Sembrerebbe un paradosso che gli autisti di taxi si schierino con l’organizzazione Greenpeace contro le trivelle ed, invece, non c’è contraddizione alcuna. Anzi…
Il senso civico ed il rispetto delle regole dei tassisti ha raggiunto livelli tali di consapevolezza che qualcuno dovrebbe prendere esempio. Infatti, per Giovanni Maggiolo, di Unica Filt Cgil, promotore di quest’ultima ‘rivolta‘, la campagna delle auto pubbliche contro la multinazionale Uber ha un unico filo conduttore che si concretizza nello strapotere (arrogante) di imperi economici contro i deboli.
Noi se dovessimo scegliere tra Davide e Golia tiferemmo per il primo.
MOWA
Trivelle: da Milano a Trapani tassisti impegnati per il ‘Sì’
Le auto pubbliche espongono gli striscioni gialli di Greenpeace
Si avvicina la data del 17 aprile e si moltiplicano le campagne pro e contro per il Referendum sulle trivelle. E’ la volta dei tassisti che da Milano hanno accolto l’invito di Greenpeace e, come avvenuto in passato per i referendum sull’acqua e sul nucleare, hanno messo a disposizione gratuitamente le loro auto per dire ai cittadini di votare, e votare per fermare le trivelle.
Ad animare la nuova campagna delle auto pubbliche è Giovanni Maggiolo di Unica Filt Cgil, promotore anche della ‘rivolta’ contro la multinazionale Uber, ma altri sindacati di categoria sono pronti a partecipare. Gli striscioni gialli con la scritta “Stop trivelle il 17 aprile vota sì” compare sui taxi anche di Torino e Roma. “Nessuno stupore – spiega Maggiolo – i tassisti hanno aderito ad altre campagne in passato e messo a disposizione le auto per pubblicizzare una battaglia giusta”. A Milano, spiega il sindacalista “ogni taxi fa mediamente centinaia chilometri al giorno, quindi solo 100 taxi riescono a coprire fino a 105.000 km con l’esposizione complessiva degli striscioni. Questo contribuirà a sensibilizzare i cittadini e ricordagli di andare a votare, così da raggiungere il quorum avvenuto in passato per altri referendum”… (continua)