Lo sgarbo di Macron al debutto di Meloni G7: diserta Kiev dove si esibiva la premier italiana nel suo turno tra i Grandi e invita i leader a Parigi. Accade nel giorno dell’anniversario dell’invasione russa, rendendo ancora più clamorosa l’assenza, salvo la presenza prezzemolo di Ursula Von del Layen in cerca di secondo mandato.
Videoconferenza da Kiev, atto simbolico voluto fortemente da Roma per l’esordio della presidenza italiana, che voleva smentire la sensazione di stanchezza che serpeggia tra gli alleati nel sostegno all’Ucraina. Ma le bugie hanno le gambe corte.
Meloni-Macron, amore mai sbocciato
Il Presidente francese, raccontano dal suo entourage, aveva in un primo tempo risposto positivamente ad un invito della leader italiana per giovedì. L’incontro era stato poi spostato a venerdì. Il momento più sbagliato per il leader francese, alle prese con i trattori per le strade di Parigi. Ricostruzione sospetta. Secondo Palazzo Chigi, il Presidente sarebbe stato coinvolto anche per il viaggio a Kiev con la premier, a cui avrebbe preferito sottrarsi. Ma alla fine, ha scelto la rabbia dei forconi, facendosi rappresentare al G7 dal ministro della Difesa.
Diplomazia del dispetto
Peggio. Macron, ha annunciato a sorpresa un ‘suo’ vertice dedicato a Kiev. Lunedì a Parigi. Al summit questa volta capi di Stato e di governo, tra i quali il cancelliere tedesco Olaf Scholz che non erano a Kiev con Meloni-Zelensky, quasi orfanelli e soli. Parigi e Berlino avevano coordinato la firma degli accordi militari bilaterali con Zelensky la settimana scorsa, quelli da cui l’Italia era stata tagliata fuori. Ovviamente a Parigi manca la premier italiana. Sgarberie diplomatiche.
Italia americana e Francia esagerata
Macron si candida a guidare il rafforzamento della politica estera europea e di difesa comune, nella disgrazia dovesse vincere Trump. E vede nel fronte ucraino la prima linea della sfida europea. Meloni, invece, continua ad aggrapparsi alla Casa Bianca, «anche per bilanciare il grande freddo con Parigi e Berlino». Per questo che preme da gennaio per essere ricevuta da Biden, udienza finalmente concessa per il primo marzo.
Guerra ed elezioni europee
All’Eliseo, raccontano altri, brucia non essere sostenuti dall’Italia nella battaglia per la ‘preferenza europea’ nell’acquisto di materiale bellico da destinare a Kiev. Sul dossier la distanza è forte anche con la Germania. Ma soprattutto premono le incognite Europee, ora a forte rischio anche per la premier di casa. Fratelli d’Italia ha scelto di imbarcare nei Conservatori (Ecr) il partito Reconquête di Eric Zemmour: uno schiaffo a Macron, un ostacolo quasi insormontabile rispetto a un accordo europeo dopo il 9 giugno.
Palazzo Chigi spera che il risultato elettorale umili il francese. Anche per questo Macron ha reagito, saltando il G7. Un duello senza più esclusione di colpi. Ma se invece fosse un bis italiano modello Sardegna?
Ordine Usa: ‘nessun soldato Nato in Ucraina’
‘La Casa Bianca è contraria all’invio di truppe in Ucraina’ (potere farlo solo di nascosto, come noi), scrive l’Ansa questo pomeriggio. «Un funzionario della Casa Bianca ha detto a Reuters, che gli Stati Uniti non hanno intenzione di inviare truppe a combattere in Ucraina, ipotesi ventilata dal presidente francese Emmanuel Macron per il futuro, e che non ci sono nemmeno piani per inviare truppe della Nato a combattere in Ucraina». Macron inciampo, Meloni si consola
‘Gli alleati della Nato stanno facendo il massimo’
«Lo facciamo dal 2014 –la Cia anche prima, leggere Orteca- e lo abbiamo intensificato dopo l’invasione da parte della Russia. Ma non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina», è stato delegato a dire all’Associated Press il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.
‘Alla guerra ci vai tu’ anche da parte tedesca
Il Cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato che «nessun soldato sarà inviato in Ucraina da Paesi europei o della Nato». «Ciò che è stato deciso tra noi fin dall’inizio continua ad essere valido per il futuro», vale a dire «non ci saranno truppe sul terreno, né soldati inviati dagli Stati europei o dagli Stati della Nato sul suolo ucraino». Il Regno Unito non ha intenzione di inviare militari in Ucraina, «non su vasta scala», che i suoi assieme a quelli Cia, ci sono da tempo.
E dai vertici Ue altre smentite. Settimana decisamente sfortunata per la coppia Meloni-Macron, inseparabili nemici.
Per i distratti, da Mosca
«L’invio di truppe Nato in Ucraina non sarebbe nell’interesse dell’Occidente», la sintetica risposta di Mosca alla sparata di Macron. Col seguito da paura: «Un conflitto militare diretto tra la Nato e la Russia sarebbe inevitabile se soldati di Paesi occidentali dovessero essere inviati in Ucraina», riporta la Tass. «In questo caso, non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità, ed è così che la valutiamo». Più chiaro di così si muore di fungo atomico.
27 Febbraio 2024