Foto: © Sputnik. Vladimir Semenuk
Uno dei più grandi Paesi nella lunga storia dell’umanità è stato spezzato in 15 parti. In alcuni Paesi una percentuale significativa della popolazione ricorda con nostalgia il passato sovietico, in altri Paesi la gente preferisce dimenticare la stessa storia dell’Unione Sovietica.
L’8 dicembre 1991 venne fondata la Comunità degli Stati Indipendenti (CSI). Ma in realtà questa organizzazione non è andata di fatto a sostituire l’Urss e non è stata un ente autorevole: la CSI di fatto è diventata la piattaforma per gli incontri formali tra gli Stati che vi facevano parte.
Tuttavia il 26 dicembre 1991 è la data ufficiale della dissoluzione dell’URSS. Il giorno prima il presidente Gorbaciov aveva annunciato che per “ragioni di principio” si sospendeva dall’incarico. Il 26 dicembre il Consiglio Supremo dell’URSS aveva adottato la dichiarazione sulla dissoluzione dello Stato sovietico.
Al momento del crollo l’URSS era costituita da 15 Repubbliche Socialiste Sovietiche. Ha raccolto l’eredità dell’URSS la Federazione Russa. La Russia aveva dichiarato la propria sovranità il 12 giugno 1990. Esattamente un anno e mezzo dopo la leadership aveva annunciato l’uscita dall’URSS. “L’indipendenza” legale è avvenuta il 26 dicembre 1991.
In precedenza avevano proclamato la propria sovranità ed indipendenza le repubbliche baltiche. Già il 16 novembre 1988 la repubblica sovietica estone aveva dichiarato la propria sovranità. Dopo alcuni mesi nel 1989 seguì il suo esempio la repubblica sovietica di Lituania e di Lettonia. L’Estonia, la Lettonia e la Lituania avevano ottenuto l’indipendenza giuridica molto prima del crollo ufficiale dell’URSS: il 6 settembre 1991.
Tra le repubbliche della Transcaucasia la più veloce ad uscire dall’Unione Sovietica è stata la Georgia. La sua indipendenza è stata annunciata il 9 aprile 1991. L’Azerbaigian ha dichiarato l’indipendenza il 30 agosto 1991, l’Armenia il 21 settembre 1991.
Dal 24 agosto al 27 ottobre hanno annunciato l’uscita dall’URSS l’Ucraina, la Moldavia, il Kirghizistan, l’Uzbekistan, il Tagikistan e il Turkmenistan. Oltre alla Russia hanno ritardato al massimo l’uscita dall’URSS la Bielorussia (8 dicembre 1991) e il Kazakistan (16 dicembre 1991).
Alcune regioni autonome avevano inoltre precedentemente tentato di separarsi dall’URSS e dichiarare l’indipendenza. Ma alla fine non sono riuscite nei loro intenti, separandosi insieme con le repubbliche in cui erano comprese.
Il 19 gennaio 1991 la Repubblica Autonoma del Nakhichevan, che faceva parte della Repubblica sovietica dell’Azerbaigian, ha cercato di lasciare l’URSS. Dopo poco la Repubblica di Nakhichevan all’interno dell’Azerbaigian è riuscita a lasciare l’Unione Sovietica.
Come parte della Federazione Russa sono uscite dall’Unione il Tatarstan e la Cecenia-Inguscezia, che in precedenza avevano cercato l’indipendenza dall’Unione Sovietica da soli.
La Repubblica socialista sovietica autonoma di Crimea non è riuscito ad ottenere l’indipendenza dall’Unione Sovietica in autonomia, ma solo insieme all’Ucraina.
Attualmente il progetto fallimentare della Comunità degli Stati Indipendenti è stato sostituito con un altro formato di successo: l’Unione Eurasiatica.
08.12.2016