di Laura Naka Antonelli
Acquisti scatenati sul petrolio, che si conferma tra gli asset finanziari più inondati di buy in questa prima sessione del 2017. In particolare, nella giornata di oggi, le quotazioni del greggio sono volate al record degli ultimi 18 mesi, sostenute dalle speculazioni degli investitori sull’impatto che l’accordo tra l’Opec e i paesi produttori non Opec avrà sulle dinamiche dell’offerta e della domanda.
I prezzi del Brent sono volati di oltre +2% fino a $58,37 al barile, al valore più elevato dal luglio del 2015, mentre il WTI scambiato sul Nymex di New York è volato fino a $55,24 al barile, testando anche in questo caso il record in 18 mesi. Da segnalare che i mercati dei futures sul petrolio erano rimasti chiusi nella giornata di ieri. Sui mercati petroliferi, i volumi di scambio sono superiori del 7% rispetto alla media degli ultimi 100 giorni.
Stando a quanto riporta Reuters, il primo gennaio è ufficialmente il giorno in cui ha preso il via l’accordo siglato tra l’Opec e altri paesi esportatori non Opec come la Russia, volto a ridurre l’output di quasi 1,8 milioni di barili al giorno. Così Hans van Cleef, economista senior del settore dell’energia di ABN Amro, ad Amsterdam:
“I primi segnali suggeriscono che i tagli della produzione Opec e non Opec alimentano le speranze sulla possibilità che l’eccesso di offerta, a livello globale, diminuisca”. Sulla stessa linea Ric Spooner, responsabile analista dei mercati presso CMC Markets, secondo cui “lo scenario più probabile è che i paesi Opec e non Opec si impegneranno a rispettare l’accordo, soprattutto nella sua fase iniziale”.
La scorsa settimana l’Opec, paese mediorientale non appartenente all’Opec, ha reso noto ai clienti che taglierà i volumi di allocazione del suo petrolio crude del 5%, nel mese di marzo. In particolare, il responsabile di marketing del ministero del petrolio dell’Oman, Ali al-Riyami, ha riferito all’Oman TV che il paese ridurrà la produzione di 45.000 barili al giorno dagli attuali 1,01 milioni. Altre indiscrezioni riportano che il Kuwait (membro dell’Opec) avrebbe già tagliato l’offerta di 130.000 barili al giorno, a 2,75 milioni di barili al giorno.
Secondo i termini dell’accordo, la produzione della Russia, che al momento viaggia vicina ai massimi in 30 anni, sarà ridotta di 300.000 barili al giorno nel primo semestre del 2017.
3 gennaio 2017