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Nato da famiglia ebrea, il miliardario Igor Kolomojskij (la cui fortuna è stata stimata da “Forbes” in sette miliardi di euro) era cittadino ucraino, israeliano e cipriota. Era il maggior azionista di Privat Bank, un istituto di credito coinvolto nel traffico illegale di armi (anche da Israele) e nel riciclaggio di capitali mafiosi.
Inoltre, era proprietario del porto di Odessa e della squadra di calcio Dnipro. I suoi interessi commerciali andavano dai prodotti petrolchimici e ferroleghe, ai viaggi aerei, alle stazioni sciistiche.
Membro del consiglio della fondazione della comunità ebraica di Dnepropetrovsk (per cinque anni anche presidente dell’Unione ebraica europea e di quella ucraina), è stato governatore della regione da marzo 2014 a marzo 2015. Proprio nel periodo in cui, in quell’area, c’erano stati la guerra civile e i successivi espropri per favorire le trivellazioni di gas.
Il 5 marzo 2021, il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, aveva annunciato l’imposizione di sanzioni contro Kolomojskij, con l’accusa di corruzione internazionale.
Igor Kolomojskij, dalle motoseghe alla strage di Odessa
Un’inchiesta di “Forbes” ha descritto così il modo in cui Kolomojskij ha fatto fortuna:
«Ha usato delle forze paramilitari della banca Privat per far valere l’acquisizione coatta di aziende, arruolando un gruppo di “teppisti, armati di mazze da baseball, spranghe di ferro, gas e pistole con proiettili di gomma e motoseghe” per prendersi con la forza un impianto siderurgico a Kremenchuk nel 2006 e ha usato “un mix di ordini del tribunale fasulli, spesso per mano di giudici o cancellieri corrotti, e di maniere forti” per sostituire amministratori nei consigli di amministrazione delle società delle quali acquistava le partecipazioni».
Da un’inchiesta della magistratura (fatta archiviare a forza dal ministro della Giustizia ucraino), è emerso che Kolomojskij è collegato, personalmente e finanziariamente, sia al leader di Pravy Sektor, Dmytro Yarosh, sia a quello di Svoboda, Oleg Tyagnibok. Secondo un’inchiesta che io stesso condussi nel 2014, Kolomojskij avrebbe finanziato le truppe d’assalto che si macchiarono del sangue di oltre trecento vittime, nella casa dei sindacati, a Odessa, il 2 maggio 2014.
Insomma, il figlio del vicepresidente degli Stati Uniti era entrato nel consiglio di amministrazione di una importantissima società di gas (senza capire nulla di energia) pochi giorni dopo che si era consumata una strage ad opera di un battaglione nazista finanziato dall’uomo proprietario della società di gas.
Strage che era stata preceduta da una riunione proprio tra l’oligarca ucraino e il vicepresidente Usa. Un caso?
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Tratto dal libro Biolab: la guerra del futuro passa attraverso l’Ucraina e l’Italia, di Franco Fracassi.
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11 Aprile 2023