Ignazio La Russa è stato anche questo:
Si profila il “disegno” eversivo della destra_La Stampa 22 aprile 1973
MOWA
Vedere il Ministro della Difesa Ignazio La Russa che aggredisce uno studente al grido di “Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco! Vigliacco!“, con una prepotenza, una arrogante irrefrenabile protervia, una vera aggressione che preclude e incita allo scontro fisico con argomentazioni nulle, tra grida e minacce con il rifiuto all’ascolto dell’altro e un solo spazio aperto: quello della provocazione, dell’insulto in cui l’altro idiotizato dal fiume di parole e dalla veemenza dovrebbe precipitare (Vittorio Sgarbi ha fatto scuola) beh, è uno spettacolo banale, rivoltante e da brividi.
L’agente Antonio Marino ucciso nel 1973 da una bomba a mano lanciata dai cordoni di una manifestazione dell’Msi a cui doveva partecipare anche il giovane Ignazio La Russa. Altro che “meno vigliacchi” erano degli assassini
Milano, si svolge una manifestazione (non autorizzata) del Msi. Il corteo, guidato dai dirigenti nazionali Servello e Petronio, si scontra con la polizia. Nel corso degli scontri, violentissimi, vengono lanciate alcune bombe a mano contro le forze dell’ordine, provocando la morte dell’agente di polizia Antonio Marino.
L’immagine legalitaria e di forza d’ordine dello Msi è irrimediabilmente incrinata. I dirigenti missini, nel tentativo di recuperare un’immagine rispettabile per il movimento, denunciano i presunti autori dell’attentato (riconosciuti poi colpevoli), sperando di dimostrare, in tal modo, l’estraneità del partito alle violenze. Tuttavia, ciò contribuirà ancor di più a sottolineare i legami tra estremisti violenti e Msi. I colpevoli (Murelli e Loi), infatti, appartengono al gruppo milanese La Fenice, che risulterà avere piena legittimità all’interno del Msi (fonte).