Ecco, un’altra conferma di come i sionisti concepiscano la politica internazionale.
Una veloce chiave di lettura su come si muovano trasversalmente i sionisti l’abbiamo in questo post che parla di una delle precedenti elezioni milanesi. Altro che idealità qui ci sono solo interessi di uno Stato ai danni di tutti gli altri Stati.
Riconfermiamo quanto detto precedentemente: “…ci chiediamo come le persone possano avere il doppio passaporto o fare il militare in Israele. O sono di uno Stato o di un altro come tutte le persone normali, nessuno li trattiene nello scegliere quale dei due preferiscano. L’ingerenza scatta quando non si capisce quali interessi stiano tutelando…. di quale Stato.”
MOWA
Tra i problemi in Israele (forse anche in Italia) il figlio della forse ambasciatore è agente segreto italiano
Problemi per Fiamma Nirenstein, ex deputata italiana del Popolo delle libertà, indicata dal premier Natanyahu come futuro ambasciatore d’Israele a Roma, che tante perplessità aveva suscitato in Italia anche tra la comunità ebraica. Ancora ferma in Israele la procedura prevista per quel ruolo
di Ennio Remondino
Sono trascorsi 5 mesi da quanto il premier e ministro degli Esteri israeliano Benyamin Netanyahu, con una trovata a sorpresa, aveva designato come nuovo ambasciatore in Italia, Fiamma Nirenstein, israeliana ma anche cittadina italiana, e anche ex deputata italiana, esponente della destra berlusconiana italiana, oltre che ebrea italiana. Insomma, un pasticcio che molto fece discutere anche all’interno della comunità ebraica italiana.
Veniamo a sapere dal sito del Times of Israel, in un articolo firmato da Raphael Ahren, che la candidata ambasciatore non ha ancora avviato la procedura prevista per occupare quel posto. Strano. Nel titolo Times of Israel parla di «ambasciatori in attesa». Due per l’esattezza. L’ex leader dei coloni, Dani Dayan, che ha problemi di gradimento in Brasile, e anche per la ex parlamentare italiana erano state sollevate questioni di opportunità.
Il sito israeliano ricorda che usualmente il primo passaggio per un nuovo ambasciatore è l’esame della ‘Commissione del servizio civile’, chiamata a verificare in audizione con il candidato molti temi, incluso quello di possibili conflitti di interesse. Solo dopo questo via libera, ed esaminate le questioni di sicurezza, il Gabinetto di governo vota la nomina e comincia l’iter di comunicazione con il Paese dove è destinato l’ambasciatore.
«Al momento – ha riferito però una fonte citata da Times of Israel – non abbiamo ricevuto alcuna richiesta su questa nomina». Il sito ha citato anche una fonte governativa ‘ben informata in materia’ – scrive sull’Ansa Massimo Lomonaco- secondo cui la Commissione sul servizio civile «solleva il caso che il figlio di Fiamma Nirenstein, Beniamino Irdi Nirenstein, lavora per l’Aise, il servizio segreto italiano sull’estero. Il nostro Mossad.
Infine il Times ha anche sostenuto che l’ambasciatore indicato non ha seguito il corso del ministero degli affari esteri per i futuri capi di missione, come fatto invece da Dayan, candidato per il Brasile. Problemi quindi. L’attuale rappresentante israeliano a Roma, Naor Gilon, è in carica dal 2012 e concluderà il suo mandato la prossima estate. Visto che occorrono mesi per ricevere in gradimento si è già di fronte ad un evidente ritardo.
Che accade dietro l’azzardo Nirenstein? Il portavoce del ministero degli esteri si è limitato a rinviare a un comunicato «a tempo debito dopo l’approvazione del governo». Il Toi ha ricordato le critiche che, all’epoca, accolsero l’indicazione della nomina di Netanyahu, da parte di alcune personalità ebraiche italiane. In particolare di quelle della comunità romana, alla cui presidenza tra l’altro la stessa Nirenstein si era anche candidata.
22 gennaio 2016