di: Cristiano Mais
La famiglia di Emanuela Orlandi, a 37 anni dal dramma per la sparizione della ragazza, non si arrende e dichiara guerra al Vaticano.
Ha infatti deciso di far esaminare i frammenti delle ossa ritrovati un anno fa nel Cimitero Teutonico del Vaticano da un proprio perito di parte, Giorgio Portera, che si avvarrà della collaborazione dei ricercatori dell’Università del Salento, a Lecce.
Proprio ad agosto del 2019 si era svolta, in fretta e furia, neanche 48 ore, la perizia ordinata dal tribunale vaticano, che aveva portato ad un nulla di fatto. Ossa che sarebbero appartenute a persone vissute in un’epoca largamente antecedente.
Una perizia, di tutta evidenza, taroccata. Assolutamente superficiale sotto il profilo scientifico, tanto per dare un contentino ai familiari. Che però non si sono lasciati prendere per il naso e hanno deciso, a loro spese (non indifferenti per indagini e analisi così sofisticate), di andare avanti.
I risultati potrebbero esserci già per fine settembre.
Sottolinea Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi: “La cosa è certa, non ci fermiamo. Passata questa emergenza sanitaria legata al Covid, torneremo a insistere e andare avanti. Non possiamo lasciar correre in questa maniera la vicenda dopo tutti il dolore indicibile che questa famiglia vive da 37 anni”.
2 Agosto 2020