Secondo l’esercito all’interno si nascondevano miliziani: “Ucciso un alto comandante di Hamas”. Picchiato e rapito giornalista di Al Jazeera
L’esercito israeliano, nel cuore della notte, con carri armati, droni e armi ha preso il controllo dell’ospedale Al Shifa di Gaza City e ha chiesto ai membri di Hamas all’interno di uscire ed arrendersi. L’operazione ha provocato l’uccisione e il ferimento di diversi palestinesi. Tel Aviv sostiene di aver fermato una ottantina di sospetti appartenenti ad Hamas. Israele ha invitato i palestinesi che abitano vicino all’ospedale a spostarsi nella parte sud della Striscia.
Secondo il Ministero della sanità di Gaza sono circa 30.000 le persone, tra cui civili sfollati, pazienti feriti e personale medico, che sono intrappolate all’interno del complesso medico di al-Shifa. Lo stesso ministero ha rivolto un appello per fermare questo massacro contro malati, feriti e sfollati e ha sottolineato che questo è uno dei pochi ospedali ancora funzionanti nella Striscia. “Chiunque tenta di muoversi viene preso di mira dai proiettili” ha scritto il ministero su Telegram.
L’esercito israeliano e lo Shin Bet hanno annunciato che nell’operazione nel complesso dell’ospedale Shifa a Gaza City “è stato ucciso Faiq Mabhuoch, capo delle operazioni di sicurezza interna di Hamas”, ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui Mabhuoch era anche “responsabile del coordinamento delle attività terroristiche di Hamas nella Striscia”. L’alto esponente della fazione islamica “è stato eliminato in uno scontro con le truppe mentre era armato e nascosto in un complesso presso l’ospedale di Shifa da cui operava e portava avanti l’attività terroristica”. Trovate armi nella stanza accanto a dove si nascondeva. Nel blitz sarebbero stati uccisi, sempre secondo le forze armate israeliane, circa 20 miliziani di Hamas.
Il governo di Hamas nella Striscia di Gaza ha denunciato l’incursione dell’esercito israeliano sull’ospedale Al-Shifa sostenendo che sparare all’interno del nosocomio è “un crimine di guerra” che “minaccia la vita di migliaia di persone all’interno del complesso medico”. E ha invitato “le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali e tutti i Paesi del mondo libero a intervenire urgentemente per fermare Israele”.
Secondo i media palestinesi, mentre i carri armati israeliani stazionano al cancello principale dell’ospedale, ha preso fuoco a causa del bombardamento l’edificio chirurgico specializzato.
“Gli ospedali non dovrebbero mai essere campi di battaglia. Siamo terribilmente preoccupati per la situazione all’ospedale Al-Shifa, nel nord di Gaza, che sta mettendo in pericolo gli operatori sanitari, i pazienti e i civili”. Così in un post sul social X il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus. “L’ospedale ha ripristinato solo di recente i servizi sanitari minimi. Qualsiasi ostilità o militarizzazione della struttura mette a rischio i servizi sanitari, l’accesso alle ambulanze e la consegna di forniture salvavita”, ha aggiunto ancora il numero uno dell’Oms che poi ha concluso: “Gli ospedali devono essere protetti. Cessate il fuoco!”.
Al Jazeera: “Nostro reporter picchiato e arrestato ad al Shifa”
L’emittente al Jazeera Arabic ha denunciato che il suo corrispondente Ismail al-Ghoul è stato arrestato dalle Forze di difesa israeliane (Idf) all’interno dell’ospedale di al-Shifa a Gaza City. Come hanno riferito il giornalista e scrittore Imad Zaqqout e altri testimoni, al-Ghoul è stato picchiato dai soldati israeliani prima di essere stato arrestato insieme ad altri uomini. Secondo lo scrittore e giornalista palestinese Imad Zaqqout e altri testimoni, al Ghoul è stato picchiato dai soldati israeliani prima di essere arrestato con dozzine di uomini e donne all’interno dell’ospedale.
Borrell: “Israele usa la fame a Gaza come arma di guerra”
“La fame a Gaza è usata come arma di guerra, diciamolo chiaro. Ci sono sette mesi di derrate alimentari bloccate. Israele deve aprire i cancelli e fare entrare gli aiuti”. Lo ha detto l’alto rappresentante Josep Borrell intervenendo allo European Humanitarian Forum 2024.
La Striscia di Gaza “prima della guerra era la più grande prigione a cielo aperto” del mondo, ha aggiunto. La striscia di Gaza “oggi è il più grande cimitero a cielo aperto” del pianeta, “per decine di migliaia di persone e anche per molti dei principi più importanti del diritto umanitario”.
“A Gaza, più che in altri conflitti – ha detto ancora Borrell – sono i bambini a soffrire di più, perché non sanno dove andare nè dove nascondersi. Quindi, incoraggio un appello all’azione per i bambini colpiti dalla guerra a Gaza. Questa guerra è una guerra di bambini. In questi mesi a Gaza sono stati uccisi – più bambini che in tutto il mondo negli ultimi 4 anni”.
“È tempo che il ministero degli esteri della Ue Josep Borrell finisca di attaccare Israele e riconosca il suo diritto all’ autodifesa contro i crimini di Hamas”, è stata la risposta a Borrell del ministro degli esteri israeliano Israel Katz, secondo cui Israele “usa la fame a Gaza come arma di guerra” e che Gaza “da prigione a cielo aperto” che era è passata a essere un “grande cimitero a cielo aperto”. Israele – ha ricordato Katz – ha permesso l’ingresso “di un vasto aiuto umanitario via terra, aria e mare per tutti coloro che vogliono aiutare”.
Allarme Onu a Gaza: “Carestia entro maggio nel Nord”
Intanto l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha lanciato l’allarme per il rapido peggioramento della crisi alimentare nella Striscia di Gaza, dove si prevede una situazione di carestia entro il prossimo maggio nei governatorati settentrionali: è quanto emerge da un nuovo rapporto pubblicato dall’iniziativa globale Integrated food security phase classification (Ipc). Lo rende noto la Fao in un comunicato. Anche il resto della Striscia corre il rischio di una futura carestia, nel peggiore dei casi, se le ostilità non cessassero e l’assistenza umanitaria non raggiungesse le persone più bisognose.
In Qatar Israele offrirà sei settimane di tregua a Gaza in cambio di ostaggi
Oggi Israele invierà una delegazione di alto livello guidata dal capo del Mossad in Qatar per colloqui con Hamas volti a garantire il rilascio di 40 ostaggi in cambio di una tregua di sei settimane a Gaza, ha detto un funzionario israeliano. Questa fase dei negoziati potrebbe durare almeno due settimane, ha stimato il funzionario, citando le difficoltà che i delegati stranieri di Hamas potrebbero avere nel comunicare con il gruppo nell’enclave assediata dopo più di cinque mesi di guerra.
I negoziati a Doha – dove è diretta una delegazione israeliana guidata dal capo del Mossad David Barnea – “coinvolgeranno Sinwar e dureranno almeno due settimane”. Lo ha detto una fonte politica israeliana citata dai media. Secondo altra fonte, riferita da Ynet la “sostanza della trattativa è una tregua di 42 giorni in cambio di 40 ostaggi”.
”Sarà – è stato notato – un processo lungo e complesso. C’è un Hamas esterno in Qatar e un Hamas interno nei tunnel, i negoziati sono con Sinwar che è nei tunnel”. La delegazione ha avuto dal governo “un mandato chiaro” che tuttavia ha fissato “chiare linee rosse” per la trattativa
Israele: “Un altro soldato morto a Gaza, bilancio ora sale a 250”
L’esercito israeliano ha annunciato la morte di un soldato durante i combattimenti con Hamas nell’area dell’ospedale Shifa a Gaza City. Lo ha fatto sapere il portavoce militare spiegando che si tratta di Matan Vinogradov di 20 anni. Il bilancio dei soldati uccisi, dall’avvio dell’operazione a Gaza contro Hamas, è ora di 250.
Colloqui tra Biden e Netayahu: al centro Rafah e aiuti umanitari
Si è conclusa la conversazione tra il presidente americano Joe Biden e il premier israeliano Benjamin Netanyahu che è durata 45 minuti. “Il presidente Biden ha parlato con il premier Benjamin Netanyahu per discutere dei recenti sviluppi in Israele e Gaza, compresa la situazione a Rafah e gli sforzi per aumentare l’assistenza umanitaria a Gaza”. Lo rende noto la Casa Bianca subito dopo la telefonata tra i due leader, la prima del 15 febbraio. Biden, oggi, ha ribadito in altra sede la propria preoccupazione per la situazione, chiedendo il rilascio degli ostaggi israeliani, la tregua nella Striscia e il rifornimento di aiuti umanitari.
18 Marzo 2024