di Alberto Battaglia
La crisi di Deutsche Bank, il principale istituto di credito tedesco, difficilmente potrà evitare l’approdo ad un aumento di capitale che diluirà i titoli in mano agli azionisti: a sbilanciarsi in questo netto giudizio è James Chappell, analista presso la banca tedesca Berenberg. “Di fronte a un mercato del credito illiquido, che limita l’abilita di Deutsche Bank (Dbk) di abbassare il leverage, e con una redditività di fondo ridotta è difficile vedere come Dbk possa fuggire da questo circolo vizioso senza che venga prezzato nuovamente il rischio”, scrive Beremberg, che opta per il downgrade valutando il titolo ‘sell’ con target price a 9 euro e che parla di una condizione caratterizzata da debiti “insormontabili”.
La banca tedesca sta decisamente attraversando un periodo difficile: gli ultimi risultati trimestrali hanno mostrato una contrazione degli utili del 58%, mentre i ricavi sono scesi del 22%; già il risultato relativo al 2015 aveva mostrato il primo rosso dal 2008, con una perdita netta di 6,8 miliardi di euro.
Ancora una volta sono i risultati della divisione investment banking a preoccupare. “La difficoltà nell’analizzare le investment bank da fuori è che è difficile stabilire la redditività di fondo”, scrive Chappell, “In un settore in declino strutturale, la gestione dell’investment banking affronta sfide simili. Ogni trimestre debole viene salutato con la scusa che sarebbe potuto essere migliore se non fosse stato per il tipo sbagliato di volatilità, per l’incertezza dei clienti o per l’intervento della banca centrale”.
Per l’analista di Beremberg la redditività dell’investment bank è “nella migliore delle ipotesi” pari a un Roe intorno al 5%. Nel valutare il prezzo obiettivo per il titolo Deutsche Bank lo scenario più benigno implica un target a 15 euro, ma, “considerando che il ritorno a condizioni normali per la banca è improbabile”, Chappell opta per la valutazione a 9 euro.
17 maggio 2016