focnqz—
Paolo Berizzi (@PBerizzi) April
30, 2024
[3]
Smontata con i dati (VERI) la propaganda di Giorgia Meloni (detta Giorgia)
Rtwittare a nastro, grazie! pic.twitter.com/IcaL2CAD5h
— Massimo (@Misurelli77) May 28, 2024
[4]
Io al posto di De Luca (che è stato troppo Signore) pic.twitter.com/Qu2XLhWKhK
— Massimo (@Misurelli77) May 28, 2024