Ennesima violenza sulle donne nel viterbese perpetrata da coloro che gridano, ipocritamente, nelle piazze contro gli stupratori stranieri. Un’immagine di fascisti che veicolano la figura di Mussolini, trascurando quello che costui rappresentava come esempio di fisicità maschile o di propaganda (a torso nudo mentre falciava il grano…), in un evidente e deleterio machismo.
Violenza sulle donne figlia di questa cultura/pensiero fascista, come deriva moderna di un antico credo e che, oggi, si presenta in ragazzi palestrati e fieri della loro prestanza fisica, dove, in alcuni casi, nella loro paranoide follia accoltellano, massacrano, uccidono, incendiano…
Non stupiscono i loro “me ne frego” giganteschi stampati sulle T-shirt in quanto rivelatrice di una de-emozionalità verso chi soffre, muore oppure piange o urla per il dolore perché la mascolinità del più “forte” deve emergere sui deboli.
Il pensiero fascista si dimostrò (e si dimostra) una prova di forza e potenza che andava (va) oltre il pensiero politico, culturale o religioso, cercando di affermare il trionfo della forza e disprezzo per ogni tipo di debolezza dove, poi, le donne erano (sono) considerate la seconda parte come, purtroppo, accaduto in più occasioni.
MOWA