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Nel corso della conferenza stampa ordinaria tenutasi il 13 giugno presso il ministero degli Esteri cinese, il portavoce Wang Wenbin ha risposto ad una domanda relativa all’esplosione del gasdotto “Nord Stream” affermando che questo incidente si è verificato oltre 8 mesi fa, ma i progressi delle indagini procedono molto lentamente. Gli Stati Uniti, che giocano da sempre il ruolo di “faro” nelle questioni calde, restano invece muti.
Wang Wenbin ha detto che la Cina aveva sottolineato più volte che garantire la sicurezza delle infrastrutture cruciali rappresenta la preoccupazione comune della comunità internazionale; motivo per cui è molto importante sia condurre le indagini in modo oggettivo, corretto e professionale, che riconoscere le proprie responsabilità circa l’esplosione del gasdotto “Nord Stream”.
“Vorrei farvi un esempio”, ha detto Wang Wenbin a proposito delle turbolenze verificatesi in Siria il 22 aprile del 2011. Il 27 aprile, gli Usa hanno presentato una mozione all’Onu chiedendo all’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per gli affari dei diritti umani di mandare una missione in Siria per indagare sulle possibili violazioni del diritto internazionale sui diritti umani; il 29 aprile, gli Usa hanno annunciato di aver stabilito che la Siria aveva commesso gravi violazioni dei diritti umani e hanno imposto sanzioni ad alcune persone ed entità siriane. Ora, l’“inerzia” degli Usa nei confronti delle indagini sull’esplosione del gasdotto “Nord Stream” è veramente sconcertante. Perché restano muti? Quando risponderanno ai dubbi e alle preoccupazioni della comunità internazionale? Gli Usa devono una spiegazione al mondo.
2023-06-13