L’autoproclamato presidente del Venezuela Juan Guaidó non ha ottemperato all’ordinanza del tribunale britannico che lo obbliga a pagare le spese legali ai rappresentanti del presidente Nicolás Maduro e dello Stato venezuelano per la causa d’appello persa sull’accesso alle riserve auree del Venezuela depositate presso la Banca d’Inghilterra.
Ne ha dato notizia giovedì scorso lo studio legale che rappresenta il governo costituzionale venezuelano: “Il Consiglio di Amministrazione di Guaidó ha omesso di farlo, ponendosi in violazione dell’ordine della Corte d’appello inglese”, ha affermato lo studio legale Zaiwalla & Co in una dichiarazione inviata a Sputnik.
Secondo gli avvocati che rappresentano la Banca Centrale Venezuelana (BCV) nella causa contro Guaidó, a seguito della sentenza del 5 ottobre che ha accolto il ricorso del board della BCV nominato dal presidente venezuelano Nicolas Maduro e ha capovolto una precedente sentenza del tribunale commerciale britannico che riconosceva Guaidó come “presidente ad interim costituzionale”, il Consiglio di Amministrazione di Guaidó è stato condannato a pagare 400.000 sterline (523.400 dollari) alla parte vincitrice entro il 20 ottobre 2020.
Lo studio legale Zaiwalla & Co ha spiegato che il volontario e mancato rispetto di un ordine di pagamento del tribunale, avendo i mezzi per farlo, dovrebbe comportare l’imposizione di ulteriori sanzioni da parte del tribunale alla parte debitrice.
“Dato che il Consiglio di Amministrazione di Guaido ha le risorse per istruire gli avvocati a partecipare a contenziosi come questo in tutto il mondo, è difficile credere ad una giustificazione per cui non hanno accesso ai fondi che consentano loro di ottemperare al pagamento”, ha commentato, come citato nella dichiarazione.
La battaglia legale per l’oro è iniziata dopo che Guaidó si è auto dichiarato presidente ad interim del Venezuela nel gennaio 2019.
Successivamente, la Banca d’Inghilterra ha rifiutato di soddisfare una richiesta avanzata dalla Banca Centrale del Venezuela per avere accesso ai propri lingotti d’oro, del valore stimato di 1,2 miliardi di dollari, per acquistare medicinali e attrezzature per affrontare la pandemia da COVID-19.
La motivazione addotta dalla banca inglese fu che c’era una mancanza di chiarezza su chi governava il Venezuela.
A seguito di ciò la BCV ha citato in giudizio la Banca d’Inghilterra, ma la prima sentenza è stata sfavorevole in quanto il tribunale commerciale del Regno Unito si è pronunciato a luglio contro il Consiglio nominato da Maduro, ed il giudice che presiedeva il caso affermò che dal momento che Guaidó era stato “inequivocabilmente” riconosciuto dal Regno Unito come presidente del Venezuela, a seguito di una dichiarazione rilasciata dall’allora ministro degli Esteri Jeremy Hunt nel 2019, era lui, attraverso il suo Consiglio di Amministrazione ad avere diritto sull’oro”.
Il 5 ottobre, però il Tribunale d’Appello ha ribaltato la sentenza ed ha ordinato alla corte di condurre un’indagine dettagliata per determinare se il governo del Regno Unito riconosce che Maduro continua effettivamente ad esercitare de facto i poteri del capo di Stato e di Governo nella nazione sudamericana.