di Lucas Scatolini
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Il più grande studio mai condotto sull’impatto dei rifiuti farmaceutici sull’acqua rappresenta una sfida globale. Oltre al preoccupante uso di sostanze, all’irresponsabilità aziendale e alla minaccia di superbatteri resistenti agli antibiotici
Con uno sforzo senza precedenti, uno studio globale che ha coinvolto 127 autori di 86 università e istituzioni scientifiche ha messo in luce la preoccupante situazione dei fiumi inondati di medicinali. In questa analisi storica, che ha riguardato 104 paesi in tutti i continenti, i ricercatori hanno campionato le acque superficiali sulla base di 61 diversi tipi di principi attivi farmaceutici (API). Gli effetti delle sostanze presenti nell’acqua accentuano direttamente il degrado dell’ambiente, della salute umana e possono sfociare nella prossima minaccia pandemica globale: quella dei superbatteri.
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Lo studio pubblicato negli Atti della National Academy of Sciences e replicato dal sito web Truthout può servire da esempio di un nuovo paradigma nel monitoraggio ambientale per i prossimi decenni e aiutare a combattere il cambiamento climatico. Gli scienziati hanno analizzato dalle comunità indigene ai grandi centri urbani. Gli Stati Uniti sono stati il paese più studiato, con campioni raccolti in 81 siti lungo 29 fiumi in sei stati. Ad eccezione dell’Islanda e del villaggio di Yanomami in Venezuela, è stata rilevata almeno un’API in tutte le località visitate. Le concentrazioni più elevate sono state documentate a Lahore, Pakistan, La Paz, Bolivia e Addis Abeba, Etiopia.
Complessivamente, i campioni più inquinati provenivano da paesi africani e asiatici. Le API finiscono nei fiumi dopo essere state consumate da persone e bestiame ed espulse nel sistema fognario o direttamente nell’ambiente, anche se alcune possono anche fuoriuscire dalle fabbriche farmaceutiche. I contaminanti più comuni in tutti i continenti erano caffeina, nicotina, paracetamolo e cotinina. Altre 14 API, inclusi vari antidepressivi e antistaminici, sono state trovate in tutti i continenti tranne l’Antartide.
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Come se gli effetti devastanti sull’ecosistema, sulla biodiversità e sulla sopravvivenza di specie che sono fonte di cibo sicuro per migliaia di popolazioni non bastassero, sono anche una minaccia invisibile che perseguita gli operatori sanitari e gli infettivologi di tutto il mondo. Hanno avvertito dell’emergere di batteri ultra resistenti a questi farmaci. Secondo il Global Survey on Antimicrobial Resistance, pubblicato a fine gennaio da Other Health, nel 2019 più di 1,2 milioni di persone sono morte in tutto il mondo a causa di infezioni da microbi resistenti. Nello studio sull’acqua, nel 19% dei siti monitorati, la concentrazione di antibiotici supera i livelli considerati sicuri perché i batteri non sviluppino resistenza.
I fiumi con i più alti livelli di inquinamento farmaceutico sono stati trovati nei paesi a basso e medio reddito, dove non ci sono adeguati impianti di trattamento delle acque e dove si riscontrano elevate emissioni attraverso la produzione di questi prodotti. L’accesso agli impianti di trattamento delle acque reflue potrebbe migliorare significativamente la qualità dell’acqua e lo studio può indicare questi luoghi più critici in modo che, in un contesto globale come quello della generazione dei dati, si possano prendere decisioni e atteggiamenti di fronte a questa crisi.
17/02/2022