Jacob Levich
Global Research, 22 maggio 2014
“Sta cercando di trovare i luoghi dove il denaro avrà la maggiore efficacia, come è possibile – per così dire – salvare il maggior numero di vite a fronte dei dollari spesi” ha osservato Pelley. “Giusto. E trasformare le società”, ha replicato Gates. [1]
Nel 2009 l’auto-designato “Good Club” [“Club Buono”] – un’assemblea delle persone più ricche del mondo il cui patrimonio netto collettiva ammontava allora a circa 125 miliardi dollari – si è incontrato a porte chiuse a New York per discutere una risposta coordinata alle minacce poste dalla crisi finanziaria globale. Guidati da Bill Gates, Warren Buffett e David Rockefeller, il gruppo stabilì di trovare nuovi modi di affrontare le fonti di malcontento nel mondo in via di sviluppo, in particolare la “sovrappopolazione” e le malattie infettive. [2] I miliardari presenti si impegnarono a spendere massicciamente in aree di loro interesse, incuranti delle priorità dei governi nazionali e delle organizzazioni di aiuto esistenti. [3]
Dettagli del vertice segreto erano stati fatti trapelare alla stampa e salutati come un punto di svolta per la Grande Filantropia. Si disse che fondazioni burocratiche tradizionali come Ford, Rockefeller e Carnegie cedevano il passo al “filantrocapitalismo”, un nuovo vigoroso approccio alla beneficenza in cui le presunte capacità imprenditoriali dei miliardari sarebbero state rivolte direttamente alle sfide più pressanti del mondo:
I filantrocapitalisti di oggi vedono un mondo pieno di grandi problemi a cui loro, e forse solo loro, possono porre rimedio. … La loro filantropia è “strategica”, “consapevole del mercato”, “orientata all’impatto”, “basata sulla conoscenza”, spesso “ad elevato coinvolgimento” e sempre guidata dall’obiettivo di massimizzare l’ “efficacia” del denaro del donatore. … I filantrocapitalisti stanno cercando sempre di più di trovare il modo di sfruttare la logica del profitto per realizzare utilità sociale. [4]
Godendo di un “enorme potere che potrebbe rimodellare le nazioni secondo la loro volontà” [5], i donatori miliardari abbraccerebbero ormai apertamente non solo la teoria basata sul mercato, ma anche le pratiche e le norme organizzative del capitalismo corporativo. Ciò nonostante la filosofia generale dei loro interventi di beneficenza rimarrebbe coerente con antiche tradizioni di Grande Filantropia, come descritto di seguito.
La fondazione privata più grande del mondo
“Una nuova forma di organizzazione multilaterale”
Il più importante dei filantrocapitalisti è Bill Gates, co-fondatore di Microsoft Corp. e al momento l’uomo più ricco del mondo. (Nonostante l’impressione accuratamente coltivata che Gates stia “dando via” la sua fortuna in beneficenza, il suo patrimonio netto stimato è aumentato ogni anno dal 2009 e oggi ammonta a 72 miliardi dollari [6]). Gates deve la sua fortuna non alla creazione di apporti tecnologici ma all’acquisizione e alla conservazione di un monopolio incredibilmente redditizio nei sistemi operativi dei computer:
Il punto di forza maggiore di Microsoft è sempre stato la sua posizione di monopolio nel settore dei PC. Il suo accordo di licenza restrittivo con i produttori di PC imponeva il pagamento di una licenza MS-DOS sia che il sistema operativo di Microsoft venisse utilizzato sia che non lo fosse. … Allorché l’azienda raggiunse un accordo con il Dipartimento di Giustizia nel 1994, su questa pratica illegale, Microsoft aveva acquisito una quota di mercato dominante tra tutti i sistemi operativi venduti. [7]
Microsoft utilizza il repertorio standard di strategie commerciali a difesa del suo potere monopolistico – prezzi preferenziali, azioni legali, acquisizioni di concorrenti, lobbying per la tutela brevettuale – ma si basa in ultima analisi, come gli altri monopoli statunitensi, sulla posizione dominante degli Stati Uniti nel mondo. Come ex Segretario della Difesa William Cohen ha osservato nel 1999 che “la prosperità di cui godono aziende come la Microsoft non avrebbe avuto luogo senza la forza militare che abbiamo”. [8]
Gates resta presidente della Microsoft ma ora dedica la maggior parte del suo tempo a gestire la Fondazione Bill e Melinda Gates (BMGF), la più grande fondazione privata nel mondo e senza dubbio la più potente. Con una dotazione di 38 miliardi dollari, BMGF sovrasta attori una volta dominanti come la Ford (10 miliardi di dollari), la Rockefeller (3 miliardi di dollari), e la Carnegie (2,7 miliardi di dollari). [9] Questi fondi di beneficenza elitari sono attraenti per i super-ricchi non solo come canali alternativi per influenzare la politica, ma anche come uno strumento legale di elusione fiscale. Secondo la legge USA, gli investimenti in fondazioni di beneficenza sono esenti da tasse; inoltre, gli investitori non sono tenuti a vendere le loro azioni e possono continuare a esercitare il diritto di voto senza restrizioni. [10] Proteggendo le fondazioni, il Tesoro USA di fatto co-finanzia le attività di BMGF e dei suoi investitori, fornendo una parte consistente alla sullodata “efficacia”.
Anche in un settore dominato dai più ricchi del mondo, la Fondazione Gates ha acquisito una reputazione di straordinaria prepotenza. E’ “guidata dagli interessi e le passioni della famiglia Gates”, evasivo sui suoi dati finanziari, non risponde a nessuno se non al suo fondatore, che “modella e approva le strategie della fondazione, promuove i temi della fondazione e imposta l’indirizzo generale dell’organizzazione”. [11]
L’approccio di Gates alla beneficenza è presumibilmente basato sul suo atteggiamento verso la democrazia:
Più ci si avvicina [al Governo] e più si vede come è fatta la salsiccia [riferimento alla frase di Otto von Bismarck: “Meno le persone sanno di come vengono fatte le salsicce e le leggi e meglio dormono la notte”, ndt] ], più viene da dire, oh mio dio! Questa gente in effetti non sa nemmeno fare un piano. … L’idea che tutte queste persone si accingono a votare e avere un parere su temi che sono sempre più complessi – dove ciò che appare, si potrebbe pensare … [sia] la facile risposta non è la vera risposta. E’ un problema molto interessante. Le democrazie di fronte a questi problemi attuali sanno far bene queste cose? [12]
L’impero della beneficenza di Gates è vasto e in crescita. Negli Stati Uniti, BMGF si concentra principalmente sulla “riforma dell’istruzione”, fornendo sostegno agli sforzi per privatizzare le scuole pubbliche e subordinare i sindacati degli insegnanti. Le sue ben più grandi divisioni internazionali puntano al mondo in via di sviluppo e sono rivolti a malattie infettive, politica agricola, salute riproduttiva e controllo della popolazione. Nel solo 2009, BMGF ha speso più di 1,8 miliardi dollari in progetti sulla salute globale. [13]
La Fondazione Gates esercita il potere non solo attraverso la propria spesa, ma più in generale attraverso una sofisticata rete di “organizzazioni consociate” che comprende organizzazioni non-profit, agenzie governative e aziende private. Come terzo maggior donatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità delle Nazioni Unite (OMS), è un attore dominante nella formazione della politica della salute globale. [14] Promuove ampi ed elaborati partenariati pubblico-privato – “macedonie” di associazioni di beneficenza che tendono a confondere le distinzioni tra stati, che dovrebbero almeno teoricamente rendere conto ai cittadini, e imprese in cerca di profitto che rendono conto solo ai loro azionisti. Ad esempio, un’iniziativa del 2012 volta a combattere le malattie tropicali trascurate elencava tra i suoi affiliati USAID, la Banca Mondiale, i governi di Brasile, Bangladesh, Emirati Arabi Uniti ed altri, e un consorzio di 13 aziende farmaceutiche comprendente le più famigerate forze di Big Pharma, tra cui Merck, GlaxoSmithKline e Pfizer. [15]
BMGF è il primo motore dietro insigni “iniziative plurilaterali” come il Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria e la GAVI Alliance (un “partenariato pubblico-privato” tra l’Organizzazione mondiale della sanità e l’industria dei vaccini). Tali accordi permettono alla BMGF di sfruttare la sua partecipazione in imprese alleate, così come le imprese private accrescono potere e profitti attraverso schemi di investimento strategici. La Fondazione interviene anche direttamente nelle agende e nelle attività dei governi nazionali, passando dal finanziamento dello sviluppo delle infrastrutture comunali in Uganda [16], alla collaborazione recentemente annunciato con il Ministero della Scienza indiano per “reinventare il gabinetto”. [17] Al tempo stesso la Fondazione sostiene le organizzazioni non governative che fanno pressioni sui governi per incrementare la spesa verso le iniziative che sponsorizza. [18]
L’operazione di Gates assomiglia ad un enorme società multinazionale (MNC) verticalmente integrata, che controlla ogni passaggio in una filiera che dalla sala del consiglio di Seattle, attraverso varie fasi di approvvigionamento, produzione e distribuzione, raggiunge milioni di indigenti “utilizzatori finali” senza nome nei villaggi dell’Africa e dell’Asia meridionale.
Riproducendo le sue strategie per conquistare il mercato del software, Gates ha creato un monopolio virtuale nel campo della sanità pubblica. Nelle parole di un funzionario di una ONG: “in materia di salute uno non può tossire, grattarsi la testa o starnutire senza andare a parare alla Fondazione Gates”. [19] L’influenza globale della Fondazione è ormai così grande che l’ex CEO Jeff Raikes è stato costretto a dichiarare: “Non stiamo sostituendo le Nazioni Unite. Ma alcune persone direbbero che siamo una nuova forma di organizzazione multilaterale”. [20]
1. “The Gates Foundation: Giving Away a Fortune,” CBS 60 Minutes, Sept. 30, 2010, http://www.cbsnews.com/news/the-gates-foundation-giving-away-a-fortune/3/.
2. Paul Harris, “They’re Called The Good Club – And They Want to Save the World,” Guardian, May 30, 2009, http://www.theguardian.com/world/2009/may/31/new-york-billionaire-philanthropists.
3. Andrew Clark, “US Billionaires Club Together,” Guardian, Aug. 4, 2010, http://www.theguardian.com/technology/2010/aug/04/us-billionaires-half-fortune-gates.
4. Matthew Bishop and Michael Green, Philanthrocapitalism: How Giving Can Save the World (2008), pp. 3, 6.
5. Harris, op cit.
6. “Bill Gates,” Forbes.com, Sept. 2013, http://www.forbes.com/profile/bill-gates/.
7. Barry Ritholtz, “What’s Behind Microsoft’s Fall from Dominance,” Washington Post, Sept. 26, 2013, http://www.washingtonpost.com/business/whats-behind-microsofts-fall-from-dominance/2013/09/05/b0e5e91e-157b-11e3-804b-d3a1a3a18f2c_story_1.html.
8. Citato in: Michael Perelman, “The Political Economy of Intellectual Property,” Monthly Review, vol. 54, no. 8, January, 2003, http://monthlyreview.org/2003/01/01/the-political-economy-of-intellectual-property.
9. The Foundation Center, Top Funders, http://foundationcenter.org/findfunders/topfunders/top100assets.html.
10. Sheldon Drobny, “The Gates and Buffett Foundation Shell Game,” CommonDreams.org, April 26, 2006, http://www.commondreams.org/views06/0823-26.htm.
11. Sito della BMGF, http://www.gatesfoundation.org/Who-We-Are/General-Information/Leadership/Management-Committee.
12. Richard Waters, “An exclusive interview with Bill Gates,” Financial Times, Nov. 1, 2013, http://www.ft.com/intl/cms/s/2/dacd1f84-41bf-11e3-b064-00144feabdc0.html#axzz2q0sgejl.
13. Noel Salazar, “Top 10 philanthropic foundations: A primer,” Devex, Aug. 1, 2011, https://www.devex.com/en/news/top-10-philanthropic-foundations-what-you-need-to/75508.
14. Global Health Watch, Global Health Watch 2: An Alternative World Health Report, 2008, p. 250, http://www.ghwatch.org/sites/www.ghwatch.org/files/ghw2.pdf. In un rapporto del 2008 fatto filtrare alla stampa, Arata Kochi, capo del programma malaria presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha denunciato che “il crescente predominio della ricerca sulla malaria da parte della Fondazione Bill e Melinda Gates rischia di reprimere la diversità di vedute tra scienziati e di cancellare la funzione di indirizzo dell’agenzia per la salute”. Donald G. McNeil Jr., “WHO official complains about Gates Foundation’s dominance in malaria fight,” NY Times, Nov. 7, 2008, http://www.nytimes.com/2008/02/17/world/americas/17iht-gates.4.10120087.html.
15. “Private and Public Partners Unite to Combat 10 Neglected Tropical Diseases by 2020,” BMGF press release, Jan. 2012, http://www.gatesfoundation.org/media-center/press-releases/2012/01/private-and-public-partners-unite-to-combat-10-neglected-tropical-diseases-by-2020.
16. Grant to Ministry of Lands, Housing and Urban Development; Government of Uganda, July, 2012, http://www.gatesfoundation.org/How-We-Work/Quick-Links/Grants-Database/Grants/2012/07/OPP1053920.
17. “The Next Grand Challenge in India: Reinvent the Toilet,” BMGF press release, Oct. 2013, http://www.gatesfoundation.org/Media-Center/Press-Releases/2013/10/The-Next-Grand-Challenge-in-India. La Fondazione si sente anche libera di “sedersi al tavolo col governo del Pakistan” per esigere misure di sicurezza a sostegno delle sue operazioni. Vedere: Neil Tweedie, “Bill Gates Interview: I Have No Use for Money. This is God’s Work,” The Telegraph, Jan. 18, 2013, http://www.telegraph.co.uk/technology/bill-gates/9812672/Bill-Gates-interview-I-have-no-use-for-money.-This-is-Gods-work.html.
18. Global Health Watch, op. cit., p. 251.
19. Ibid.
20. Gabrielle Pickard, “Will Gates Foundation Replace the UN?” UN Post, 2010, http://www.unpost.org/will-gates-foundation-replace-the-un/#ixzz2pjv08DJr.