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Lo stato lituano metterà in vendita un grosso casale che era stato usato dalla CIA per imprigionare e torturare sospetti terroristi catturati durante le guerre che gli Stati Uniti stavano combattendo in Iraq e in Afghanistan.
La struttura fuori Vilnius usata dagli Stati Uniti per imprigionare illegalmente e torturare sospetti terroristi durante la cosiddetta “guerra al terrore” tra il 2005 e il 2006.
Per l’Italia la vergogna irrisolta di Abu Omar rapito a Milano.
La CIA nascosta nella foresta di Vilnius
«La struttura è un grande edificio di due piani con molte stanze e con accanto quello che sembra un grosso fienile, e si trova vicino a una foresta a nord-est di Vilnius, la capitale della Lituania. Tra il 2005 e il 2006 venne usato dalla CIA come prigione segreta del cosiddetto “extraordinary rendition programme”, cioè la detenzione illegale di sospetti terroristi portata avanti dagli Stati Uniti con la collaborazione di altri paesi alleati». Italia compresa.
L’inferno di ghiaccio
Al suo interno venivano interrogate persone sospettate di avere informazioni utili a trovare militanti di al Qaida o a sapere qualcosa dei loro piani, spiega il Post nel prologo al racconto. «Questa pratica rimase segreta per diversi anni, e fu una delle più controverse della cosiddetta “guerra al terrore” intrapresa dagli Stati Uniti dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 a New York e Washington, compiuti da al Qaida». Nel 2018, la condanna alla Lituania dalla Corte europea per i diritti dell’uomo per le persone detenute illegalmente nel Paese e torturate dalla CIA.
‘Sorpresa immobiliare’
Il fatto che il casale che la Lituania ha messo in vendita fosse una prigione segreta della CIA si è saputo solo in tempi recenti. Fu proprio la Corte europea per i diritti dell’uomo che lo accertò nel 2018, anche se il sospetto che lo fosse c’era già dal 2014, anno in cui il Senato americano diffuse il rapporto sulle prigioni segrete della CIA, uno dei documenti più importanti sull’utilizzo della tortura da parte dell’intelligence statunitense dopo l’11 settembre 2001.
Prigione Nera o Prigione Viola
Nel rapporto del Senato americano veniva genericamente citato un luogo chiamato “prigione nera” o “prigione viola”. Ma la sua descrizione combaciava perfettamente con quella del casale in Lituania, ispezionato qualche anno prima nell’indagine del governo lituano per chiarire le modalità con cui la CIA aveva attuato in Lituania il proprio programma di detenzione. Illegale sia secondo le leggi americane, sia secondo quelle dei paesi in cui avvenivano le detenzioni, sia secondo tutti i trattati internazionali.
Le urla nel silenzio della foresta
«Il luogo era particolarmente adatto all’utilizzo che se ne fece: molte delle stanze all’interno sono insonorizzate e senza finestre, come del resto anche il fienile», scrisse Arvydas Anusauskas, il politico lituano che guidò l’indagine del governo e ispezionò il casale. «Lì dentro si poteva fare quello che si voleva, ed è impossibile sapere esattamente cosa vi sia successo».
Il ‘prigioniero perenne’
Si sa, però, cosa successe a Abu Zubaydah, uno dei due uomini su cui c’è stata una denuncia penale in Lituania. Zubaydah, palestinese nato in Arabia Saudita, era stato arrestato in Pakistan sei mesi dopo gli attentati alle Torri Gemelle con l’accusa di essere uno dei membri più importanti di al Qaida. Noto anche come «il prigioniero perenne», perché dopo essere stato arrestato in Pakistan fu spostato nelle prigioni di vari paesi: in Thailandia, in Afghanistan, in Lituania e poi a Guantanamo, dove ancora si trova.
Zubaydah in Lituania
Nel casale fuori Vilnius, Abu Zubaydah fu detenuto per più di un anno, da febbraio 2005 a marzo 2006. Come gli altri detenuti, al suo arrivo fu rasato a zero, bendato, incappucciato e ammanettato. Secondo il Guardian, all’interno del casale non subì le stesse torture che la CIA gli riservò in altre prigioni (come il “waterboarding”), ma fu comunque sottoposto a privazione del sonno, isolamento e sedute continuative di rumore assordante e luce accecante.
L’assoluzione a soldi
Nel 2018 la Corte europea per i diritti dell’uomo ha ordinato al governo lituano di pagare a Zubaydah 100mila euro di risarcimento per aver violato mezza Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La stessa cosa che toccò a Khalid Sheikh Mohammed, accusato di essere tra gli organizzatori dell’attentato alle Torri Gemelle, anche lui ancora a Guantanamo.
Ex mini lager targato CIA offresi
Dal 2007 al 2018 il casale smise di essere una prigione segreta e divenne un centro di addestramento per l’intelligence lituana, prima di essere del tutto dismesso. Ora sarà messo in vendita, non si sa ancora a quale cifra e per quale futuro utilizzo.
Abu Omar vergogna italiana a segreto di Stato plurimo
Arrivato in Italia nel 1998 e divenuto imam nel 2000, Abu Omar aveva ottenuto l’asilo per motivi politici. Accusato di far parte di un’organizzazione terroristica e condannato poi dal Tribunale di Milano nel 2013, l’imam fu rapito nel centro di Milano nel 2003 da agenti Cia con la complicità di uomini Sismi. Portato nella base Usa di Aviano e poi in quella di Ramstein in Germania, Abu Omar fu consegnato dagli agenti Cia, ai servizi segreti egiziani che, attraverso il dramma di Regeni, sappiamo come operano. Torturato a più riprese, fu rilasciato nel 2004. Sulla verità di quanto accaduto, il Segreto di Stato italiano imposto da ben quattro Premier.
27 Gennaio 2022