Nella giornata che ci ricorda la strada che ancora dobbiamo percorrere per un’effettiva parità di genere, le donne sono non solo metaforicamente in cammino. Sono infatti sempre più numerose le donne – spesso con bambini – che arrivano in Europa: ben 170.000 dal giugno 2015 a oggi.
Come riportato anche da UNHCR, tutti i migranti affrontano un viaggio pericoloso, ma particolarmente esposte alla violenza e agli abusi sono le donne. Donne sole o che viaggiano da sole con bambini; donne incinte, ragazze, giovani ragazze spesso esse stesse già madri, sono categorie particolarmente a rischio e richiedono una protezione particolare. Donne che spesso fuggono da situazioni di violenza nel proprio Paese di origine; subiscono poi abusi e spesso anche violenza sessuale nel loro viaggio, ad opera di trafficanti, ma anche di migranti come loro.
Eppure le donne incarnano la speranza maggiore d’integrazione: educare le ragazze, dare potere alle donne, è un messaggio che vale per l’Europa come per i Paesi da cui molte migranti e rifugiate provengono ed è la strada che dobbiamo percorrere per una società più giusta e integrata.
Donne come Aziza, vedova, che dall’Iran ha viaggiato fino alla Grecia con la figlia di 19 anni, disabile e su una sedia a rotelle. Nonostante sia fragile e ormai anziana, Aziza ha per lunghi tratti trasportato letteralmente la figlia: “ se arriviamo in Europa, potranno curarla”.
O anche donne come Tehmina che al nono mese di gravidanza, arrivata in Grecia, non voleva “interrompere” il proprio viaggio per partorire, e che mezz’ora dopo il parto era già in cammino con il proprio bambino.
07.marzo.2016