Foto: Il finanziere ungherese George Soros. (© BRYAN BEDDER / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP)
Mentre monta l’isteria «fake news» e la polemica tra Mosca e Washington, Facebook ha annunciato un sistema di fact checking. Tra i cui finanziatori, comparirebbe nientemeno che George Soros
Giulia Pozzi
WASHINGTON – Mentre monta l’allarme «fake news» di pari passo con l’aumento della tensione tra Washington e Mosca – accusata, quest’ultima, di disinformazione, propaganda e attacchi hacker per favorire la vittoria di Donald Trump alle presidenziali americane -, addirittura Facebook decide di prendere provvedimenti. E lo fa annunciando nuovi strumenti per «la verifica delle notizie». Pare che il celebre social network lavorerà con siti come Snopes, Abc News, Associated Press, FactCheck.org, Politifact per verificare l’autenticità delle notizie considerate sospette.
Come funzionerà il fact checking di Facebook
L’annuncio lo ha dato Adam Mosseri, vice presidente di Facebook a capo della divisione News Feed. «Dare voce alle persone è una cosa in cui crediamo e non possiamo diventare arbitri della verità», assicura sul suo blog. Il social, insomma, promette cautela e prudenza. Nessun «ministero della Verità» verrà attuato sul web, insomma. Nessuna censura, oltretutto; solo segnalazioni: perché i pezzi individuati come poco credibili rimarranno online e condivisibili; semplicemente saranno segnalati da un link che condurrà ad un articolo preposto a illustrare le incongruenze. In particolare, i contenuti sospetti saranno di volta in volta inviati alle organizzazioni di «fact-checking» che, secondo metodi e criteri definiti dall’International Fact-Checking Network di Poynter, valuteranno come classificare le notizie
Tra i finanziatori di Poynter… Soros
Nonostante le rassicurazioni di Facebook e il suo impegno ad usare la massima cautela, è chiaro che la questione rimane controversa. Anche perchè a completare il quadro ci ha pensato un articolo del Daily Mail, rivelando che, tra i finanziatori di questo progetto di fact checking, spunterebbe nientemeno che l’86enne finanziare ungherese George Soros. La sua Open Society sarebbe infatti compresa nella lista di organizzazioni che supportano e finanziano il Poynter Institute.
Oltre a Soros
Soros, notoriamente un sostenitore dei democratici, fu in prima linea nel tentare di bloccare l’elezione di George Bush nel 2004, e ha lautamente finanziato Hillary Clinton in questa tornata elettorale con un generoso assegno da 25 milioni di dollari. Ma l’ungherese è in buona compagnia: perché, secondo la testata britannica, tra gli altri finanziatori di Poynter ci sarebbe anche Pierre Omidyar, fondatore di eBay, che avrebbe irrorato i Clinton e la loro fondazione con ben 30 milioni di dollari.
Sarà un fact checking imparziale?
A gettare un’ombra sull’imparzialità della delicata operazione promessa da Facebook, dunque, il fatto che a finanziarla risultino dei sostenitori della Clinton. Soros in primis, che sarebbe stato tra l’altro l’organizzatore delle manifestazioni andate in scena contro Trump poco dopo la sua elezione. E la cui fama da «burattinaio dell’ordine mondiale” lo precede.
19/12/2016