di Alessandra Caparello
ROMA (WSI) – Sale nel mese di settembre il tasso di disoccupazione all’11,7% e l’occupazione non riesce a decollare. A renderlo noto oggi un report dell’Istat che parla di una crescita dei disoccupati in Italia di 60mila unità, che significa un balzo del 2% dopo i cali di luglio ed agosto, rispettivamente dell’1,1% e dello 0,1%.
In calo la stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,9%, pari a -127 mila) sia per le donne che per gli uomini e coinvolge tutte le classi di età. Il tasso di inattività scende al 34,8%, in calo di 0,3 punti percentuali. Scende anche il tasso di disoccupazione dei 15-24enni al 37,1%, in calo di 1,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
“Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perchè impegnati negli studi”.
La “cura” Renzi non c’è stata quindi. Ma la beffa arriva con un’altra notizia. Ieri il presidente della Commissione bilancio, Francesco Boccia ha stralciato ventotto provvedimenti tra articoli e commi della manovra di bilancio 2017, cosiddette vere e proprie mance elettorali , dallo sci all’Imu, alle assunzioni all’Anas ai versamenti delle banche al Fondo di risoluzione per il salvataggio dei quattro istituti di credito in bancarotta, inserite dal governo come scrive Il Giornale:
“Sono saltati i 97 milioni per l’organizzazione della Ryder Cup 2022 di golf a Guidonia, in provincia di Roma, e i 20 milioni annui per il Campionato mondiale di sci alpino a Cortina nel 2021. Eliminati per ora anche i contributi di 15 milioni per il 2017 e di 20 milioni per il 2018 per la realizzazione di un centro dati nell’area della Manifattura Tabacchi di Bologna. Nemmeno il Comune di Lecce avrà soddisfazione: la legge di Bilancio prevedeva l’assegnazione di 8,5 milioni l’anno prossimo in esecuzione di una sentenza del Consiglio di Stato del 2015 che imponeva un «risarcimento» per la sottostima della compartecipazione al gettito Imu. Sul fronte organizzativo sono state eliminate per adesso le norme che sbloccavano le assunzioni all’Anas e soprattutto l’allungamento dei tempi per la restituzione del prestito ponte da 300 milioni concesso all’Ilva. Stralciata, infine, la norma che dilazionava i versamenti delle banche al Fondo di risoluzione per il salvataggio dei quattro istituti risolti l’anno scorso tra cui anche la «boschiana» Banca Etruria. Un’agevolazione che avrebbe consentito di evitare ulteriori impatti disastrosi sui bilanci considerato che dalla vendita, ulteriormente posticipata, non si recupereranno i 3,7 miliardi già spesi”.
3 novembre 2016