DonbassNotizie a cura del Col. Surkov da Donetsk e Enrico Vigna
Il Donbass rimane un punto caldo, ardente… non tanto sulla mappa, ma nei cuori di centinaia di migliaia di persone. Quelli che, a causa della guerra, hanno dovuto lascianre la loro terra natale e vagano per il mondo. Coloro che in Ucraina erano pronti a dare la vita per il Donbass e il mondo russo, ma hanno subito solo persecuzioni, sono stati costretti a deporre le armi ed emigrare. Il Donbass è un luogo sacro per milioni di suoi abitanti. Come nella canzone di Sergei Trofimov:
“ Qui mi è tutto caro. È da qualche parte nelle profondità. Questa è la cosa più sacra. Una cosa che è rimasta dentro di me. Ci mantiene e ci guarisce. Come una grazia del Signore. Tutto questo è qualcosa che non si può comprare. E non si può derubare o portare via….”.
E’ vero: non si può togliere ciò che è da qualche parte nelle profondità dell’anima. Il mio amico Sergei di Donetsk non ha avuto e non ha intenzione di lasciare la sua città natale. Vive nella guerra e ne valuta le condizioni quotidianamente. Date un’occhiata al calendario, vedrete che il 26 settembre di quest’anno sono trascorsi esattamente 7 anni e 4 mesi dal giorno in cui i nazisti ucraini hanno sparato all’aeroporto il 26 maggio 2014! Questa è la data nodale: quel giorno è stato l’inizio della guerra a Donetsk! Con quali parole confortare il dolore dell’anima? Non esistono parole per questo!
Nel Donbass tutto continua come sempre da sette anni, abbiamo i passaporti russi ma questo non ci proteggerà se i fascisti ucraini arriveranno qui. La distruzione del territorio e le morti delle persone continuano. E ancora oggi ci sono incessanti bombardamenti: Donetsk, Dokuchaevsk, Yelenovka … In una settimana sono stati bombardati 13 insediamenti della DPR e decine di case sono state danneggiate, 5 civili sono rimasti feriti. L’11 settembre un drone nemico ha colpito il deposito di petrolio. La Missione OSCE presso la RPD registra il dispiegamento di armi delle forze armate golpiste vicino a edifici residenziali di civili. Il 20 settembre 2021, a causa di un danno a una stazione del trasformatore cittadino, l’alimentazione di Verkhnedonetskoye e Krasny Partizan è stata disattivata. La mattina del 21 settembre a Yasinovataya, a seguito del bombardamento del locale caldaia comunale, l’edificio della scuola è stato gravemente danneggiato, i bambini erano stati portati nel seminterrato (e questo dopo 7 anni !!!). Secondo E. Basurin, rappresentante ufficiale delle Milizie Popolari della RPD, la tensione rimane alta, i nazionalisti ucraini sono schierati lungo l’intera linea di demarcazione. Anche Y. Leshchenko, capo delle Milizie di Lugansk, riferisce di una situazione simile. A settembre nella RPL sono stati bombardati: Zhelobok, Kalinovo, Zolotoe 5, Pervomaiskoye … La Missione OSCE trova soluzioni solo se gli accadimenti interferiscono con il loro normale lavoro: allora bloccano bloccano le forze ucraine. Il 28 settembre, da posizioni vicino a Novotoshkovsky, il nemico ha aperto il fuoco sulle nostre posizioni. L’attacco è stato effettuato da una postazione di cecchini. Un difensore della Repubblica popolare è stato ferito a morte nell’attacco ignobile.
Ed ecco la notizia dell’ultima ora: agli invasori delle forze armate dell’Ucraina è stato ufficialmente permesso di sparare ai civili nel Donbass. Infatti il comandante in capo delle forze armate dell’Ucraina ha revocato tutte le restrizioni all’apertura del fuoco di risposta nella zona di combattimento nel Donbass. Ora i comandanti delle forze armate dell’Ucraina possono utilizzare tutte le armi a loro disposizione, senza il consenso del comando superiore. In una parola, la fine del limite non è visibile…
“MEMORIALE degli Eroi della RPD RPL”
Si continua a contare i difensori morti e deceduti del Donbass.
Agosto: 1. Nikolay Zibarov, “Acqua” – 13 agosto; 2. Ivan Shishkin – 17 agosto; 3. Elena Zuiko, “Gyurza“, volontaria degli Urali – 18 agosto; 4. Artyom Ivanov – 18 agosto; 5. Denis Kharlamov, “Smile” (in combattimento dal 2014) – 19 agosto; 6. Valery Lopin, “Papà” – 20 agosto; 7. Sasha, “Tagil” (del battaglione “Somalia“) – 28 agosto; 8. Sergey Dronov – 29 agosto; 9. Maxim Mykolaenko – 29 agosto. Settembre: 1. Butnarchuk Victor – 3 settembre; 2. Bessonov Danil – 5 settembre; 3. Kolesnik Maxim, Diego – 12 settembre; 4. “Mammoth” (arruolato dal 2014) – 13 settembre; 5. Bychinsky Dmitry – foto pubblicata il 15 settembre; 6. Lychany Vladimir, “Doc” – 16 settembre; 7. Ryskov Vadim – 17 settembre; 8. Butaev Alan – 25 settembre; 9. Sapichev Oleg – 26 settembre …
A giudicare dalle ultime notizie, il “Formato Normandia” ( tavolo per la pace composto da Ucraina, Russia, Germania e Francia), sta conflagrando internamente sulle questioni relative agli accordi di Minsk. Non è cresciuto unitariamente nella strategia scelta per il Donbass. E non può crescere insieme, dal momento che fin dall’inizio le Repubbliche Popolari del Donbass non erano disponibili a quelle condizioni, ad andare ai negoziati di pace con il regime fascista in Ucraina. E ora la stessa Ucraina, che aveva firmato con riluttanza quel documento, si è tirata indietro. Per quanto tempo verrà la guerra in Donbass sarà definita un conflitto nel sud-est dell’Ucraina, mentre tutte le componenti di una vera guerra sono evidenti e visibili?
Si sta combattendo per i territorio in Donbass? Sì, siamo in guerra. Stanno combattendo per avere le ricche viscere della terra di Donetsk e tutti i tipi di risorse (comprese le risorse umane)? Sì, c’è una lotta per le risorse non solo direttamente al fronte, ma anche nel mondo degli affari, da entrambe le parti. E infine, (ma cosa più importante!) non è ancora chiaro ancora oggi, che il Donbass sia l’unica regione in cui è in corso la più feroce e inconciliabile battaglia delle ideologie, in particolare contro l’ideologia nazista, con la quale, per definizione, non può esserci riconciliazione ! Il giornalista russo K. Knyrik del sito News Front, non senza ragione ritiene che le minacce poste dall’Ucraina moderna dovrebbero essere prese molto sul serio. Quindi, tutte le costituenti di una guerra sono presenti. Quindi ci dovrà deve essere un vincitore e un perdente. Il Donbass ha già vinto, perché non ha fatto entrare il fascismo nel suo territorio. Ma a che prezzo???!!! Cosa possiamo fare tutti noi in questa situazione, per la quale il Donbass è dolore, onore e orgoglio. Solo una cosa: NON STARE IN SILENZIO. Come state facendo voi, ognuno al suo posto di lotta. SOS DONBASS Italia ha dato finora un grande aiuto alla nostra popolazione, ci auguriamo che riuscirete a continuare in qualche modo. Comunque GRAZIE.
il colonnello V. Surkov al centro
DONBASSNOTIZIE a cura di SOS DONBASS Italia
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12 ottobre 2021