Un paese molto coeso e attento ai propri bisogni e, per certi versi, da imitare.
La piccola fortuna dell’Islanda è dovuta al geo-clima che favorisce a questo paese di segnare significativi goal al capitalismo su questioni importanti come l’arresto di malfattori banchieri che speculano sugli onesti. L’ultima, in ordine di tempo, è la notizia che trovate qui sotto, dove viene indicata la possibilità, se si ha unione d’intenti, di mettere in scacco grandi imperi finanziari che obtorto collo necessitano di siti specifici per conservare i loro giri d’affari ma, soprattutto, i dati informatici di tutti i loro possedimenti a livello mondiale.
Infatti, non molti sanno che l’Islanda è il paese dove i capitalisti si sono affidati per conservare i dati informatici mondiali dei loro affari e che è diventato elemento di forza degli abitanti di quel luogo perché se ai capitalisti venisse lo schiribizzo di far brutti scherzi, non sarebbe esclusa la possibilità di veder scomparire (cancellare), con il solo gesto del pigiare un bottone, miliardi di bit di informazioni che sono la reale “ricchezza” della borghesia per lucrare. Un vero tallone d’achille dei padroni che gli islandesi sfruttano molto bene.
MOWA
L’Islanda manda i galera i banchieri, Europa e Usa li salvano
Altri cinque banchieri, responsabili del crack del 2008 sono stati condannati in Islanda. In quelle patrie galere se ne contano ormai 26. Nei Paesi dell’austerità non potrebbe mai accadere
di Francesco Ruggeri
Questa storia non viene riferita da nessun mezzo di comunicazione generalista occidentale: in Islanda un’altra sentenza spedisce in galera altri cinque banchieri per aver contribuito direttamente al crollo dell’economia nel 2008. Ciò fa un totale di 26 banchieri dietro le sbarre nell’isola dei geyser, la maggior parte di loro dirigenti (CEO) di importanti istituzioni finanziarie, e non operatori di basso livello.
La maggior parte delle pene detentive vanno da due a cinque anni, secondo un rapporto di Islanda Magazine citato da Steve Watson per Infowar, in cui si afferma che i tre dirigenti e due Kaupthing Landsbankinn, con un investitore di primo piano, sono stati condannati. I loro crimini includono la manipolazione del mercato, appropriazione indebita e violazione del dovere fiduciario. Quella turbativa del mercato ha distrutto l’economia del paese e, ad oggi, l’Islanda continua a devolvere denaro agli usurai globali del FMI Fondo monetario internazionale e ai governi di altri paesi, che hanno mantenuto la nazione operativa.
L’articolo spiega che le sentenze sono state possibili perché invece di proteggere e premiare le istituzioni stesse responsabili della caduta e gangster che li gestiscono, il governo islandese lasciò che crollassero, e poi ha creato un organismo di controllo finanziario per il monitoraggio rigoroso delle banche.
Il presidente dell’Islanda, Olafur Ragnar Grimsson ha spiegato: “Perché le banche sono considerate la Santa Chiesa dell’economia moderna? Perché le banche private non sono come le compagnie aeree o delle telecomunicazioni che possono andare in bancarotta se gestite in modo irresponsabile? La teoria della necessità di salvare le banche è una teoria dei banchieri a loro proprio beneficio, per poi caricare di imposte e austerità la gente. I cittadini delle democrazie liberali non accetteranno questo a lungo termine”. Ha poi aggiunto Grimsson: “Non siamo stati abbastanza saggi da non seguire le ortodossie prevalenti nel mondo finanziario occidentale negli ultimi 30 anni. Abbiamo introdotto controlli valutari, lasciamo che le banche possano cedere, forniamo supporto ai poveri, e non abbiamo introdotto misure di austerità, come quelle applicate in Europa”.
Mentre l’economia è lontana da quello che era, si è però stabilizzata ed è in grado di recuperare. Nel frattempo, i governi degli Stati Uniti e dell’Europa hanno voluto salvare quasi tutti i responsabili diretti della crisi finanziaria che ha colpito l’economia mondiale. Negli Stati Uniti, il Congresso ha dato 700 miliardi di salvataggio alle banche attraverso il programma TARP2, a spese dei contribuenti.
Non un solo banchiere negli Stati Uniti è stato accusato di un reato in relazione al crollo finanziario, non vi è ancora praticamente alcuna regolamentazione delle banche che hanno registrato profitti record di quasi 160 miliardi di dollari all’anno, tutti ‘soldi’ creati dal nulla.
I “banquerousureros” rimangono protetti, a tutti i livelli, e gli effetti delle loro azioni criminali continuano a peggiorare ogni giorno. Un’altra catastrofe finanziaria sarà un dato di fatto.
25 ottobre 2015