Foto: Brahimi Lakhdar dell’ONU © AFP 2016/ Stan Honda
Nel 2012 più di tutti la Russia aveva un approccio pragmatico sul conflitto in Siria, di fatto sapeva come stavano in realtà le cose, ha dichiarato in un’intervista con “Al Jazeera” Lakhdar Brahimi.
Il conflitto in Siria sarebbe potuto finire quattro anni fa se l’Occidente avesse allora ascoltato la Russia, ha affermato in un’intervista con la versione anglofona di “Al Jazeera” l’ex inviato speciale delle Nazioni Unite sulla Siria Lakhdar Brahimi.
“Allora più di tutti gli altri la Russia aveva un approccio maggiormente realistico e pragmatico”, — osserva il diplomatico. — Penso che tutti avrebbero dovuto ascoltare di più la parte russa. Sapevano come stavano veramente le cose.”
In merito a queste affermazioni il conduttore di “Al Jazeera” ha ricordato le precedenti notizie apparse sulla stampa l’anno scorso, secondo cui la Russia già nel 2012 presumibilmente avrebbe paventato le eventuali dimissioni di Assad, tuttavia l’Occidente non le aveva dato retta.
Brahimi ha ammesso che nel 2012 l’Occidente doveva ascoltare la Russia, ma non ha confermato le voci sulla possibilità di dimissioni di Assad da parte di Mosca.
Secondo il diplomatico, “se tutti avessero avuto un quadro più preciso di quello che stava accadendo in Siria il conflitto si sarebbe potuto risolvere già 4 anni fa”.
Brahimi ha inoltre affermato che “nella tragedia siriana non ci sono buoni”, criticando i Paesi occidentali e musulmani per non aver anteposto ai loro obiettivi geopolitici gli interessi del popolo siriano.
“Non solo il mondo musulmano, ma il mondo intero ha tradito la Siria, lo voglio dire francamente.- Intendo: cosa hanno fatto gli americani? Cosa i francesi? Cosa gli inglesi? Nessuno ha aiutato i siriani,” — ha chiarito.
Brahimi ha accolto con favore il cessate il fuoco in Siria, sottolineando che dovrebbe “essere non solo rispettato, ma anche allargato.” “Sono disposti a negoziare, spero che questi negoziati inizino veramente,” — ha aggiunto.