“Un mondo di pace è possibile”
Il Sesto Seminario Internazionale per la Pace e l’Abolizione delle Basi Militari Straniere si è svolto a Guantanamo, Cuba, dal 4 al 6 maggio 2019, con un totale di 90 partecipanti stranieri provenienti da 35 paesi, tra cui i dirigenti del Consiglio Mondiale delle Pace (CMP) e delle organizzazioni che ne fanno parte, nonché personalità, combattenti per la pace, pacifisti e amici sostenitori da Cuba, Antigua e Barbuda, Brasile, Botswana, Canada, Cile, Colombia, Congo, Dominica, Egitto, Stati Uniti, Spagna, Francia, Germania, Grecia, Guiana, Honduras, Iran, Italia, Inghilterra, Comore, Giamaica, Giappone, Nicaragua, Portogallo, Porto Rico, Palestina, Paraguay, Perù, Repubblica Democratica Saharawi, Repubblica Dominicana , Russia, Siria, Tanzania, Venezuela e Zambia.
Il Seminario, organizzato dal Movimento Cubano per la Pace e la Sovranità dei popoli (MOVPAZ), sotto gli auspici del Consiglio Mondiale della Pace (CMP), ha anche contato sul contributo decisivo dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP) e dell’Organizzazione della Solidarietà dei Popoli di Asia, Arica e America Latina (OSPAAAL), la co-sponsorizzazione del Martin Luther King Jr. Center e del Comitato Internazionale per la Pace, la Giustizia e la Dignità per i Popoli.
L’evento si è sviluppato nel contesto di una situazione internazionale sempre più complessa caratterizzata dalla crescente aggressività e da interferenze di ogni tipo da parte dell’imperialismo USA, dell’Unione Europea e della NATO (Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico), nei loro sforzi per imporre i loro dettami egemonici a scapito della libertà, dell’indipendenza e della sovranità dei popoli del mondo.
Nel perseguire scopi così terribili, l’espansione, il rafforzamento e la modernizzazione delle basi militari straniere e delle strutture aggressive di natura simile rappresentano una componente fondamentale, poiché sono strumenti di intervento diretto e indiretto negli affari interni dei paesi in cui sono dislocati, nonché di minaccia permanente contro le nazioni circostanti.
Gli Stati Uniti continuano ad essere la nazione con il maggior numero di basi sul globo e, con i loro alleati NATO, contano sul più grande arsenale nucleare e il maggior numero di forze militari convenzionali della storia dell’umanità.
L’imperialismo continua a scatenare guerre e conflitti bellici di diversa intensità in varie parti del mondo, mentre aumenta le polemiche, le tensioni, il blocco genocida e la “diplomazia delle sanzioni” contro paesi che considera oppositori, come Russia, Cina, Iran, Corea del Nord e, in America Latina, la Repubblica di Bolivariana del Venezuela, Nicaragua e Cuba.
Promuove scenari di instabilità politica e sociale nel Medio Oriente con il suo sostegno illimitato a Israele contro la causa del popolo palestinese, così come in Africa, dove ondate migratorie sproporzionate e disorganizzate continuano a fluire verso i paesi europei, con un saldo enorme di morti e scomparsi.
Il governo del Presidente Trump, in continuità con i precedenti governi statunitensi, esaspera le posizioni più conservatrici e conflittuali nella politica estera che caratterizzano il suo attuale mandato, il che aumenta la possibilità di ulteriori e maggiori conflitti su scala planetaria.
L’obiettivo principale della rivitalizzazione della Dottrina Monroe quale essenza della politica statunitense per l’America Latina e i Caraibi è quello di ricostruire la sua rete di dominio, concentrando l’attenzione sui governi progressisti, popolari e democratici di Cuba, Venezuela, Bolivia e Nicaragua, e con ciò di colpire duramente il processo di integrazione solidale e sovrana, intrapreso 20 anni fa e che oggi è minacciato.
A tal fine, l’impero e i suoi tirapiedi delle oligarchie e intrallazzatori sviluppano una guerra di quarta generazione combinata grossolanamente con il ricatto economico, con forti campagne mediatiche per screditare i leader e le forze politiche progressiste con l’uso di notizie false (fake news).
Questa realtà che ora si manifesta in diverse nazioni della regione rappresenta una seria minaccia alla pace e alla stabilità politica e sociale su scala regionale; in tali circostanze ha oggi ancor maggior significato la proclamazione dell’America Latina e dei Caraibi come zona di pace, approvata dal secondo vertice della Comunità degli Stati dell’America latina e dei Caraibi (CELAC), tenutasi a l’Avana nel gennaio 2014,
In considerazione di quanto sopra questo Sesto Seminario Internazionale invita tutte le forze pacifiste e progressiste a moltiplicare le azioni e le iniziative contro l’imperialismo e le sue politiche bellicose e di interferenza, che continuano a mettere in grave pericolo i destini e il futuro dell’intera umanità.
In questo contesto e in linea con quanto concordato durante la Riunione Regionale del CMP, i partecipanti al Seminario confermano il loro più energico sostegno alla Campagna Globale contro basi militari straniere degli Stati Uniti e della NATO e si impegnano a moltiplicare le azioni a sostegno delle iniziative per il 23 febbraio, la data in cui gli Stati Uniti hanno imposto la prima base a Cuba, dichiarata Giornata Mondiale contro le Basi Militari Straniere.
Per questa ragione le forze della pace riunite a Guantánamo si impegnano a:
– Moltiplicare le denunce contro l’aggressione e l’interferenza economica, politica e militare dell’imperialismo USA, dell’Unione Europea e della NATO.
– Continuare a mettere in guardia i popoli del mondo sui pericoli di una conflagrazione nucleare globale di conseguenze incalcolabili per l’umanità, chiedendo loro di mobilitarsi in modo permanente.
– Rinnovare la richiesta di liquidare le basi straniere, le installazioni e le enclavi militari e del ritiro immediato delle truppe straniere che occupano i paesi in cui sono schierate.
– Continuare a richiedere agli Stati Uniti di restituire a Cuba e al suo popolo il territorio illegalmente occupato dalla base navale di Guantánamo e a esigere la fine del blocco criminale e genocida nelle sue forme economiche, commerciali e finanziarie, rifiutando categoricamente l’applicazione del titolo III della legge Helms-Burton, che si propone di soffocare l’eroico popolo cubano.
– Chiedere la chiusura delle basi militari degli Stati Uniti nel libero e indipendente territorio della Siria.
– Garantire un’ampia diffusione del contenuto del Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, data la sua rilevanza e validità nell’attuale contesto politico regionale.
– Rafforzare la lotta contro il terrorismo in qualsiasi forma e continuare a denunciare il legame di questo flagello con l’imperialismo.
– Intensificare la denuncia di azioni contro l’ambiente e la salute delle popolazioni nelle regioni in cui sono inserite basi militari straniere.
– Continuare ad esprimere la più ampia solidarietà con paesi e popoli sotto occupazione e dominio coloniale nei Caraibi, in Sud America, in Africa e nel Medio Oriente, dove c’è una presenza militare straniera, come a Porto Rico, nelle Isole Malvine, in Georgia del Sud e Isole Sandwich e in Palestina.
– Continuare ed allargare la denuncia delle azioni interventiste dell’imperialismo statunitense, dell’Unione Europea e dell’oligarchia controrivoluzionaria in Venezuela, miranti a bloccare e distruggere il processo bolivariano, che rappresentano anche una chiara minaccia alla pace nella regione.
– Condannare qualsiasi tentativo di aggressione militare contro il Venezuela, partecipando a una campagna attiva per denunciare il blocco criminale contro questo paese.
– Denunciare anche le azioni imperiali contro il Nicaragua e rafforzare la solidarietà con il suo popolo.
– Sostenere la campagna internazionale Lula Livre e portare avanti azioni nazionali e internazionali per denunciare la grande ingiustizia commessa con la sua incarcerazione, evidenziando i risultati raggiunti dal Brasile durante la sua presidenza.
I partecipanti al Sesto Seminario Internazionale per la Pace e l’Abolizione delle Basi Militari Straniere hanno convenuto di trasmettere un saluto e un riconoscimento fraterni al popolo di Guantánamo e alle sue autorità per l’accoglienza calorosa e per avere facilitato la positiva conclusione dell’evento e hanno anche esteso la loro solidarietà al popolo cubano, che sta facendo grandi sforzi per conquistare una società socialista più giusta, prospera, democratica e sostenibile, rendendo omaggio alla memoria del capo indiscusso della Rivoluzione Cubana, il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz.
Guantanamo, Cuba
21 Giugno 2019
Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it