Redazione– Il deputato Pd e membro della Commissione parlamentare antimafia, Davide Mattiello, chiede alle autorità competenti di verificare se vi siano gli estremi di reato in merito all’intervista di Salvo Riina a Porta a Porta e al contempo eventuali responsabilità penali di Bruno vespa.
”Ho un terribile sospetto, anzi due.
Considerato il profilo criminale di Giuseppe Salvatore Riina, certificato nella sentenza di condanna definitiva per 416 bis ed estorsione a 8 anni e 10 mesi di carcere. Considerato che mai il SG Riina ha dimostrato di prendere le distanze dal sodalizio mafioso, nell’unico modo giustamente riconosciuto dalla legge, cioè collaborando con la Giustizia italiana. Considerato che fino a prova contraria il sodalizio mafioso dei Riina è da intendersi senza soluzioni di continuità.
Considerato l’atteggiamento di Cosa Nostra e di Riina Salvatore in particolare, sui così detti ‘pentiti’, tanto che la revisione della legge sui collaboratori era uno dei punti prioritari del famigerato ‘papello’.
Considerato che in questo periodo sono aperti diversi delicati processi che contano anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra gli altri quello sulla Trattativa e quello sull’omicidio di Nino Agostino e sua moglie Ida, entrambi incardinati a Palermo.
Considerato che verosimilmente di tutto ciò il sig. Vespa Bruno era edotto.
Considerato che durante l’intervista di ieri sera il GS Riina si è generalmente rifiutato di rispondere nel merito dell’esperienza mafiosa rivendicando l’esclusivo ruolo di ‘figlio’, tranne che sulla questione dei collaboratori di giustizia, sulla quale invece il Riina è entrato pesantemente nel merito, per altro introdotto dalle parole del sig. Vespa ‘lei ha ragione quando dice..’
Considerato che, per tutto ciò premesso, non si può escludere che il GS Riina abbia voluto mandare un messaggio a quel che resta dell’organizzazione Cosa Nostra e alle stesse Istituzioni, auspico che in ogni competente sede istituzionale si vogliano fare le opportune verifiche, per capire se sia fondata la preoccupazione che il Riina abbia, almeno su questo punto, parlato da affiliato a Cosa Nostra e se di conseguenza siano rintracciabili nel comportamento del sig. Vespa i profili previsti dal reato di favoreggiamento aggravato dall’art. 7, essendosi egli prestato con la sua condotta all’ipotizzabile tentativo del Riina.