Ieri in Francia un’evidente e numerosa manifestazione di lavoratori in risposta alla pretesa riforma sul lavoro di Macron che, guarda caso, cammina di pari passo con quella sostenuta dai vari renziani italiani e che hanno un’unica fonte: i masso-capitalisti.
Capitalisti che attraverso le loro derivazioni bancarie vorrebbero imporre leggi su tutti i fronti sociali compresi quelli del lavoro e a tutto vantaggio delle loro, personali, tasche come ben illustrato nell’articolo su Wall Street Italia dall’eloquente titolo La Spectre che comanda l’economia e il Nuovo Ordine Mondiale, dove in uno dei suoi passaggi sostiene:
Sono le grandi banche di investimento che si indebitano per moltiplicare le loro scommesse sui mercati (la cosiddetta leva), affiancate dai grandi Hedge Fund (che dipendono dalle banche per le linee di credito e per l’operatività) e dalle grandi società multinazionali, la cui attività sui mercati finanziari è spesso più redditizia e più importante di quella industriale.
Molto probabilmente chi ha avuto l’ardire di giungere fino a questo punto nella lettura di questo articolo, potrebbe dire che queste affermazioni non sono suffragate da prove. Ebbene un recente studio dell’Università di Zurigo mette in luce la concentrazione delle strutture proprietarie e delle strutture di controllo dell’attuale sistema economico.
In pratica, esiste una rete, che si potrebbe definire «invisibile», formata da una cinquantina di società multinazionali (prevalentemente istituti finanziari), che attraverso un complicato meccanismo di relazioni di proprietà, controlla il 40% del valore economico e finanziario di 43.060 società multinazionali. Possiamo sostenere, senza timore di poter essere smentiti, che questo è il cuore dell’economia occidentale.
Ecco l’impellente necessità, se non indispensabile, di ricostruire quel tessuto di solidarietà tra oppressi che ha saputo rendere grandi i paesi sul fronte di una civile conquista sociale.
MOWA
In tutto il Paese manifestazioni contro le “ordonnances” del presidente che venerdì arrivano in consiglio dei ministri.
In Francia si torna a manifestare contro la riforma del codice del lavoro, “brutale e antisociale” secondo i manifestanti. A Parigi sono scese in strada fra le 16.000 e le 55.000 persone, a seconda delle fonti.
Secondo un recente sondaggio realizzato dall’istituto Elabe, il 65% dei francesi pensa che i diritti dei lavoratori siano minacciati dalla riforma voluta dal presidente Macron, come sottolinea Philippe Martinez, segretario di uno dei maggiori sindacati, la CGT: “Le elezioni non si tengono nelle strade, ma nelle urne. Ma le voci dei cittadini, dei dipendenti, dei lavoratori, dei pensionati devono essere ascoltate nelle strade, nelle imprese. Il malcontento è evidente, si evince anche dai sondaggi”.
Il movimento di protesta, che il 12 settembre aveva mobilitato mezzo milione di persone secondo la CGT in tutto il Paese, continuerà lunedì con scioperi nei settori dei trasporti e dei servizi pubblici.
In quel giorno le ordinanze di modifica del codice del lavoro, che saranno presentate venerdì al consiglio dei ministri, dovrebbero già essere applicate. È necessaria comunque la ratifica del parlamento, cosa che avverrà con molta probabilità vista l’ampia maggioranza di cui dispone Macron.
21/09/2017