Fino a quando saremo capaci di sopportare tutto ciò?
Lasciamo a voi le valutazioni sul come ci si debba comportare di fronte a queste cose e stabilire se questo sia il modo di concepire il bene della collettività…
L’appropriazione indebita della “proprietà (degli altri in questo caso) non è un furto” potrebbe essere la massima di chi ha sposato la logica del capitale e agisce di conseguenza…
Noi non siamo per il rifiuto della politica, come dicono alcuni movimenti affermando che “sono tutti uguali” ed è, quindi, meglio abolire le cariche pubbliche date con il voto, visto cosa combinano, perché sarebbe banale: populismo da due soldi… Tali scelte, in passato, ci hanno portato a dittature con gli stivaloni che sono durate vent’anni.
Sosteniamo, invece, una politica partecipata dove il “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio” per ovviare al malcostume così diffuso…
Siamo, quindi, per la presa di coscienza che solo la partecipazione attiva di tutti della cosa pubblica può bloccare la deriva dei beni collettivi che, altrimenti, rischia di finire nelle mani di malfattori.
Significative le parole dell’assessore del Comune di Venezia Gianfranco Bettin nel filmato (alla pagina di RaiNews) dove insiste sui pezzi coinvolti dello Stato e che non vi è differenza con la malavita organizzata.
MOWA
Francia, arrestato ex ministro dell’Interno di Sarkozy
Ipotizzato coinvolgimento di Claude Guéant nell’affaire Tapie. Avrebbe avuto un ruolo decisivo nel contenzioso vinto dal miliardario.
Guai giudiziari per un uomo vicino all’ex presidente francese Nicolas Sarkozy. Nella mattinata del 26 maggio è stato disposto il fermo per Claude Guéant, ex ministro dell’Interno e già braccio destro di Sarkozy. Per Guéant si tratta del secondo fermo in pochi mesi.
AFFAIRE TAPIE-CRÉDIT LYONNAIS. Guéant è sospettato dalla Finanza di aver avuto un ruolo decisivo nella decisione di ricorrere nel 2007 all’arbitrato, invece che al procedimento giudiziario, per risolvere il contenzioso fra la banca Credit Lyonnais e l’uomo d’affari Bernard Tapie. Passo che ha permesso al miliardario francese di ricevere un risarcimento da 400 milioni di euro.
Il contenzioso finito sotto la lente degli inquirenti è legato alla vendita del gruppo sportivo Adidas tra Tapie e il Credit Lyonnais, in cui lo Stato francese è rimasto coinvolto tramite la nazionalizzazione della banca a fine Anni 90, per evitarne la bancarotta, e la creazione di un Consorzio (Cdr) per gestirne la transizione.
COINVOLGIMENTO LAGARDE. Nella stessa inchiesta è coinvolta anche la direttrice generale del Fondo monetario internazionale (Fmi), Christine Lagarde, con lo status di testimone assistita, una sorta di via di mezzo tra indagata e semplice testimone.
26 Maggio 2014
Foto: Guéant Claude, ex ministro dell’Interno francese (© GettyImages)
Ambiente, arrestato l’ex ministro Clini: accusa di peculato sui fondi per un progetto idrico in Iraq
Inchiesta della Guardia di finanza e della procura di Ferrara in collaborazione con Roma e Lugano. L’ex titolare del dicastero ambientale sospettato di aver distratto 3,4 milioni di euro da un finanziamento di 54 destinato a un piano di gestione integrata delle risorse idriche nel sud iracheno. Il pm: i fondi ‘appoggiati’ su conti svizzeri
ROMA – L’ex ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, è stato arrestato dalla Guardia di finanza. Nei suoi confronti, e di un imprenditore, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il reato ipotizzato è peculato. L’operazione, condotta dal nucleo di polizia tributaria di Ferrara, è stata coordinata dalla procura della città emiliana.
Fondi su conti in Svizzera – Oltre a Clini, un ordine di custodia cautelare ai domiciliari è stato firmato dal gip a carico di Augusto Calore Pretner, imprenditore e ingegnere del padovano, socio dello studio che ha curato il progetto. I fatti al centro dell’inchiesta risalirebbero al 2007, quando Clini era direttore generale del ministero dell’Ambiente. Il provvedimento è stato chiesto dal procuratore capo estense, Bruno Cherchi, titolare dell’indagine, e concesso dal gip Piera Tassoni.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, nella sua veste di direttore generale del ministero dell’ambiente, Clini diede l’ok al finanziamento al progetto da 54 milioni per interventi idrici in Iraq. Poi, però, con un complesso giro di fatture false e di ‘rimbalzi’ nei paradisi fiscali, parte di quei soldi sarebbero finiti altrove. E secondo gli accertamenti della Finanza, quell’altrove sono conti bancari svizzeri direttamente riconducibili ai due indagati.
Inchiesta su progetto New Eden – L’accusa è quindi di “peculato in concorso ai danni del ministero dell’Ambiente” e nasce dall’ipotesi della distrazione di una somma di 3,4 milioni di euro, su un finanziamento di complessivi 54 milioni destinato dallo stesso ministero al progetto “New Eden”, volto “alla protezione e preservazione dell’ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq”. L’intervento prevedeva anche una sorta di bonifica del bacino del Tigri e dell’Eufrate, nel sud iracheno.
Due procure, Eurojust, polizia svizzera e olandese – L’indagine è stata condotta in collaborazione con la procura di Roma, unitamente al Nucleo speciale tutela spesa pubblica della guardia di finanza della Capitale, e con la procura federale di Lugano, unitamente alla polizia giudiziaria federale elvetica. Una collaborazione transnazionale dovuta al fatto che il lavoro di investigazione iniziò dalla scoperta di un flusso di false fatturazioni provenienti da una società olandese (titolare di una cartiera) a favore di uno studio d’ingegneria ferrarese, Med Ingegneria Srl, aderente al consorzio “Nature Iraq”, impegnato nel progetto “New Eden” ed quale partecipavano lo Studio Galli Ingegneria Srl di Padova (di cui Pretner è socio) e Iraq Foundation, una società con sede negli Usa.
Una prima fase delle indagini, quella che ha visto la collaborazione di Eurojust – l’organismo che ha sede all’Aja e coordina autorità nazionali nella lotta contro forme gravi di criminalità transnazionale – e della polizia tributaria olandese (Fiod di Harlem), si era conclusa lo scorso luglio con la contestazione, da parte delle fiamme gialle ferraresi, di rilievi connessi all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per 1,5 milioni di euro: 5 gli indagati per frode fiscale e sequestro per equivalente di beni per 330.000 euro disposto dal gip di Ferrara.
La prima difesa di Clini – Ascoltato dai magistrati nell’ottobre 2013, Clini si era poi difeso anche pubblicamente con una lettera al quotidiano Il Tempo: “I 54 milioni di euro erogati dal ministero per il progetto New Eden non sono affatto spariti, ma hanno invece prodotto risultati significativi riconosciuti in ambito internazionale, e premiati. Le questioni relative alle eventuali distrazioni di fondi del programma e all’emissione di fatture false non mi riguardano”, aggiungeva.
Il progetto “Nuovo paradiso” – La vicenda riguarda dunque ‘New eden’, un ‘nuovo paradiso’, un progetto di cooperazione ambientale tra Italia e Iraq avviato nel 2003 per la gestione integrata delle risorse idriche e ambientali nel sud del paese. Il 30 luglio 2012, in una delle ultime occasioni in cui si parlò del progetto, Clini incontrò a Baghdad il ministro dell’ambiente, Sargon Sleiwa, il consigliere economico del premier Maliki, Thamer Gadban e il ministro dei trasporti e delle infrastrutture, Hadi al Amiri. Nella nota diffusa dal ministero in quell’occasione si parlava di “un programma strategico non solo per lo sviluppo del settore agricolo, ma anche per le aziende italiane alle quali il governo iracheno ha affidato il compito di elaborare il master plan per la gestione integrata delle risorse idriche dell’iraq”.
Dall’alta burocrazia al governo – Clini, medico di formazione, divenne ministro dell’ambiente il 16 novembre 2011 nel governo di Mario Monti, dopo essere stato per vent’anni direttore generale del ministero. Attualmente, dopo la guida del dicastero, è tornato a ricoprire l’incarico di direttore generale per lo Sviluppo sostenibile, il clima e l’energia sempre al dicastero di via Cristoforo Colombo.
Supertecnico, per venti anni sempre in prima linea ai vertici internazionali, si è occupato di ambiente e di cambiamenti climatici, è stato anche chairman dell’European Environment and Health Committee, composto dall’Organizzazione mondiale della sanità e dai ministeri della Salute e dell’Ambiente di 51 paesi europei e centro asiatici.
Il ministro del caso Concordia– Come ministro ha affrontato alcune questioni spinose come il caso Ilva, il naufragio della Costa
Concordia e l’emergenza rifiuti a Roma. Di lui si ricordano le posizioni a favore del nucleare e pro ogm, due temi caldi, che ha sostenuto in vari ambiti anche appena nominato ministro, a ridosso dell’incidente di Fukushima in Giappone. Ad aprile 2012 ha presentato al Cipe il Piano nazionale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e, insieme con i ministri Corrado Passera e Mario Catania (Politiche Agricole), la riforma degli incentivi alle energie rinnovabili (Quinto Conto Energia).
26 maggio 2014
Mose, tangenti per 40 milioni Arrestato sindaco, bufera Galan
Giancarlo Galan
Un’inchiesta che sconvolge Venezia.
L’inchiesta sugli appalti del Mose, il sistema di dighe mobili per la salvaguardia di Venezia, approda alle alte vette della politica e del management che fa capo alle societa’ che partecipano alla realizzazione dell’opera, un dei grandi progetti indicati dalla Legge Obiettivo. Venticinque persone sono in carcere, 10 ai domiciliari, due sono colpite dagli stessi provvedimenti ma si tratta di parlamentari e quindi ci vuole l’autorizzazione specifica. Questi ultimi sarebbero l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia e l’ex europarlamentare non rieletta dello stesso partito, Lia Sartori.
Galan: sono estraneo alle accuse. Ascoltatemi”
Ecco come il Mose protegge Venezia – Video
Ai domiciliari, tra gli altri, anche il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, Pd, coinvolto con l’accusa di finanzamento illecito di partito. Un terremoto che covava dal 2009 quando iniziarono le indagini della Finanza con accertamenti fiscali nell’ambito delle societa’ collegate al Consorzio Venezia Nuova.
Lo scorso anno il primo arresto eccellente, quello di Piergiorgio Baita, ad della Mantovani Costruzioni, colosso del settore che partecipava ai lavori del Mose e che oggi e’ presente anche tra le aziende per l’Expo di Milano. Pochi mesi dopo, fini’ in manette l’ingegner Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, considerato il “padre” del Mose. ( All’alba, 300 finanzieri hanno eseguito i 35 arresti e operato sequestri di beni per 40 milioni di euro con un blitz che ha gelato la citta’ lagunare.
Cosa e’ il Mose e come funziona. ‘Diga’ di scandali e proteste
Il procuratore capo Luigi Delpino ha spiegato che “e’ venuto alla luce un sistema ben radicato di illegalita’ ad un certo livello”. Il procuratore aggiunto Carlo Nordio ha aggiunto: “Paragonabile alla vecchia Tangentopoli, ma piu’ complessa e sofisticata”. Le indagini hanno evidenziato un giro di sovrafatturazioni false da parte di societa’ create ad hoc in Svizzera e a San Marino per rastrellare fondi neri che servivano poi per oliare politici e funzionari ad alti livCelli. Sono appena iniziate anche le verifiche fiscali con la scoperta di circa 15 milioni evasi da tre societa’, ma si tratta dell’inizio.
Le indagini proseguono, ma il sistema illegale e’ stato letteralmente decapitato: “Abbiamo prove ben documentate – ha assicurato il procuratore Nordio – per questo i provvedimenti sono risultati tanto severi”.
04 GIU 2014
Bettin: “molto peggio di tangentopoli”. Il Mose contestato per inutilità, costi e impatto ambientale
(cliccare sull’immagine per andare alla pagina del video)
L’assessore all’ambiente del Comune di Venezia a Rainews. Bettin ricorda le critiche a uno dei progetti più faraonici in Italia. il Mose – dice Gianfranco Bettin – è inadeguato tecnicamente ed è nato al di fuori da ogni procedura controllabile, senza gare nè concorrenza aperta