a cura di Raffaele Simonetti
Di seguito la traduzione del Press Statement on Syria Resolution apparso il 3 settembre sul sito dell’AIPAC.
Comunicato stampa sulla Risoluzione per la Siria
L’AIPAC sollecita il Congresso a garantire al Presidente l’autorità che ha richiesto di proteggere gli interessi di sicurezza nazionale dell’America e dissuadere il regime siriano dall’usare ulteriormente armi non convenzionali. Il mondo civile non può tollerare l’uso di queste armi barbare, in particolare contro una popolazione civile innocente inclusi centinaia di bambini.
In poche parole, non bisogna dare via libera ad una barbarie su vasta scala.
Questo è un momento critico in cui l’America deve mandare anche un convincente messaggio a decidersi all’Iran e ad Hezbollah – entrambi hanno fornito diretto e ampio aiuto militare ad Assad. Il regime siriano e il suo alleato iraniano hanno ripetutamente dimostrato di non voler rispettare le norme di civiltà. E’ per questo che l’America deve agire, e per questo dobbiamo prevenire un’ulteriore proliferazione di armi non convenzionali nella regione.
Gli alleati e gli avversari dell’America stanno osservando attentamente l’esito di questo importantissimo voto. Questa decisione critica giunge nel momento in cui l’Iran è in corsa per ottenere la disponibilità del nucleare. L’insuccesso dell’approvazione questa risoluzione indebolirebbe la credibilità della nostra nazione nel prevenire l’uso e la proliferazione di armi non convenzionali e in tal modo metterebbe in grande pericolo la sicurezza e gli interessi del nostro paese e quello dei nostri alleati regionali. L’AIPAC sostiene che è indispensabile adottare la risoluzione ad usare la forza, ed ha la ferma posizione che i più pericolosi regimi del mondo non possono disporre ed usare le armi più pericolose.
Il comunicato stampa dell’AIPAC (American Israel Public Affairs Committee), che la Wikipedia definisce «un gruppo di pressione americano noto per il forte supporto allo stato di Israele», si commenta e si qualifica da sé.
Né è una novità; i forti legami tra USA e Israele sono risaputi e osservati con grande attenzione (e preoccupazione).
Vale quindi la pena di rileggere questo articolo di Linda S. Heard del 2006, nel corso dell’invasione dell’Iraq, il cui titolo – anche alla luce di questo perentorio comunicato dell’AIPAC, non privo di velate minacce – si può ben dire profetico: Ma gli Stati Uniti stanno facendo le guerre per Israele?.
L’articolo della Heard esamina la situazione dell’epoca in Medio Oriente alla luce di “un breve scritto stranamente profetico, tratto da un articolo del 1982 apparso nella rivista Kivunim, organo della Organizzazione Sionista Mondiale, firmato da Oded Yinon, un giornalista israeliano ben collegato al ministero degli Esteri di Israele”.
E il collegamento tra le spinte alla guerra che continuiamo a registrare ed il Piano Oded Yinon è stato autorevolmente ricordato da Global Research, che il 26 agosto scorso lo ha ripubblicato con un’introduzione di Michel Chossudovsky: “Greater Israel”: The Zionist Plan for the Middle East [Grande Israele”: il piano sionista per il Medio Oriente].
Un’ulteriore riprova di queste letture che cercano di individuare le linee profonde delle politiche mediorientali la si può trovare in questa recentissima notizia, del 4 settembre, riferita con un certo rilievo da un sito non sospettabile di complottismo o pregiudizi verso Israele qual’è Bloomberg.
Sotto il titolo: Adelson New Obama Ally as Jewish Groups Back Syria Strike [Adelson nuovo alleato di Obama mentre i gruppi ebraici sostengono l’attacco alla Siria] si riferisce delle posizioni di diverse organizzazioni sulla Siria iniziando dall’inaspettato sostegno ad Obama da parte del miliardario americano Sheldon Adelson (nato da genitori ebrei originari dell’Europa dell’est).
L’articolo, che più avanti riporta anche un passaggio del comunicato dell’AIPAC di cui è data la traduzione integrale, inizia infatti, così:
L’attività di lobby sulla Siria ha suscitato improbabili coalizioni, allineando il presidente Obama con Sheldon Adelson, il miliardario repubblicano che ha speso circa 70 milioni di dollari per cercare di batterlo l’anno scorso, nel fare pressione per una risposta militare all’uso di armi chimiche. …
La notizia non sembra sia stata notata nella stampa italiana: la più recente citazione trovata su Adelson (non particolarmente lusinghiera) è su La Provincia di Cremona che riporta un’ANSA del 5 giugno: Usa: miliardario casino’ inquisito per maxi-riciclaggio.