Sezioni comuniste Gramsci-Berlinguer
per la ricostruzione del P.C.I.
Leggendo la notizia allegata ci siamo posti una domanda: se per una ragione qualsiasi ci fossimo trovati in un contenzioso con un massone di Cosenza o della Calabria, essendo dei cittadini che pubblicamente combattono le sette segrete massoniche e la P2 di Licio Gelli, come avremmo potuto essere certi che un avvocato di quel territorio, ad alta presenza massonica, fosse estraneo da quegli ambienti e, quindi, ci garantisse in tribunale un patrocinio fedele?
Lo stesso problema si potrebbe presentare con un medico, con un notaio, un parlamentare, un sindaco, un militare, un giudice, ecc. sapendo che il giuramento massonico li vincola all’assoluta fedeltà alla setta:
“«Prometto e giuro di non palesare giammai i segreti della Massoneria, di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato, sotto pena di aver tagliata la gola, strappato il cuore e la lingua, le viscere lacere, fatto il mio corpo cadavere e in pezzi, indi bruciato e ridotto in polvere, questa sparsa al vento per esecrata memoria di infamia eterna. Prometto e giuro di prestare aiuto e assistenza a tutti i fratelli liberi muratori su tutta la superficie della terra».
Per evitare fenomeni di eterodirezione delle sentenze, della politica, delle istituzioni e dello Stato tutti coloro che appartengono alla massoneria non possono svolgere determinati ruoli.
Sono oggettivamente impossibilitati ad attuare le regole democratiche, perché devono sottostare a quelle gerarchico-autoritarie della setta. È evidente che i massoni non possono svolgere incarichi dove si richiede una assoluta fedeltà alla democrazia espressa nelle regole contenute nella nostra Costituzione, che hanno alla base l’assoluta trasparenza di ogni attività pubblica.
“È morto a Cosenza all’età di 84 anni, Ernesto D’Ippolito, l’avvocato penalista massone Gran maestro onorario del Grande Oriente d’Italia.
Il massone D’Ippolito fu difensore del massone Licio Gelli, quando chiese la riammissione alla massoneria nel 1982. D’Ippolito era presidente della Camera Penale, è stato presidente delle Unioni delle Camere Penali calabresi con importanti incarichi a livello nazionale. E’ stato anche segretario regionale del Pli e consigliere comunale a Cosenza”.
Il sindaco Mario Occhiuto:
“La nostra città perde una guida illuminata, un maestro del foro che ha rappresentato un esempio non solo per i tanti praticanti avvocati che ne hanno assorbito gli insegnamenti, un galantuomo d’altri tempi capace di visioni lungimiranti. Oggi ci lascia Ernesto D’Ippolito e Cosenza è davvero più povera”.
Forse Cosenza e la Calabria sono più povere per le scelte politiche antiproletarie fatte dai massoni-‘ndranghetisti presenti nelle loro amministrazioni da prima a dopo l’Unità d’Italia?
Lo staff di iskrae.eu
È morto l’avvocato Ernesto d’Ippolito
Scompare a 84 anni uno dei penalisti più noti del foro bruzio. I suoi trascorsi in politica nel Pli e il ruolo di primo piano nella massoneria
COSENZA È morto a Cosenza uno dei più noti avvocati del foro bruzio, Ernesto d’Ippolito. D’Ippolito, 84 anni, se n’è andato circondato dai suoi cari e dai suoi allievi. Avvocato penalista da 60 anni (ottenne la laurea alla Sapienza nel 1955), era iscritto dal 1972 all’albo speciale dei patrocinanti in Cassazione. Non solo avvocato, ma anche politico ed esponente di primo piano della massoneria, d’Ippolito – che aveva difeso Licio Gelli negli anni dell’inchiesta di Agostino Cordova sulle logge deviate – si era ritagliato uno spazio nel mondo politico cosentino e calabrese. Segretario regionale del Pli Calabria, è stato consigliere comunale di Cosenza per 18 anni e Accademico della città dei bruzi. Fondatore di un club Rotary di Cosenza, era molto impegnato nella solidarietà.
Di recente, nel corso delle polemiche per la richiesta della commissione parlamentare antimafia di sequestrare gli elenchi dei massoni di Sicilia e Calabria, lui che era gran maestro onorario del Goi, aveva scritto una lettera accorata al presidente del Collegio dei maestri venerabili della Calabria del Grande Oriente d’Italia. Sosteneva che fosse il caso di fornirli, quegli elenchi. E chiudeva così: «Sono Ernesto d’Ippolito, da oltre 50anni Iniziato alla Massoneria Universale. Sono pronto a rinunziare alla garanzia costituzionale, che pure so mi compete, non ho obiezioni di nessun genere a che la mia condizione di Massone sia conosciuta da chiunque può avervi un qualche interesse. Gradirei che il tema venisse affrontato, nei termini appena espressi, e si desse corso ad una conclusione, finalmente ariosa e sinceramente operativa».
29 Aprile 2017