Sono Valeria Biazzi e sono una farmacista del quartiere Giambellino, zona periferica di Milano estremamente popolosa, difficoltosa dal punto di vista sociale e con una grande presenza di anziani.
Questo luglio, l’ultimo medico di base del quartiere è andato in pensione e non è stato sostituito. A seguito di questo fatto, la farmacia è diventata l’unico presidio rimasto dal punto di vista sanitario.
In questi mesi mi sono spesa per stare vicino a più persone possibili, che spesso hanno avuto bisogno di un aiuto o di un consiglio.
Non posso fare a meno di rilevare e denunciare quello che ho visto, e che presto avverrà in altre zone di Milano, della sua provincia e dell’intera Regione: il progressivo smantellamento della rete dei medici di base e dei presidi di prossimità e continuità nell’assistenza sanitaria, le cui conseguenze si sono rese evidenti in maniera drammatica e devastante proprio durante la crisi sanitaria da Covid19, che ha messo in ginocchio la nostra città e la nostra Regione causando decine di migliaia di vittime.
Questa situazione è l’esito di anni di scelte sbagliate e norme assurde, come quella che prevede che non vi sia un vincolo territoriale per i medici di base (possono scegliere loro dove andare) mentre per le farmacie esiste una pianta organica che impone di coprire determinate zone e che di conseguenza garantisce un servizio capillare su tutto il territorio nazionale. Questa stortura ha creato un forte squilibrio tra quartieri, lasciando alcuni completamente scoperti.
Secondo i dati della FIMMG, nel quinquennio 2018-2022 in Lombardia stanno andando in pensione 1802 medici di medicina generale; ad oggi l’elenco degli ambiti per i medici di famiglia conta quasi 800 posti vacanti. La medicina territoriale rappresenta l’ossatura fondamentale su cui si basa l’intero sistema sanitario, ed i medici di medicina generale rappresentano il primo riferimento sanitario per la cittadinanza. Per questo la situazione che stiamo vivendo a Milano è inaccettabile e deve cambiare.
Un medico di base vicino casa rappresenta per i pazienti una figura di fiducia, essenziale per la cura e per la prevenzione di tante malattie. In questi giorni, ho visto tanti clienti pagare di tasca propria le medicine perché non avevano un medico vicino che gliele potesse prescrivere; un’assenza che si traduce nel decadimento fisico e psicologico dei pazienti, del quale io sono e sono stata diretta testimone.
Il problema dell’assenza dei medici di base a Milano e in Regione va risolto il prima possibile. La politica deve smettere di rimbalzare le responsabilità e deve prendere in mano la situazione.
Chiedo quindi a tutti i candidati a sindaco delle prossime elezioni amministrative di rispondere il prima possibile ai cittadini su come intendono affrontare e risolvere il problema. I cittadini sono stanchi di vedersi negato il diritto alla salute e di pagare in prima persona i risultati di scelte politiche scriteriate.