E’ del tutto evidente che i dialoghi di pace attualmente in corso a L’Avana devono essere interpretati non solo come un momento specifico della lotta di classe in Colombia, ma al contempo come un riflesso della contrapposizione continentale tra le forze progressiste patriottiche latinoamericane e la rabbiosa reazione imperialista, che si è dispiegata in risposta al movimento di liberazione che negli ultimi anni è cresciuto nella maggior parte dei paesi della regione.
Il viscido Santos ha così da una parte permesso alla propria delegazione a L’Avana di firmare uno storico accordo di riforma rurale integrale con le FARC, mentre dall’altra ha ricevuto in pompa magna a Bogotá il personaggio più in vista del fascismo oligarchico venezuelano Henrique Capriles, impegnato come non mai nel tentativo di destabilizzazione interna del Venezuela, su mandato degli USA, ed in accordo con la destra fascista eversiva continentale, di cui tanto il narco ex presidente Uribe come l’oligarca Santos è degno rappresentante.
Tale atto è in aperta ostilità non solo nei confronti del Venezuela ma di tutto l’arco di paesi progressisti latinoamericani, e rischia di compromettere il decisivo accompagnamento venezuelano nel processo di pace, minando le basi sulle quali è stato costruito insieme con l’insorgenza delle FARC-EP.
Per raggiungere la pace con giustizia sociale in Colombia e contribuire alla seconda e definitiva indipendenza continentale è necessario che il Venezuela mantenga il proprio ruolo al tavolo dei dialoghi. Di fronte agli intrighi imperialisti e alla situazione di crisi diplomatica che questi hanno creato, è necessario che tutte le forze progressiste e democratiche rafforzino in ogni modo l’appoggio al processo di dialogo in corso a L’Avana e si stringano attorno alla rivoluzione bolivariana, smascherando i piani di dominio continentale a cui il governo del doppiogiochista Santos si presta.