di Viola Fiore
I giornalisti RAI rappresentati dal sindacato UNIGRAI hanno preso le distanze dal comunicato dell’Amministratore delegato dell’azienda, Roberto Sergio.
“L’Usigrai, dopo le polemiche seguite alle parole pronunciate da un artista sul palco di Sanremo e la successiva dichiarazione dell’ad dell’azienda, ribadisce, anche nei confronti dell’editore, l’autonomia e l’indipendenza dell’informazione dei giornalisti della Rai”, scrive in una nota l’Esecutivo UsigRai.
I giornalisti ricordano di essere impegnati con colleghe e colleghi su tutti i fronti di guerra per riportare le notizie con equilibrio e rispetto dei fatti. Per nessuna ragione vorremmo essere accomunati a posizioni di parte che farebbero venir meno la terzietà propria del ruolo dell’informazione di servizio pubblico.
Solo qualche giorno fa, Usigrai, in una conferenza stampa congiunta con FNSI, aveva evidenziato la necessità che tutti i partiti escano dalla RAI, perché la loro presenza sta uccidendo il servizio pubblico. “Sulla libertà del servizio pubblico e sulla libertà di stampa, l’Italia è sempre più lontana dall’Europa. Serve una riforma di livello di europeo, in linea con le sentenze della Corte Costituzionale e l’European media freedom act, unita alla certezza di risorse di lungo periodo”.
Per Usigrai e FNSI, è il momento che la politica si assuma le proprie responsabilità e risolva in Parlamento la questione della legge di nomina dei vertici Rai, rendendo il servizio pubblico veramente libero e indipendente.
Per il segretario Usigrai Daniele Macheda “bisogna riformare la legge di nomina dei vertici della Rai e garantire risorse certe e di lunga durata all’azienda”. Noi lo diciamo da anni, con governi di ogni colore politico, ad esempio nel 2015 l’Usigrai, insieme alla Fnsi, scriveva: “Il Presidente del Consiglio aveva promesso di togliere la Rai ai partiti e restituirla ai cittadini. E, invece, l’ha messa alle dirette dipendenze del Governo”.
13 febbraio 2024