Laura Tussi
Nella mia attività di insegnante, i valori relativi alla cittadinanza attiva, alla memoria storica, alla solidarietà, alla pace e alla nonviolenza hanno sempre avuto un posto di rilievo.
Avendo insegnato in scuole di realtà sociali differenti, ho sempre sentito la necessità di adattare e attribuire tali valori al contesto circostante e l’ho sempre fatto attraverso lo sviluppo di una certa pratica nello scrivere testi per le schede di lavoro e le prove di valutazione e per laboratori di didattica autobiografica e pedagogia interpersonale, finalizzati a imparare a gestire stati d’animo, sentimenti, emozioni.
Così mi è venuta l’idea di scrivere tali testi, incentrandomi su valori come la solidarietà, l’uguaglianza, la pace, la multiculturalità, la cittadinanza attiva, l’educazione civica, l’ambiente e sui problemi come il bullismo e le sue risoluzioni come la nonviolenza. Questa strategia mi ha permesso di introdurre nell’attività scolastica situazioni che hanno a che fare con gli argomenti sopracitati e su cui sento l’esigenza di agire, sempre con i miei scritti, i libri, le loro presentazioni in pubblico e tramite il mio attivismo, ancora attuali. In tal modo anziché limitarmi a parlare degli studenti agli studenti di un tema o a proporre una discussione di gruppo, sollecitavo gli studenti a trattare questi temi con particolare attenzione, attraverso l’esplorazione di tutti i miei testi a livello di comprensione e di interpretazione.
Scelgo un tema affine alle realtà della classe.
Invento una storia simile a qualche caso verificatosi e sul quale si doveva ancora lavorare. Il testo viene letto, elaborato in termini di interpretazione e comprensione e alla fine chiedo ai ragazzi se ritengono che l’argomento trattato possa essere posto in relazione con l’esperienza da essi vissuta o conosciuta direttamente. E durante tale discussione parliamo dei valori, degli atteggiamenti, dei comportamenti e delle competenze implicate. Attraverso i miei testi, elaboro situazioni specifiche per la classe. Se intendo contrastare episodi di violenza che si verificavano a scuola e in classe, la mancanza di rispetto e di solidarietà o affrontare il tema della difesa dell’ecosistema e della tutela dell’ambiente, elaboro un testo in relazione con l’evento in discussione, in modo da trattare direttamente il tema in questione. Nella mia esperienza non ho visto utilizzare tale metodo e neppure ne ho letto in alcun libro: la gran parte degli insegnanti non produce testi propri, mentre ciò permette che gli studenti stessi possano essere i protagonisti della storia che è dunque in diretta relazione con le loro esperienze e realtà.
I temi trattati in classe attraverso questo metodo hanno al centro gli stessi valori e ideali su cui si basa l’educazione per la cittadinanza attiva e globale.
Credo convintamente in una scuola che promuova la solidarietà, la pace, il riconoscimento dell’altro, la giustizia, l’uguaglianza, la difesa dell’ambiente e degli ecosistemi, la corresponsabilità e il rispetto per i diritti umani individuali e collettivi, e che si impegni per la realizzazione di una società più equa, giusta, libera, vera e solidale. In tale direzione ostinata e contraria mi impegno quotidianamente.
Certo questa pratica non produce risultati immediati e non è possibile sottoporre agli alunni un test di valutazione per riportare i risultati.
Questi risultati, quando si realizzano, si manifestano poco a poco, soprattutto, in particolare come il modo di vivere, comportarsi e di esprimersi dei soggetti coinvolti.
In ogni caso con questo metodo gli studenti iniziano a dimostrarsi più partecipativi, fiduciosi e consapevoli nella discussione degli argomenti trattati.
Il feedback ricevuto dai genitori risulta piuttosto positivo rispetto al messaggio di alcuni dei testi prodotti.
Non esistono forme miracolose di elaborazione né una pratica perfetta. Ogni insegnante e educatore che voglia sviluppare un’esperienza nel senso di un’applicazione dei principi dell’educazione alla cittadinanza attiva e globale nella sua attività didattica, dovrebbe avere coscienza del fatto che realizzarla è possibile e che questa può incidere sulla vita quotidiana del gruppo classe. Ma deve essere fedele alla realtà di chi vi partecipa. Questo metodo di lavoro è un’esperienza fantastica e stimolante e gratificante a livello personale. Il fatto di poter elaborare un prodotto originale e soprattutto ottenere un risultato tanto evidente dopo la sua attuazione, mi fa credere che sono proiettata nella direzione giusta: in direzione ostinata e contraria.
20 settembre 2020