A cura di Enrico Vigna
A settembre si è svolto a Minsk, il Forum delle donne bielorusse con la presenza di oltre 13000 donne, sotto lo slogan “Donne per la Bielorussia! Pace, stabilità, unità, prosperità per il paese.”
Il 17 settembre 2020 si è tenuto presso l’Arena di Minsk il Forum femminile “Per la Bielorussia!”, che ha riunito migliaia di donne da tutto il paese.
Non rinunceremo alla nostra amata. La Bielorussia!
La Minsk-Arena forse non aveva ancora ospitato tanti sguardi e sorrisi sinceri, e lacrime di gioia, probabilmente mai, nemmeno durante i tornei sportivi mondiali. Il Forum delle donne “Per la Bielorussia”, organizzato dall’Unione delle Donne Bielorusse, con la parola d’ordine:
“Non siamo qui per noi stessi, ma per il bene di tutti i bambini già nati e quelli futuri. PER LA BIELORUSSIA!”
Sul palco sono salite medici, insegnanti, lavoratrici, rappresentanti dei sindacati e delle imprese, coltivatrici, mamme con tanti bambini, soldatesse, atlete, artiste. Nei loro interventi le donne hanno ribadito di sostenere la legalità nel paese, il sistema sociale attuale e la ricerca di miglioramenti e rinnovamenti della società bielorussa, mediante il confronto pacifico tra opinioni differenti.
Il Forum si è aperto dopo molti minuti, in cui le donne hanno ritmicamente scandito: PER TE! PER TE: BIELORUSSIA! “Per la Bielorussia! Per la Bielorussia!”.
Presentando l’evento è stato ribadito che esso era:
“per difendere una nostra scelta, un Presidente da noi votato e prescelto, perché egli incarna il nostro popolo e la nostra Patria, i nostri interessi e le nostra aspirazioni. Noi possiamo come donne, essere un’onda. Se ci costringeranno e se vogliamo noi saremo un’onda…”.
All’Arena di Minsk c’erano tutti i colori del mondo, ma preponderanti erano il rosso e verde sulle bandiere nazionali. Ma insieme ai colori nazionali, c’era anche il bianco e il blu. I simboli
dell’Unione delle Donne Bielorusse, simboli dei colori di un cielo pacifico.
Nell’apertura dell’evento, la presidente dell’Unione delle Donne Bielorusse, Marianna Shchetkina ha osservato che i bielorussi sono un popolo pacifico e laborioso.
“Viviamo su questa che è la nostra terra, le nostre famiglie e i nostri figli vivono qui. In ogni famiglia, anche in quella più grande, che è la nostra società, ci sono situazioni difficili, ma troveremo comunque una soluzione e resteremo sicuramente insieme”, ha detto la Shchetkina.
Parlando al Forum pubblico, la vice ministro della Salute Elena Bogdan, membro del
Presidium dell’UDB, ha sottolineato:
“Questo è bello. Noi donne siamo migliaia, centinaia di migliaia! Ci sono milioni di donne. Milioni di donne bielorusse che non sono indifferenti al destino del nostro paese. Da un quarto di secolo stiamo costruendo, creando il nostro Paese. Un paese sicuro, oggi ci sono le condizioni per lo sviluppo di ciascuna di noi. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è volontà, impegno e duro lavoro “, ha dichiarato.
La Bogdan ha osservato che le donne bielorusse si sono trasformate da angeli del focolare in donne leader nella loro terra.
“Non possiamo tacere, restare indifferenti. Conosciamo il valore della vita. È in nostro potere restituire pace e tranquillità alle nostre famiglie, ordine nelle nostre strade, armonia nei rapporti con gli amici. La cosa più importante è il dialogo e la comprensione reciproca all’interno della nostra società… Noi siamo qui, viviamo qui, questa è la nostra terra, i nostri figli sono qui. Chi se ne è andato ha il diritto di insegnarci a vivere?… Abbiamo abbastanza saggezza e forza per affrontare e risolvere i problemi che abbiamo. Temo che con ciò che stanno facendo, vogliano fomentare la peggiore guerra: la guerra delle convinzioni. Siamo donne, non abbiamo il diritto di tacere. Sono i nostri figli, sono tutti nostri figli, i nostri bambini bielorussi. Essi hanno bisogno di sentire la voce delle madri. È anche in nostro potere restituire pace e serenità alle nostre famiglie, nelle nostre case, nelle nostre strade. Armonia nei rapporti con gli amici e, soprattutto, dialogo e comprensione reciproca nella nostra società, perché siamo donne, siamo bielorusse, la Bielorussia è fatta di noi. E noi siamo per la Bielorussia. Noi donne siamo milioni.”, ha concluso la Bogdan.
Sul palco si sono avvicendate esponenti di decine di realtà e associazioni sociali
Margarita Galinovskaya, un genitore, di professione educatrice in un orfanotrofio di tipo familiare a Zhodino, ha cresciuto e portato 35 bambini senza genitori nell’età adulta: “…Il valore principale sono i bambini. La Bielorussia è al 25° posto su 179 nell’elenco dei paesi più progrediti per la maternità e il migliore tra i paesi della CSI. Questo è totalmente un risultato degli sforzi dello stato, che fornisce supporto completo a famiglie giovani e numerose, che offre molte opportunità per lo sviluppo dei bambini. Sono orgogliosa di essere bielorussa. La risorsa più importante del nostro paese sono, naturalmente le persone: gentili, solidali, laboriose, pacifiche. Ho seguito 35 figli durante il mio lavoro di educatrice e credo che ognuno di loro mi abbia portato via la cosa più importante: l’amore per la Patria. Ora sto crescendo nove figli e li amo con tutto il cuore di una madre. La politica del nostro paese è tale che gli orfani vivono in famiglie, hanno molti benefici, ricevono un’istruzione, inclusa l’istruzione superiore, gli vengono costruiti alloggi, hanno un lavoro garantito … E voglio davvero che la Bielorussia rimanga così: radiosa, pacifica e serena…”.
Anya Kozlova studentessa dell’Università statale di medicina di Vitebsk, esponente della gioventù bielorussa.
Ha detto: “…I giovani sono contro il caos e l’illegalità e sanno compiutamente le opportunità che lo stato offre alle persone intelligenti e laboriose. Mi chiamo Anya e ho 23 anni. Sono stata fortunata: sono cresciuta in una Bielorussia sovrana. Storie orribili sugli scorsi anni, dove c’era fame, banditi che infestavano il paese, code enormi per il cibo, una vita terribile in cui non sai cosa succederà domani, per me e la mia generazione di giovani, fortunatamente, queste sono solo parole di ricordi. Sono entrata in una delle università più prestigiose del nostro paese, tra un anno potrò diplomarmi e andare a curare le persone. Conosco due lingue straniere: inglese e tedesco, potrei andare in un altro paese all’estero, ma non voglio. Poiché sono orgogliosa del mio paese, amo la mia Bielorussia.
Qui c’è tutto per vivere, divertirsi, accrescersi. E dipende da noi cosa rimarrà per i nostri discendenti. Per me la Bielorussia è sempre stata associata all’unità, ma, purtroppo, recentemente qualcuno della nostra gente ha smesso di ascoltarsi. Adesso è molto di moda cantilenare: “Cambiare! Modificare! “. Certamente ogni paese ha bisogno di cambiamenti in meglio, ma bisogna iniziare da noi stessi. Eseguiamo sempre i nostri compiti in modo efficiente? Bielorussi, per favore ponetevi questa domanda più spesso! Perché la risposta è molto importante. Noi siamo fermamente PER LA BIELORUSSIA!”, ha concluso.
La parola è stata presa anche dall’ispettrice, tenente colonnello della polizia di Vitebsk, Margarita Anyukhovskaya:
“…io vengo da una famiglia povera e ricordo bene gli anni ’80 con cose buone e carenze, e gli anni ’90 con fame e pericolosi. Non voglio che si ripetano quegli eventi. I nostri ragazzi si assumono ogni giorno la tutela dell’ordine pubblico, rischiano ogni giorno la loro salute e la loro vita. Vi chiedo un vostro “grazie”, che possa risuonare nel cuore di ciascuno dei nostri ragazzi, è molto, molto importante per noi ora. Non voglio quei “cambiamenti” che mi vengono offerti oggi. Non voglio scritte sui muri: “poliziotti assassini“. Non voglio che i nostri insegnanti e professori siano vittime di bullismo per aver preso parte alla campagna elettorale. Voglio pace, stabilità e tranquillità. E solo insieme, uniti, proteggeremo i nostri figli, le nostre famiglie e il nostro futuro. La polizia è per la Bielorussia, le donne sono per la Bielorussia! L’amato non viene ceduto: l’amato viene protetto e custodito…”.
Anche Yulia Artyukh moglie di un militare è salita sul palco
“Cari amici, oggi sono venuta qui per esprimere la mia posizione civica. Sono una madre di tre figli. La nostra figlia di mezzo soffre di fenilchetonuria e il nostro stato guidato dal presidente, sta facendo di tutto per i bambini come mia figlia. A causa delle specificità della malattia, il 98% dei prodotti del tavolo comune non può essere mangiato per questi bambini. Possono mangiare solo cibi speciali a basso contenuto proteico. E quest’anno, nel nostro caldo agosto, è stato aperto un laboratorio per la produzione di questi prodotti nella città di Maryina Gorka! Chi oggi scende in piazza non pensa a questi bambini, alle persone con disabilità, non pensa a chi è sotto la protezione dello Stato, come le madri sole o con tanti bambini, che ricevono sostegni sociali e finanziari, senza i quali sarebbero ridotti ad esistenze miserabili. I manifestanti di strada vogliono distruggere ciò che è stato creato per decenni dal nostro presidente e da ciascuno di noi. Solo noi, solo uniti possiamo difendere il nostro Presidente e la nostra amata Patria, la Bielorussia! Stanno cercando di spaventarci, perseguitarci, scrivono SMS con minacce, di sequestrarci, vogliono che noi e i nostri figli abbiamo paura di uscire per strada, in modo che un fratello non vada dai suoi fratelli e sorelle. Tutte queste chiamate dall’estero, che vengono effettuate attraverso i canali telematici, portano alla guerra civile. Ma voi ed io siamo pieni di amore per la nostra patria e di determinazione a difenderla. Mio marito è un ufficiale. E come altri ufficiali è pronto a difendere la nostra patria fino alla vittoria. Quando stavo venendo qui, mi ha detto: “Julia, dillo pubblicamente e alle nostre care donne: che non abbiano paura di niente, userò anche le ossa, ma la bandiera bianco rossa bianca dello straniero non si alzerà mai sul nostro Paese, non lo permetteremo”. Alexander Lukaschenko, dacci la tua energia e forza d’animo. Siamo la maggioranza, vinceremo e siamo con te…PER LA BIELORUSSIA!”.
Anche la Chiesa Ortodossa Bielorussa è voluta essere presente, portando la benedizione all’evento dell’Esarca Patriarcale di tutta la Bielorussia, il metropolita Benjamin. Trasmessa alla manifestazione dalla Igumena Gavrila, badessa della Sacra Natività del monastero femminile della Theotokos di Grodno, la quale ha ricordato che la chiesa è apolitica, ma sta sempre con il suo popolo:
“..è necessario dire: pensiamo semplicemente a che tipo di “libertà” tra virgolette e cambiamenti ci chiamano? Vediamo una folla di esaltati, di cui dobbiamo sentirci dispiaciuti per loro, per i quali voglio pregare, e che sotto i suoni frenetici dei clacson delle auto, come negli scenari “rivoluzionari” venezuelani, hanno nelle mani e sulle spalle, e sulla testa, e anche, mi scuso, sul fondo schiena, la bandiera nazionale bianco rossa, sanno cosa rappresenta?”La madre ha anche esortato a non indirizzare maledizioni:”… perché la richiesta “lasciarli morire” si rivolgerà principalmente contro coloro che la pronunciano… Quella libertà che, attraverso il vigliacco web [intendo Internet] Nexta e i suoi curatori chiedono scioperi, violazioni della legge e dell’ordine, insulti e persino linciaggi delle autorità, delle forze dell’ordine, verso i deputati e noi, cittadini rispettosi della legge. Alla stessa libertà, dove, a prima vista, c’è un’astuta, innocua catena di solidarietà di donne con fiori e nastri bianchi, con le mani alzate. Ma le dita incrociate di queste mani, ci ricordano le mani dei capi di tempi distruttivi…Noi siamo per la Bielorussia!”.
Una vera e propria ovazione ha ricevuto la prima vice-rettore dell’Accademia delle Arti bielorussa, Svetlana Vinokurova, che insegna agli studenti corsi di filosofia e ideologia.
“… Una donna potrà un giorno diventare presidente del nostro paese. Sono sicura. Ma vogliamo capire, come è possibile che oggi, una signora la cui prospettiva non va oltre la sua cucina, esce di casa e va via in un paese vicino, ma pur sempre straniero, come può credere sinceramente che lei, come una nuova Cenerentola, sull’onda di una bacchetta magica si ritrova come principessa. Una principessa, che oggi il vice segretario di Stato Usa, viene a trovarla e insieme scendono in strada nel corteo del primo ministro di un paese straniero. Cosa sta succedendo alla nostra gente? Oggi la Tikhanovskaya sta cercando, si potrebbe dire, di superare l’esame da qualche parte nel grado C, leggendo i fogli preparatigli da sconosciuti. Sta cercando di offrirci qualcosa, fingendosi capo di stato. E la seconda signora, la Kolesnikova, a noi nota come Flautista, sta cercando di suonare una sorta di melodia su un flauto straniero, cercando di convincerci che dobbiamo distruggere l’economia, che non dobbiamo pagare le tasse, che possiamo vivere bene … Ma come? Per cosa sono famose queste donne? Per Niente, assolutamente niente. Sappiamo dalla storia che persino Dio ha trascurato Giuda, che ha venduto onore e coscienza per 30 monete d’argento. Il nostro paese non è così. Ne abbiamo passate troppe. Non gli cederemo il paese. Noi siamo e resteremo fermamente PER LA BIELORUSSIA!”, ha concluso.
Hanno preso la parola anche molti atleti, tra cui Anastasia Mironchik-Ivanova e la campionessa del mondo di pentathlon moderno Anastasia Prokopenko. Questo è quello che hanno detto.
Anastasia Prokopenko: “…Non puoi tradire, non puoi firmare appelli contro il tuo paese. Sono grata ai nostri padri e nonni che hanno ricostruito il nostro paese. Sono grata a questa bandiera che hanno scelto. È un simbolo del nostro Paese, un simbolo della nostra forza, un simbolo della nostra vittoria. Contiene tutto! Come tanti altri, probabilmente non avevo approfondito pienamente la storia della nostra bandiera. Il rosso è l’associazione a una guerra che è passata e abbiamo vinto, la Grande Guerra Patriottica. È rimasta come storia che dobbiamo ricordare e conoscere. Il verde è quello delle nostre paludi, dei nostri campi, le nostre foreste, la nostra rinascita, la nostra primavera. Quando i ruscelli scorrono in primavera, tutto fiorisce e diventa verde. Questa è la nostra Bielorussia.
Il bianco è la purezza dei nostri cuori. Soprattutto cuori materni. Come pensiamo i bambini piccoli? In lenzuola bianche pulite e intatte! E il nostro ornamento contiene tutto: il sole, i campi, la terra, il benessere del nostro paese. Pertanto, non puoi tradire, non puoi firmare nessuna lettera di quelle che stiamo leggendo in questi giorni, senza capire che sono contro il tuo paese.
Sei cresciuto sotto questa bandiera! Niente è più caro dell’inno nazionale, niente è più caro di una bandiera. Quando ti trovi sulla scena mondiale e rendi davvero popolare il nostro paese, è per i nostri figli, per la nostra generazione. Ne hanno bisogno. Abbiamo bisogno di altri impianti sportivi in modo che possano essere distratti dalle illusioni false, in modo che possano giocare sui campi di calcio, sulle piste di pattinaggio, sui campi di tennis, di pallavolo, basket e abituarsi al nuoto. Tanti, tantissimi edifici e impianti sportivi. Di questo abbiamo bisogno, per farli crescere in uno stile di vita sano. Voglio augurare bene, pace, conforto, tranquillità, salute a tutti i vostri cari. Prendetevi cura l’uno dell’altro e stiamo insieme, uniti qualunque cosa accada.”
Anastasia Mironchik-Ivanova: “Il patriottismo per me non significa alcun cambiamento nei miei convincimenti e nell’amore per la mia gente, per il mio paese. Per me tutto questo è sempre stato, è normale. Noi siamo atleti per la Bielorussia. Siamo lieti di rappresentare il nostro Paese sulla scena internazionale. E siamo grati per le condizioni che sono state create per noi. Per me personalmente, il patriottismo non significa alcun cambiamento nella mia posizione, una posizione chiara e di amore per il mio popolo, per la mia Repubblica. Non importa quali siano le circostanze intorno a noi. Ci stiamo muovendo onestamente, onoreremo il nostro paese nell’arena internazionale. Siamo lieti di poter fare questo e grazie per averci sempre supportato. La nostra mentalità è amicizia, forza, un bel paese, persone gentili e pacifiche. Vi amiamo molto! Grazie per il supporto. Siamo con voi. Per la Bielorussia!”.
Anche il presidente della Repubblica di Bielorussia Alexander Lukashenko ha voluto portare al Forum un saluto ringraziando le donne bielorusse per il loro sostegno e per la difesa del paese.
“Innanzitutto, perché sono venuto qui: apprezzo molto ciò che sta avvenendo oggi in questa sala. Non potete nemmeno immaginare quale pagina brillante nella storia della Bielorussia state scrivendo con questa giornata, dopo esservi convocate qui da tutti gli angoli del nostro paese, anche se piccolo, ma sempre una patria accogliente, bella, radiosa. State scrivendo la nostra storia. Ed è un bene che venga scritta questa pagina da voi…Noi non rinunciamo alla Bielorussia perchè la amiamo. E non si può rinunciare o rifiutarsi di combattere per la propria amata. Se ora vacilliamo e rinunciamo a questo pezzo di terra, non solo moriremo noi, ma anche i nostri figli e nipoti periranno. Pertanto, avete ragione: non rinunceremo alla Bielorussia! Perché la amiamo, e non rinunciamo alla nostra amata! Non la cederemo allo straniero…Sono consapevole che non viviamo bene. Ma non siamo mendicanti. Perché abbiamo questo paese, è nostro, e possiamo, dobbiamo migliorarlo. Questi cosiddetti oppositori non avevano bisogno dei risultati delle elezioni, perché hanno attaccato la nostra capitale prima della chiusura dei seggi elettorali. In due ore e mezza hanno lanciato questo attacco, riuniti all’ora di pranzo quando la gente si recava ancora alle urne. Non sapevano ancora dei risultati elettorali. Era tutto preordinato…. Oggi, davanti a questa sala del popolo più bello, avanzato, patriottico, composto da donne, madri, lavoratrici, mogli, voglio fare appello ai popoli di Lituania, Polonia e Ucraina: fermate i vostri pazzi politici, non fatevi usare, non permettete che scoppi una guerra!… Credetemi, la situazione è molto difficile. E non intendiamo complicarla o aggravarla. Operiamo alacremente per risolvere questo problema. Chiedo a voi in quanto donne, madri e ragazze: quando tornerete a casa, dite in ogni casa, in ogni villaggio, in ogni città, grandi e piccole, raccontate alla gente cosa sta realmente accadendo. Oggi il destino della Bielorussia, della Russia e, forse, dell’intera Europa, non solo quella orientale, è focalizzato qui…Hanno pochissime carte rimaste nel loro arsenale. Non voglio che il nostro paese combatta. Inoltre, non voglio che Bielorussia, Polonia, Lituania si trasformino in un teatro di operazioni militari, dove i nostri problemi non saranno risolti e vite umane andranno perdute… Siamo sull’orlo di una terribile catastrofe. Noi siamo per la pace, ma se vengono qui, dovremo rispondere. Non ci inginocchieremo. Anche se fossimo soli combatteremo, non cederemo il nostro paese, la nostra amata Bielorussia.…”. Una ovazione roboante in un tripudio di bandiere, ha salutato la conclusione del breve intervento del Presidente bielorusso Lukashenko.
Il Forum si è concluso con uno spettacolo musicale di vari artisti bielorussi.
5 ottobre 2020