In foto: palazzo Giustiniani; Giancarlo Galan
Dal 1987 l’ex governatore del Veneto sarebbe iscritto all’ordine iniziatico Grande Oriente d’Italia, con sede a Padova a palazzo Giustiniani. Lo scorso 6 giugno la richiesta di abbandonare l’obbedienza
Redazione 24 luglio 2014
Sono passati appena due giorni dall’arresto di Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia, ex ministro ed ex governatore del Veneto, avvenuto lo scorso martedì 22 luglio, dopo che la Camera si è espressa a favore della richiesta presentata dalla Procura di Venezia, bocciando la domanda di rinvio del voto a dopo il 20 agosto, giorno in cui le condizioni di salute di Galan si sarebbero ristabilite, consentendogli di presenziare alle consultazioni in aula. Quello stesso martedì, il colpo di scena: le dimissioni dall’ospedale di Este, dove pareva dovesse rimanere ricoverato per almeno altri 45 giorni, e il trasferimento al carcere di Opera alle porte di Milano. Un fatto che ha scatenato perplessità e polemiche e che ha portato la Guardia di Finanza al sequestro della cartella clinica del paziente per fare chiarezza sulla vicenda. Venerdì 25 luglio l’interrogatorio di garanzia e rogatoria davanti al gip di Milano.
GHEDINI IN VISTA. Giovedì l’avvocato Niccolò Ghedini ha fatto visita a Galan, recluso nel reparto ospedaliero del carcere di Opera. Il legale assicura che nel centro clinico sono state confermate le diagnosi cliniche fatte al deputato forzista dai medici negli ospedali di Padova ed Este nelle scorse settimane: la frattura della gamba sinistra e i problemi circolatori legati all’ingessatura e al diabete. Per questo motivo, l’ex ministro, è il consiglio arrivato dal reparto della casa di reclusione alle porte di Milano, dovrà continuare la terapia che sta facendo in questi giorni.
GALAN MASSONE. Galan sotto i riflettori, dunque, e così anche la sua vita più “segreta”, nel vero senso del termine. Si era vociferato di una presunta appartenenza dell’esponente di Fi agli ambienti della massoneria, ma le chiacchiere non avevano mai trovato conferma, almeno fino ad un fatto palese, risalente allo scorso 6 giugno. A due giorni dall’arresto della procura di Venezia per la vicenda Mose, Galan, come riporta il Corriere del Veneto, avrebbe chiesto alla propria loggia di appartenenza di “entrare in sonno”, ovvero di abbandonare l’obbedienza, assieme ai riti e alle riunioni della confraternita, a seguito di quanto gli stava accadendo. Si tratta di una formalità che può avere carattere anche solo temporaneo, ma che, nel contesto massonico corrisponde alla scelta più delicata che un “fratello” possa compiere.
L’ORDINE. L’ex presidente del Veneto sarebbe affiliato al Grande Oriente d’Italia di palazzo Giustiniani, il più antico a Padova, dal 1987. All’epoca aveva 31 anni. Nel corso del tempo le sue frequentazioni degli ambienti iniziatici si sarebbero via via ridotte, a causa degli impegni istituzionali, fino allo scandalo delle tangenti Mose e alla decisione suprema di “entrare in sonno”. Il Grande Oriente nasce nel 1805 e vanta oltre duecento anni di storia. Pur mantenendo il carattere sostanziale di segretezza, questi ambienti non sono più nascosti, anzi sono regolarmente iscritti e gli elenchi vanno presentati in Prefettura per legge. Sul sito si legge: “Ogni membro, al fine di rendere sacri i propri impegni, deve aver prestato solenne promessa sul libro della legge da esso ritenuta sacra”.
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