Il presidente della Turchia Erdoğan, fresco di rielezione, al telefono sia con Zelensky, sia con Putin sul il crollo della paratoia dell’invaso idrico di Kakhovka sul fiume Dnepr e il disastro ambientale e umanitario che ne è seguito. Erdoğan ha proposto di istituire una commissione internazionale delle Nazioni Unite per ricostruire i fatti, le responsabilità e ricercare soluzioni.
Ankara come mediatore imparziale tra le parti belligeranti, modello accordi per il ‘corridoio del grano’ nel Mar Nero.
Nel frattempo prende quota la teoria del crollo strutturale della diga dovuto a incuria, manutenzione ordinaria/straordinaria assente e danni pregressi alla paratoia.
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Mine, petrolio, diga è una bomba ecologica
L’acqua sale a Kherson, la stima di 40 mila civili a rischio è già stata superata, e, ironia della sorte, i residenti dell’area presto rimarranno senza acqua potabile. La cronaca di Sabato Angieri su un dramma la cui portata –oltre alla cause-, è ancora tutta da valutare. Una delle gravi incognite sollevate dal collasso di una parte della diga: oltre a 450 tonnellate di olio per motori e diversi tipi di altri rifiuti raccolti dalle rive, e trascinati dall’onda d’acqua verso il mar Nero.
Veleni e mine
Trascinate dall’ondata d’acqua liberata e devastante anche la mine sparse sui fronti di Kherson. Il governatore filo-russo della regione di Kherson occupata, Vladimir Saldo conferma che «parte dei campi minati sono stati allagati, ma i militari sanno dove si trovano». Una rassicurazione poco credibile. Il calcolo degli strateghi a tavolino dice che l’indebolimento della diga avrebbe dato qualche vantaggio strategico o operativo alle forze armate ucraine. Ma ora -ammettono i militari delle due parti-, è diventato impossibile attraversare il bacino idrico di Kakhovka.
Inondazione a vantaggio di chi?
Per chi insiste sull’azione umana, con cariche esplosive a provocare il crollo, ragiona sulla annunciata controffensiva ucraina da favorire o da sfrenare. E sulla base di opinabili ragionamenti tattici, individua un probabile colpevole diverso. Allargando lo spazio tra le due sponde del fiume nei pressi di Kherson, quindi allontanando uomini, mezzi e artiglieria russa di almeno 10 km, le forze ucraine avranno la possibilità di dislocare molti uomini su altri fronti in quanto la difesa sarà più agevole.
I responsabili ideologici
I paesi occidentali, Usa in testa, si sono sempre più orientati verso la colpevolezza della Russia. Per loro l’esplosione (non il cedimento strutturale denunciato dalla Turchia), richiedeva il controllo della diga in mano russa. E poi Mosca voleva bloccare la controffensiva ucraina sul nascere. Ma oltre le affermazioni di schieramento, immagini aeree scattate i primi giorni di giugno mostrano evidenti danni all’infrastruttura idrica, probabile causa del collasso nella notte del 5-6 giugno.
Vecchia diga sovietica trascurata
Incerte da tempo le condizioni della vecchia diga sovietica, costruita negli anni Cinquanta. Di più: il sensibile accrescimento nei giorni precedenti del livello delle acque (e del peso) nell’invaso idrico – dovuto all’apertura delle chiuse nella diga più a monte in mano ucraina – potrebbero aver agevolato il fatale deterioramento. Ecco perché la retorica del ‘crimine contro l’umanità’ (o del crimine di guerra) sta rapidamente scemando, come segnala Mirko Mussetti su Limes.
Controffensiva in corso?
Kiev avanza coi tank Leopard a sud: è cominciata la controffensiva ucraina? I dubbi di chi osserva con più attenzione i fatti militari. Fonti russe propongono le immagini di 2 carri armati Leopard e veicoli corazzati americani M113 sotto il fuoco dell’artiglieria russa. Gli scontri sembrano essere cominciati lunedì ma non è chiaro se si sia trattato di un attacco di alleggerimento o di un’azione più in forze. Difficile capire se stiamo assistendo alla tanto propagandata nuova controffensiva ucraina, scrive Paolo Mauri su InsideOver.
Lettura alternativa degli stessi fatti
Secondo gli specialisti di cose militari, quanto accaduto alla diga di Nova Khakovka, può venir letto in maniera opposta: la distruzione finale dello sbarramento, già danneggiato nel corso del conflitto, un possibile diversivo ucraino sulle linee russe già deboli in quel settore, e favorire l’avanzata verso sud nella regione di Zaporizhzhia. Ribaltando il ragionamento, gli ucraini potrebbero aver deciso di attaccare proprio per via della distruzione della diga da parte russa per aumentare la larghezza di quella barriera geografica.
8 Giugno 2023