DANILO TOSARELLI MILANO
Avete mai sentito parlare di ” Great Resignation”?
Stiamo parlando del fenomeno delle “GRANDI DIMISSIONI”.
Molte imprese italiane registrano un aumento delle dimissioni volontarie.
Nel 2022 sono state quasi 2.200mila. Un incremento del 13,8% rispetto al 2021.
Ma sono state il 24% in più di quelle del 2019. Giova precisare che la pandemia risale al 2020.
Francesca Coin sociologa, ne ha scritto un libro che ci aiuta nel comprendere.
I settori più colpiti da questo fenomeno sono principalmente 3.
SANITÀ PUBBLICA, RISTORAZIONE e GRANDE DISTRIBUZIONE.
Sono circa 8000 i medici specialistici, che ogni anno lasciano il Sistema Sanitario Nazionale.
Grande fuga anche di personale infermieristico. Nei primi 6 mesi del 2021, oltre 2000 dimissioni.
i motivi delle dimissioni sono legati alla gravosità del compito ed agli eccessivi carichi di lavoro.
Secondo Nurse Forecasting, il 36% di loro lascerà quel luogo di lavoro entro 12 mesi.
Il 33% invece intende abbandonare del tutto la professione.
Inutile sottolineare la gravità della situazione.
Inutile evidenziare le conseguenze che si generano su chi ha bisogno di cure.
Nel campo della RISTORAZIONE i lavoratori sono profondamente scontenti.
Turni di lavoro lunghi e massacranti, con giorni di riposo inesistenti.
Per non parlare dell’obbligo di fare straordinari. L’impegno diventa totalitario.
Nella GRANDE DISTRIBUZIONE la situazione è molto simile.
Esiste una grande pervasivita’ nello sfruttamento del personale.
Questo fenomeno delle GRANDI DIMISSIONI viene letto in modo distorto.
Facile sostenere che i giovani non hanno voglia di lavorare. Diffidate.
Lo sostengono molti imprenditori e fa comodo diffondere questa bugia.
Non è proprio così. Francesca Coin è lapidaria nel suo giudizio.
“Tutto ciò è legato a problemi atavici del mercato del lavoro italiano.
Sistemi opachi di pagamento e contrattualizzazione. Paghe bassissime. Ritmi di lavoro spesso disumani, che hanno una spiegazione.
Tutto ciò è legato al deterioramento dei diritti e delle tutele del lavoratore.”
È un atto d’accusa molto forte nei confronti del Sindacato e degli imprenditori.
Se I lavoratori fuggono, è evidente che un certo modello aziendale non funziona.
In presenza di una situazione così preoccupante e stagnante, ecco ancora la Coin.
“LE GRANDI DIMISSIONI sono oggi un’affermazione di dignità e libertà.”
Ho voluto indagare ancora di più queste GRANDI DIMISSIONI. Le imprese.
Il 46% registrano un aumento delle dimissioni volontarie negli ultimi 12/18 mesi.
Il 76% sono MILENNIALS (i nati fra il 1981 ed il 2000).
Il 28% sono GENERAZIONE X ( i nati tra il 1965 e il 1980).
Il 27% sono GENERAZIONE Z ( i nati tra il 1987 e il 2012).
Il 2% sono BABY BOOMER che hanno età fra i 56 e i 74 anni.
Riporto I dati di una recente ricerca del POLITECNICO di Milano.
Solo il 7% dei lavoratori italiani dichiara di essere felice.
L’11% sta bene lavorando. Aspetto psicologico, relazionale, fisico.
Nell’ultimo anno, il 42% dei lavoratori ha avuto almeno un’assenza.
Legata a malessere certamente, di carattere psicologico o relazionale.
Mariano Corso, responsabile dell’Osservatorio gestito dal POLITECNICO.
“L’incapacità di gestire l’invasione del lavoro nella vita privata crea problemi.
Per molti è fonte di malessere, insoddisfazione, desiderio di discontinuità”.
Ne sono emerse 2 reazioni.
WORK LIFE INTEGRATION (43%)
Sono coloro che trovano nel lavoro, molto della loro soddisfazione personale.
Relazione equilibrata, tra tempo di lavoro e quello legato alla vita privata.
WORK LIFE SEPARATION (57%)
Sono coloro, che trovano la propria soddisfazione personale fuori dal lavoro.
Ci tengono a mantenere rigorosamente separata vita lavorativa e vita privata.
L’integrazione vita lavoro, se non gestita correttamente può creare 2 “mostri”.
JOOB CREEPER
Il coinvolgimento di queste persone nella vita lavorativa è più alto della media.
Ricercano flessibilità e autonomia nel lavoro, ma spesso si sovraccaricano.
Non riescono a smettere di lavorare. La loro testa è sempre lì.
Inevitabilmente, i ritmi ed i carichi di lavoro sovrastano la sfera privata.
Ne può nascere uno squilibrio, che può avere gravi ripercussioni di varia natura.
QUIET QUITTER
Questi soggetti si limitano a fare lo stretto necessario, dando priorità ad altro.
Non sono coinvolti emotivamente nel lavoro da svolgere. Ne nasce apatia.
Tendono ad adagiarsi nella loro insoddisfacente condizione professionale.
E rinunciano persino a cercare di cambiare lavoro. La scelta di rassegnarsi.
Sono soggetti, che nel tempo avranno scompensi di carattere psichico e fisico.
Pochi si soffermano su questi aspetti, che sono la carne viva dei lavoratori.
La logica del profitto è crudele e prova scarso interesse per queste cose.
Peccato, che poi le ripercussioni possano diventare di ampia rilevanza sociale.
Oggi il lavoratore medio vive condizioni di grande disagio.
Prende poco, fa fatica a tirare fine mese e si sente solo di fronte alle difficoltà.
Disagio lavorativo? Scarsa speranza di un miglioramento? Scarse retribuzioni?
Purtroppo, oggi la sensazione di solitudine è molto diffusa e percepita.
Personalmente ritengo, che neppure una legge sul SALARIO MINIMO risolverà.
Se ci arriveremo, sarà un passo in avanti, visto che saremmo tra gli ultimi.
Una scelta di civiltà, che ancora trova ostracismi in un Paese da terzo mondo.
Un Paese che continua a calpestare i diritti e la dignità di chi lavora onestamente.
Dopodiché, le GRANDI DIMISSIONI sono un fenomeno sociale preoccupante.
Lo vivono in molti, ma ognuno individualmente. Questa è la grande amarezza.
Oggi vi è l’assenza di un soggetto sociale che voglia e sappia contrastarlo.
All’orizzonte vedo solo la politica delle poltrone e dei privilegi. Egoista e cinica.
Vedo soprattutto l’assenza di una rappresentanza seria del mondo del lavoro.
Partiti e sindacati che non facciano finta. Non ci serve fare testimonianza.
Servono proposte di rottura e serve mettere in campo un conflitto ormai remoto.
Fino a quando riusciremo a stare a galla, immersi in queste nefaste sabbie mobili?
Possibile che nessuno voglia lanciarci delle robuste funi, per tornare a lottare?
La speranza è l’ultima a morire….
Foto di daha3131053