La storia come ricerca e come mestiere civile
Pubblichiamo qui di seguito la prima e la quarta pagina di copertina di un saggio di storia – e non di polemologia antimassonica come ha temuto Aldo A. Mola – che, a nostro parere, merita di essere letto con attenzione.
L’ingrata progenie Padulo_Copertina – L’ingrata progenie Padulo_Quarta di copertina
Il saggio si raccomanda per molte ragioni:
a) innanzi tutto sono da notare le date (1914-1923). La nascita e l’avvento del fascismo al potere sono ripercorse inglobando nel discorso la grande guerra;
b) non parla di interventismo spontaneo ma di preparazione della guerra curata dalla massoneria e dal governo Salandra;
c) specificamente, il saggio riguarda la massoneria di palazzo Giustiniani, avendo – negli anni presi in esame – scheletrica consistenza e scarsa rilevanza la massoneria detta di Piazza del Gesù;
d) iscrive la nascita del “Popolo d’Italia” in un tentativo di garibaldinizzare il movimento operaio e socialista. La massoneria vuole trasformare i socialisti in patrioti con camicia rossa;
e) assegna alla massoneria, sulla base di una ricca documentazione, il ruolo di cabina di regia dell’intero sistema politico tra la vigilia della guerra e la marcia su Roma;
f) ricostruisce il regime di guerra e ne fa il modello-prototipo del regime fascista. La guerra viene combattuta su due fronti: contro l’Austria e la Germania e contro i neutralisti di ogni specie;
g) spiega l’adunata di piazza San Sepolcro (23 marzo 1919) come l’effetto di uno scontro interno alla massoneria. Sonnino, sostenuto da Ernesto Nathan, vuole la pace adriatica; Bissolati, al contrario, la pace democratica. Sonnino vince e va a farsi mutilare la pace a Versailles. Bissolati perde e guadagna i fischi alla Scala e la fama di rinunciatario. Contro i lui e rinunciatari come lui, vengono poi fatti nascere i fasci di combattimento;
h) documenta le iniziative di tutorship attuate dai servizi di intelligence militari e dalla massoneria sia nella fase infantile dei fasci che dopo l’occupazione delle fabbriche;
i) rafforza con nuovi documenti il giudizio di Gaetano Salvemini secondo il quale la marcia su Roma fu un’opera buffa. A parte la pioggia, tutto era previsto, combinato e noto.
Per tutte queste corpose ragioni, avallate da una documentazione affidabile e variegata, raccomandiamo a tutti la lettura di questo saggio.
Angelo Tasca, a conclusione di Nascita e avvento del fascismo, scrisse che, per capire il fascismo, bisognava scriverne la storia. Noi ci permettiamo di postillare che conviene riscriverla ogni tanto.
Lo staff di iskrae.eu