L’UE esorta Israele a porre immediatamente fine alla sua operazione militare a Rafah altrimenti verrebbero messe inevitabilmente a dura prova le relazioni
Dopo che nelle ultime 24 ore gli attacchi israeliani hanno provocato almeno altri 82 morti e 234 feriti nella Striscia di Gaza, il bilancio delle vittime dall’inizio del conflitto il 7 ottobre scorso sale a 35.173 morti e 79.061 feriti, secondo il conteggio del Ministero della Sanità del territorio controllato da Hamas. In particolare, nel campo profughi di Nuseirat, al centro della Striscia, aerei israeliani hanno attaccato la casa a tre piani della famiglia Karaja, dove si rifugiavano decine di persone, provocando, secondo fonti mediche, una ventina di morti. I servizi di soccorso affermano che ci sono ancora corpi sotto le macerie ma che le ambulanze non possono raggiungerli a causa dei continui attacchi israeliani. Secondo i media palestinesi, sempre a Nuseirat gli aerei israeliani hanno anche bombardato una scuola dell’UNRWA in cui si rifugiavano decine di sfollati, provocando un incendio. Ancora, sempre nelle ultime ore gli aerei da guerra israeliani hanno lanciato un attacco contro una casa nella parte occidentale della città di Gaza, e l’artiglieria ha bombardato la città di Beit Lahia, nel nord-ovest della Striscia di Gaza, e il vicino campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres si dichiara “sconvolto dall’escalation dell’attività militare a Rafah e dintorni da parte delle forze israeliane. Questi sviluppi stanno ulteriormente ostacolando l’accesso umanitario e peggiorando una situazione già terribile“.
“I civili devono essere protetti in ogni momento”, ha aggiunto Guterres ribadendo l’appello urgente per un cessate il fuoco umanitario immediato, per la liberazione di tutti gli ostaggi e la riapertura del valico di Rafah.
“L’entroterra di Rafah è ormai una città fantasma. E’ difficile credere che solo una settimana fa ci fossero oltre 1 milione di persone che si rifugiavano qui“. E’ la constatazione di Louise Wateridge, una portavoce dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i palestinesi, secondo cui “le famiglie si sono spostate il più a ovest possibile, raggiungendo la spiaggia“.
Ue: con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova
L’Unione europea esorta Israele a porre immediatamente fine alla sua operazione militare a Rafah altrimenti verrebbero messe inevitabilmente a dura prova le relazioni dell’Ue con Israele. “Questa operazione sta ulteriormente interrompendo la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza e sta portando a ulteriori sfollamenti interni, all’esposizione alla carestia e alla sofferenza umana”, afferma l’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell.
“Più di un milione di civili si stanno rifugiando a Rafah e dintorni e a loro è stato detto di evacuare in aree che, secondo le Nazioni Unite, non possono essere considerate sicure.
Sebbene l’Ue riconosca il diritto di Israele a difendersi, Israele deve farlo in linea con il diritto internazionale umanitario e garantire sicurezza ai civili”, si legge nella dichiarazione.
“L’Unione europea invita Israele ad astenersi dall’aggravare ulteriormente la già terribile situazione umanitaria a Gaza e a riaprire il valico di Rafah. Se Israele dovesse continuare la sua operazione militare a Rafah, ciò metterebbe inevitabilmente a dura prova le relazioni dell’Ue con Israele”, evidenzia il capo della diplomazia europea.
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Con l’offensiva a Rafah a rischio 45 anni pace Israele-Egitto
Della stessa linea dell’Ue è anche l’Egitto. Il Cairo, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, sta considerando di “declassare” le relazioni diplomatiche con Tel Aviv, dopo aver preannunciato l’intenzione di unirsi all’accusa presentata dal Sudafrica e altri Paesi al Tribunale dell’Aia contro Israele per genocidio a Gaza. Come ricorda il quotidiano finanziario americano, “nei 45 anni trascorsi dal loro storico accordo di pace (firmato il 26 marzo 1979, ndr), Israele ed Egitto sono diventati partner essenziali, un rapporto stretto ma mai caloroso che è alla base della sicurezza nazionale di entrambi i paesi. L’offensiva israeliana di Rafah minaccia di annullare tutto ciò”. L’Egitto ha recentemente rifiutato di riaprire il confine con Gaza dopo la chiusura della parte palestinese del valico.
Human Rights Watch, da ottobre Idf ha colpito 8 convogli umanitari
Human Rights Watch ha calcolato che da ottobre le forze israeliane hanno effettuato almeno otto attacchi contro convogli umanitari e sulle loro strutture a Gaza, anche dopo che le organizzazioni umanitarie avevano fornito le loro coordinate alle autorità israeliane. Lo riporta il Guardian. Hrw ha affermato che le Forze di Difesa Israeliane (IDF) non hanno emesso avvertimenti alle organizzazioni umanitarie prima degli attacchi, che hanno ucciso o ferito almeno 31 persone.
Pesanti combattimenti a Rafah, Jabaliya e al-Zaytoun
Prosegue l’offensiva israeliana a Gaza. Fin dall’alba, Rafah, la città all’estremità meridionale della Striscia, ha subito intensi bombardamenti aerei e di artiglieria. I bombardamenti di artiglieria israeliani hanno preso di mira anche il centro del quartiere di Al-Zaytoun, a sud di Gaza City. Secondo i media palestinesi, ci sono scontri anche a Jabaliya, nel centro dell’enclave palestinese. Nella città di Rafah, i carri armati israeliani hanno attraversato la strada principale, Salah al-Din, che taglia la Striscia da Nord e Sud e divide anche la città nella metà orientale e quella occidentale. Le truppe avanzano da Est verso Ovest e ora stanno combattendo nei quartieri vicini al centro. I video sui social media e sui media palestinesi mostrano un blindato israeliano nel cuore del quartiere di Geneina, nel centro della città. Le Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno anche riferito di attacchi di artiglieria contro le truppe israeliane di stanza al valico di Rafah, che collega con l’Egitto, e contro un convoglio di fanteria nel quartiere di Salam. Attualmente sul lato egiziano del confine si trovano circa 100 camion dell’Unrwa, di fronte al valico di Kerem Shalom – che collega la Striscia di Gaza con Israele da sud, molto vicino all’Egitto – il che potrebbe indicare che altri aiuti umanitari entreranno a Rafah nelle prossime ore. Il valico di Rafah con l’Egitto è chiuso da martedì scorso, quando Israele ha preso il controllo del lato palestinese, mentre il vicino valico di Kerem Shalom – dove Israele sta effettuando ispezioni – è stato aperto la scorsa settimana di tanto in tanto, principalmente per consentire l’ingresso di carburante durante il fine settimana.
Lega araba: a Gaza pulizia etnica, uccise anche istituzioni
“L’aggressione contro Gaza è il completo assassinio di una società, lacerandone il tessuto sociale e distruggendone le capacità e le istituzioni. Dopo mesi di atrocità accumulate, il mondo dovrebbe essere pronto a dichiararlo chiaramente come pulizia etnica“. Lo ha detto il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, durante il suo discorso al Consiglio dei Ministri degli Esteri della Lega Araba in preparazione del 33° Summit Arabo organizzato dal Regno del Bahrein. Quello che accade a Gaza – ha aggiunto – “è una macchia sulla fronte del mondo“.
16 Maggio 2024