Foto di R.S.
Il 13 settembre scorso diversi lavoratori della DIELLE hanno manifestato fuori Palazzo di Giustizia a Milano perché alcuni loro compagni di lavoro erano stati accusati di “resistenza a Pubblico Ufficiale”.
In realtà, sembra, che uno sia stato, addirittura, messo agli arresti domiciliari (dopo essere stato fermato) solo perché stava filmando quanto accadedeva in uno dei presidi-manifestazioni fuori dall’azienda.
Ci piacerebbe sapere se durante il fermo (confermato poi in arresto) gli agenti operanti abbiano avvisato il lavoratore dei suoi diritti e previsti dal Codice di Procedura Penale, ovvero di essere assistito da un suo legale o se, invece, vi sia stata negligenza procedurale da parte delle forze dell’ordine… Perché se così fosse potrebbe trattarsi di abuso da parte dei Carabinieri.
L’altra cosa che lascia “l’amaro in bocca” da parte delle organizzazioni sindacali sia la totale ed incredibile insensibilità su questi lavoratori che hanno “preteso” sicurezza nei luoghi di lavoro e trattamento più umano… cose, tra l’altro, che rientrano nei “banali” problemi che hanno il nome di difesa dei diritti.
Si conferma anche in quest’occasione che la discriminante non sia il colore della pelle o la religione professata ma quella di classe tra oppressi ed oppressori (poveri e ricchi).
MOWA