Vito Francesco Polcaro
Il movimento “ariosofista” e l’esoterista ucraina Helena Petrovna Blavatsky. I “superuomini”, presunti discendenti dall’originale “razza tibetana”. Il “populismo etnico”, un colonnello austriaco pazzo e i “Cavalieri neri”, cioè le SS.
Goya intitolò una sua famosa acquaforte “Il sonno della ragione genera mostri”. Questa frase contiene una profonda verità, come dimostra lo stretto legame tra nazismo, esoterismo ed occultismo, che non è un’invenzione dei film di Indiana Jones, ma un fatto storico accertato.
La fondatrice del movimento “ariosofista”, Helena Petrovna Blavatsky – – Simbolo esoterico della svastica
Il rapporto tra occultismo e nazismo parte dalle opere dell’esoterista ucraina Helena Petrovna Blavatsky, fondatrice della “Società Teosofica” e del movimento “ariosofista” nella seconda metà del XIX secolo. La Blavatsky, dopo lunghi viaggi per il mondo e soprattutto in Tibet, si stabilì a Londra ed ebbe un grande successo, fondendo l’occultismo europeo con la simbologia orientale e tibetana. Secondo la Blavatsky, la razza umana ha attraversato sette fasi. Nelle prime quattro, si è verificato un graduale distacco dell’uomo da Dio e solo dall’inizio della quinta fase, che starebbe cominciando ora, sarebbe possibile aspirare di nuovo al divino. Tuttavia, solo un gruppo di “superuomini”, discendente dall’originale razza perfetta tibetana (cioè gli “Ariani”), formandosi nella scienza occulta, potrebbe risalire a Dio e iniziare una nuova era. Come si vede, la teosofia della Blavatsky conteneva già l’elemento essenziale dell’aberrante teoria nazista. In più, sempre secondo la Blavatsky, ogni fase della storia umana è collegata a un simbolo e l’ultima, la più perfetta, ha per simbolo la svastica.
L’occultismo della Blavatsky si diffuse in Germania nei gruppi politici nazionalisti all’inizio del XX secolo. In particolare, Guido von List e Lanz von Liebenfels aggiunsero alle teorie ariane della Blavatsky elementi del “populismo etnico” (völkische Bewegung, un movimento nazionalista e populista, d’ispirazione romantica e molto attento al folklore tedesco). Entrambi ponevano come causa di tutti i guai del mondo la mescolanza delle razze, che attribuivano ad una cospirazione antigermanica, ed intendevano sostituire il mondo moderno, corrotto e decaduto, con un nuovo impero germanico, governato dalla scienza occulta, che avrebbe garantito l’ordine sociale. In particolare, von Liebenfels ha avuto un ruolo fondamentale nella formazione del giovane Hitler, essendo l’editore di Ostara, la rivista preferita del futuro “führer”.
Il colonnello austriaco Karl Maria Wiligut, schizofrenico e megalomane
Tuttavia, l’occultista che ebbe la maggiore influenza sul nazismo fu il colonnello austriaco Karl Maria Wiligut. Questi, andato in pensione dopo 40 anni di servizio militare, si dedicò agli studi occulti con tale insana passione da venire internato in manicomio con una diagnosi di schizofrenia e megalomania. Wiligut si interessava particolarmente alle usanze religiose e militari degli antichi Germani, arrivando ad ipotizzare che essi praticassero una religione monoteista del dio Irmin, rivelata nel 12.000 a.C. dal profeta Krist, in seguito trasformato dai cristiani nella figura del Cristo: egli era infatti convinto che la Bibbia fosse in realtà una copia malfatta di un antico testo germanico. Nella cultura europea contemporanea, Wiligut vedeva solo una cospirazione degli ebrei e della Chiesa Cattolica, con l’obiettivo di nascondere la vera religione germanica. Dimesso dal manicomio e trasferitosi a Monaco nel 1932, Wilgut ebbe, dal 1933, una strettissima collaborazione ed un forte ascendente su Himmler, il cui interesse per la teosofia era cominciato quando era adolescente e che fu sempre ossessionato dall’occulto e dalla ricerca di reliquie della tradizione biblica e paleocristiana. Da questa collaborazione nacque il progetto di un futuro governato dai “cavalieri neri”, le SS. Per queste, furono create scuole oppure di alta formazione e di iniziazione alle caratteristiche della razza ariana, che avevano il loro fulcro nel castello di Wewelsburg. Questo fu scelto come il castello perfetto, corrispondente ad un’antica profezia immaginata dalla mente malata di Wiligut, che avrebbe descritto la battaglia finale tra l’esercito dell’Occidente e l’esercito d’Oriente e la conquista del mondo da parte dei tedeschi. Il castello fu ristrutturato inserendovi tutti i simboli dell’immaginaria religione germanica di Wiligut e questi simboli, sotto forme di rune, furono inseriti anche nelle divise delle SS, a partire dalle due S, rappresentate da due rune “Sieg”. Il Sieg, l’Hagal (che Wiligut interpretava come la “madre delle rune”, indicante la chiusura al mondo esterno) e la svastica erano anche incise sul Totenkopfring, l’anello con il teschio, che ogni SS riceveva in dono da Himmler.
Il simbolo dell’Ahnenerbe (“Società di ricerca sull’eredità ancestrale tedesca”)
Per approfondire gli studi di Wiligut, Himmler fondò nel 1935, insieme al ministro per l’agricoltura Walther Darré e allo storico olandese naturalizzato tedesco Hermann Wirth la Forschungsgemeinschaft Deutsches Ahnenerbe (“Società di ricerca sull’eredità ancestrale tedesca”), meglio conosciuta semplicemente come Ahnenerbe, inizialmente concepita come una società scientifica indipendente dedicata alle ricerche riguardanti la storia antropologica e culturale della razza ariana. Già nel 1939 però l’Ahnenerbe fu incorporata nello “Stato maggiore personale del Reichsführer-SS”, cioè di Himmler, e i suoi membri (incluso Wiligut) divennero ufficiali onorari delle SS. L’Ahnenerbe organizzò un notevole numero di spedizioni archeologiche ed antropologiche in molti Paesi (Finlandia, Svezia, Norvegia, Italia, Francia, Olanda, Belgio, Regno Unito, Romania, Balcani, Medio Oriente, Perù, Tibet, Grecia, Russia meridionale), sempre alla ricerca di vestigia dell’immaginaria pura razza ariana preistorica. Anche se alcuni di questi studi mantengono ancora un certo valore antropologico (come le riprese cinematografiche dei riti sciamanici in Carelia) o geografici (come la mappatura della Cordillera Blanca in Perù), spesso si trattò solo di strumenti per instaurare o stringere contatti con gruppi politici stranieri filo-nazisti e antisemiti (come le “guardie di ferro” romene, il re dell’Iraq e lo sceicco della tribù beduina degli Shammar, Adjil el Yawar). Nella quasi totalità si trattò comunque di imprese di nessun valore scientifico, i dati delle quali non hanno alcuna importanza essendo stati riportati dopo essere stati manipolati per confermare una tesi assurda.
Una rappresentazione del dio egiziano Atum (da http://www.mysteries-in-stone.co.uk/images/atum.gif)
Lo scopo finale di Himmler, condiviso pienamente da Hitler era infatti quello di creare una nuova religione, partendo dall’immaginario “Irminismo” di Wiligut, della quale Hitler sarebbe stato la divinità principale e, ovviamente, Himmler il pontifex maximus. Di questa nuova religione, le SS praticavano già le festività e molti rituali, adattati da quelli celtici, ma anche da altre tradizioni, inclusi i culti satanici. Non per nulla, un progetto dell’Ahnenerbe sul culto romano del Sol Invictus nascondeva in realtà un progetto segreto sul “Sole Nero”, inteso come un simbolo esoterico di un dio ingannato e dimenticato, ma vicino a ritornare ed a vendicarsi. Questo dio era visto in Cronos, re degli dei greci prima di essere spodestato dal figlio Zeus, nel dio egiziano Atum, ma anche in Lucifero, cacciato dal Paradiso. Non per nulla, uno dei soli cinque dirigenti dell’Ahnenerbe a conoscenza del progetto “Sole Nero”, oltre ad Himmler e Wiligut, era Otto Rahn, storico medievista e ariosofista, che nella sua opera principale aveva interpretato i Templari non solo come i custodi della divina coppa del Santo Graal, ma anche come seguaci di un culto di Lucifero derivato da druidi celtici convertiti al manicheismo gnostico.
Per concludere, è interessante vedere che fine hanno fatto gli “studiosi di punta” dell’Ahnenerbe.
Wiligut morì vecchissimo di morte naturale nel 1946. Rhan, su chiamata diretta di Himmler, fu prima uno dei membri più importanti dell’Ahnenerbe e divenne ufficiale delle SS, però fu poi degradato a guardia del campo di Dachau per omosessualità e infine si dimise dalle SS nel 1939 ma morì suicida (o ucciso) nello stesso anno. Darré, allontanato dal governo e dall’Ahnenerbe, per contrasti con Goering e Himmler, trascorse gli anni della guerra appartato in un casolare di caccia nella Schorfheide. Nel 1945 fu arrestato, accusato della confisca di proprietà di contadini polacchi ed ebrei e di aver negato l’alimentazione di base agli ebrei tedeschi, riducendo con ciò dei civili alla fame: fu condannato a cinque anni di reclusione, che scontò completamente; trascorse gli ultimi anni di vita a Bad Harzburg e morì nel 1953 a Monaco di Baviera. Quello che è più sorprendente è che Wirth, allontanato dai vertici dell’Ahnenerbe da Himmler quando questa fu incorporata nelle SS, tornò a fare il professore di storia nell’Università di Monaco e mantenne l’incarico anche dopo la fine della guerra, finché andò in pensione e si ritirò in Olanda dove morì, senza che nessuno lo abbia mai accusato per il suo ruolo nel nazismo né allontanato dalla comunità accademica per le sue folli tesi sulle rune, che interpretava come la più antica scrittura, inventata dagli “ariani” in epoca preistorica.
Quello però che è più sorprendente ancora è che le opere demenziali della Blavatsky, di Wiligut, di Rhan siano ancora ripubblicate e che a questi personaggi siano dedicati siti web osannanti la loro “sapienza occulta”: evidentemente, il sonno della ragione non è ancora finito.
Per saperne di più:
- Nicholas Goodrick-Clarke, Le radici occulte del nazismo, SugarCo edizioni, Milano, 1992
- Marco Zagni, Archeologi di Himmler. Ricerche, spedizioni e misteri della Deutsches Ahnenerbe, Milano, Ritter, 2004
- Margherita Saltini Il nazismo come religione esoterica, tesi di laurea, LUISS, Dipartimento di Scienze Politiche, Storia Contemporanea, 2012, http://tesi.eprints.luiss.it/8613/1/saltini-tesi-2012.pdf
Vito Francesco Polcaro, scienziato dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia spaziale (Istituto Nazionale di Astrofisica), e membro del Centro per l’astronomia e l’eredità culturale dell’Università di Ferrara
15 gennaio 2016