di Aaron Pettinari e Marta Capaccioni
Dal rapimento di Abu Omar ai misteriosi cadaveri nel Tevere
Presentato il libro a Roma con Vauro e Marco Turco
Il percorso di un giornalista è fatto di storie, appunti raccolti ed articoli scritti nero su bianco, pubblicate nei giornali o trasmesse in inchieste televisive. A volte però capita che quello spazio, per vari motivi, non esaurisce l’intero racconto così si deve trovare un’altra forma per dare “voce” a certe informazioni.
E’ così che nasce il romanzo-inchiesta di Fabrizio Gatti, “Educazione americana” (ed. La nave di Teseo), presentato giovedì scorso al Mondadori Bookstore di Roma con la partecipazione del vignettista Vauro Senesi e del regista Marco Turco. Un volume in cui si raccontano le vicissitudini di una squadra clandestina della Cia, al servizio del governo degli Stati Uniti per condizionare le democrazie in Europa. Vengono messi in fila una serie di omicidi, depistaggi, schedature di imprenditori e politici che poi curiosamente verranno processati e arrestati per Mani Pulite, sottrazione di segreti bancari in Svizzera alla ricerca dei conti occulti del partito socialista, operazioni tra cui il rapimento in Italia di Abu Omar nella moschea di Milano fino al ritrovamento di misteriosi cadaveri del Tevere. Una lunga serie di episodi che hanno riguardato gli ultimi trent’anni di storia sia italiana che internazionale trovano la loro spiegazione nelle confessioni di Simone Pace, il nome di copertura dell’ex agente della Cia, protagonista proprio del rapimento di Abu Omar, che ha raccontato a Fabrizio Gatti la sua esperienza.
“Il racconto di Simone Pace permette di unire con un filo tutti quegli appunti rimasti fuori, nel taccuino, e io poi utilizzo la forma narrativa, quella del romanzo, che permette di comunicare meglio le emozioni – ha raccontato lo stesso giornalista de L’Espresso durante la presentazione – È un libro contro la versione ufficiale, il racconto di Simone Pace ribalta molte versioni ufficiali, anche perché come dice lui ‘a volte le versioni ufficiali si fabbricano o sono quelle di potere’. Simone Pace ha iniziato a vivere questo potere e vive tra diversi poteri al di sopra cosi come tutta la sua squadra clandestina. Come lui dice ‘siamo la mano criminale della legge, la coscienza sporca dei governi, indispensabili pacificatori della storia, quella vera che non viene mai raccontata nei giornali e che non entrerà mai nei libri di scuola‘”. Il libro è indubbiamente di grande interesse tenuto conto che oggi si torna a parlare molto del ruolo dei servizi segreti in vicende che intrecciano la storia di Stati Uniti, Italia e Russia. E non è un mistero che la Cia abbia operato nel nostro Paese dalla Guerra Fredda fino a oggi.
Sia Vauro che Marco Turco hanno tracciato una sorta di analisi sul personaggio di Pace che agisce “non per soldi” ma che pian piano si “ammala di fronte alle sollecitazioni che vengono dall’esterno“. “Questo – ha detto il regista – è il racconto di un personaggio che no si fa scrupoli, che non si lascia andare emotivamente, che resiste alle sollecitazioni a cui è sottoposto. Che arriva a chiamare la Mia come ‘mamma’ nel momento in cui non ha più amici e la moglie l’ha lasciato“. Vauro, da parte sua, ne ha evidenziato il lato criminale: “C’è nel sostantivo criminale uno spettro di varie accezioni che possono esercitare anche una forma di fascinazione. Ma quello che invece a me ha colpito molto è la mediocrità di questo personaggio, non ha nessuna genialità, la sua mediocrità fa si che lui si debba sempre sentire protetto. Non c’è la spinta ideale ma l’esecutore. Uno si domanda ‘ma perché questo ad un certo punto parla’? Il sospetto che a me viene è che parla perché in qualche modo vuole mantenere un pò del ruolo di pseudo-potere che il ruolo di agente gli aveva dato. A me sembra uno schiavo di questa mediocrità“.
Tra le storie che Gatti ha voluto raccontate ai presenti quel di quando Vladimir Putin era a capo dell’Fsb, i servizi di sicurezza russi, e la Cia riuscì a impossessarsi del codice sorgente con cui venivano criptate e decifrate le comunicazioni riservate tra Mosca, i governi della Csi, la Comunità degli Stati Indipendenti, e i loro ministeri.
Grazie all’operazione, che si è svolta a Roma, l’agenzia di intelligence avrebbe informato la Casa Bianca su tutta l’attività governativa degli Stati della ex Unione Sovietica. Ma durante un inseguimento a piedi, poco dopo la consegna del codice, uno 007 americano è stato buttato nel Tevere da due probabili agenti del controspionaggio di Mosca ed è morto annegato.
“Questo episodio è uno di quelli di cui ho trovato qualche traccia di riscontro – ha raccontato Gatti – Sono andato a cercare sull’archivio dell’ANSA; il fatto accade il 3 gennaio del 1999 e nell’archivio c’è un lancio del 4 gennaio dove c’è scritto che viene ritrovato un cadavere. E quel cadavere ancora oggi figura nell’elenco delle persone non identificate“. Di altri episodi non è stato possibile trovare elementi di appoggio ma questo non ha impedito di inserirli nel libro. “Io non credo esista per un giornalista una contro-informazione, magari esistono dei contro-giornalisti che non fanno i giornalisti. La spinta al giornalismo è la curiosità, lì interesse e la passione di fare ricerca, andare a cercare. Ma in questo libro non mi arrendo all’idea che se non trovo i riscontri allora non ne parlo, ad un certo punto do credibilità a Simone Pace anche se non mi fornisce le prove, anzi sono io che vado sempre a cercarle. Molte volte vedo che il suo racconto tocca dei punti che ho lasciato ne mio cassetto, ma fermarsi significa rinunciare ad un parte che abbiamo vissuto, rinunciare ad essere testimone. E quindi ho cercato di andare oltre alla versione ufficiale che si ferma agli atti. E in questo momento non è possibile analizzare questa rete clandestina se non attraverso la testimonianza, in attesa magari in futuro che potranno essere testimoniati da documenti della Cia“.
Educazione Italiana
Ma la storia di Simone Pace permette anche di ragionare su quanto avvenuto nel nostro Paese anche oltre al caso di Abu Omar, o le “extraordinary rendition”, decisa dagli Stati Uniti contro gli attivisti sospettati di sostenere la rete terroristica di Al Qaeda e che hanno visto coinvolti anche alcuni ufficiali del Sismi, tra i quali il direttore Nicolò Pollari. Perché alla luce dei tanti misteri che attraversano la storia del nostro Paese è evidente che possa esistere anche un’Educazione italiana. “Eccome se esiste – ha commentato lo stesso Gatti – ed è coincidente all’attività di Simone Pace. Pensate che esiste tacitamente anche in questo momento. Il processo di via d’Amelio è stato depistato da dipendenti funzionari della polizia di Stato. Qual era il loro interesse? Inoltre l’agenda di Paolo borsellino in cui erano contenuti i vizi capitali e peccati originari della prima e della seconda repubblica. E quell’agenda è posseduta da una funzionario dello stato e mi stupisco che non se ne parli tutti i giorni. Perché chi ha in mano quella agenda ha in mano un potere occulto“.
Secondo Vauro quel che avvenne nel 1992 fu dovuto al anche al cambio che era avvenuto sul piano internazionale poco tempo prima “c’era stato il crollo dell’Unione sovietica, era calata la cortina di ero, non era più il nemico più grande e il partito comunista aveva una grande influenza sia sul piano politico che su quello sociale. Tutti quegli equilibri che teneva in piede la cosiddetta prima Repubblica, perché Italia era paese di confine, erano saltati. Era un periodo di riassetto: andava cambiata squadra per creare condizioni di un nuovo assetto, grazie a nuovi politici sbarazzandosi di altri non più utili“. Certo è che quanto avvenuto in Italia ventisette anni fa ancora oggi condiziona la nostra democrazia. Un Paese, il nostro, che, come ha ricordato Maro Turco, “non è stato capace di capire e di difendere quelli che lo avevano difeso. Falcone e Borsellino vennero isolati ed i colpevoli, amaramente, rimangono un elemento astratto“.
24 Novembre 2019