Richiesta di pubblicazione.
Lo staff di iskrae
Invio per conoscenza in allegato una riflessione su GIUSTIZIA E DIRITTO.
Ciao Michele Michelino
Michele Michelino (*) In Italia padroni e manager d’importanti aziende, responsabili di migliaia di vittime continuano a rimanere impuniti: il profitto viene prima di tutto, prima della vita umana, prima della sicurezza sul lavoro, prima dell’ambiente in cui tutti, lavoratori e cittadini, viviamo – e quando vengono portati sul banco degli accusati per omicidio ricevono dai tribunali “benevole” assoluzioni. Dal tempo il messaggio diretto a quelle misteriose figure chiamate “investitori” (o ‘mercati’) sembra essere molto chiaro: “Venite in Italia, paese moderno che si è lasciato alle spalle quelle reliquie ottocentesche chiamate ‘morti sul lavoro’ e si può fare affari senza tanti problemi. Per questo i governi hanno concesso lo scudo penale ai capitalisti e manager, come per l’acciaieria ex Ilva di Taranto o sotto altra forma concedendo tramite i tribunali a molti padroni e manager l’impunità giudiziaria. Il messaggio al capitale internazionale e chiaro: venite e investite, avrete schiavi silenziosi e obbedienti e, in caso di problemi, godrete comunque dell’impunità”. L’Italia è il paese dell’ingiustizia per i proletari e i poveri e del bengodi per gli sfruttatori. Fece scalpore e suscitò indignazione, ma solo per un attimo, la tesi del procuratore generale della Cassazione, che aveva chiesto l’annullamento della sentenza d’appello nel caso Eternit per prescrizione (ottenendola) affermando che «Anche se oggi qui si viene a chiedere giustizia, un giudice tra diritto e giustizia deve scegliere il diritto». Questo principio è ormai diventato l’orientamento generale di tutti i tribunali che nei casi di morti sul lavoro e di stragi del profitto assolvono i colpevoli e condannano le vittime e ancor più le associazioni a pagare le spese processuali punendole per aver cercato giustizia. Il diritto del padrone al profitto a scapito degli altri diritti costituzionali, alla vita e alla salute viene prima della giustizia dovuta alle vittime di un crimine contro l’umanità. Nel sistema capitalista gli industriali sono legittimati a sfruttare gli esseri umani e distruggere la natura, le leggi difendono il loro “diritto” a continuare ad arricchirsi sfruttando, inquinando e avvelenando lavoratori, cittadini e ambiente con le loro fabbriche di morte. Dobbiamo passare dalla critica all’organizzazione per mettere in discussione con la lotta la società, lo stato e il loro potere che legittima lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Solo con il potere operaio, con una società socialista in cui si produca per soddisfare i bisogni e le esigenze degli esseri umani è possibile emanciparci e liberarci dalla miseria e dall’oppressione. (*) Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio |