Foto © Giorgio Barbagallo
Continua la caccia del pm Lombardo ai colletti bianchi della mafia calabrese
di Giorgio Bongiovanni e Aaron Pettinari
Latitanza Matacena: tra gli indagati l’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi
Mentre a Palermo i pm che indagano sulla trattativa Stato-mafia vengono insultati e abbandonati dalle istituzioni a Reggio Calabria ci sono pm che imperterriti, stanno svolgendo importantissime inchieste non solo sui mafiosi ndranghetisti ma anche su quei colletti bianchi perfettamente inseriti nel contesto del sistema criminale.
Sembra essere ad una svolta l’indagine coordinata dal procuratore Federico Cafiero de Raho e condotta dai pubblici ministeri Giuseppe Lombardo (in foto) e Francesco Curcio, sulla latitanza dell’armatore Amedeo Matacena, ex parlamentare di Forza Italia, condannato in via definitiva dalla Cassazione (deve scontare tre anni di carcere, ndr) per i suoi rapporti con la cosca Rosmini.
Con l’accusa di favoreggiamento personale aggravato dall’articolo sette (aggravante mafiosa, ndr) è finito al registro degli indagati l’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti, Giorgio Starace.
Gli investigatori sarebbero arrivati a lui seguendo un’ informativa trasmessa alla Dda dal colonnello della guardia di finanza Paolo Costantini, fino al marzo scorso in servizio presso i servizi segreti per conto dei quali ha diretto proprio il centro operativo di Dubai.
Interrogato dai pm il 6 giugno scorso il colonnello Costantini ha accusato Starace di aver fatto pressioni nei confronti delle autorità di Abu Dhabi e, nello stesso tempo, aver aiutato Matacena non comunicando a Roma alcune informazioni utili all’autorità giudiziaria italiana.
L’8 marzo scorso furono arrestati l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, la moglie di Matacena, Chiara Rizzo, le segretarie degli stessi Matacena e Scajola, i collaboratori dell’imprenditore reggino i quali si sarebbero adoperati nell’organizzare il trasferimento del latitante in un paese più sicuro, il Libano (lo stesso Paese in cui avrebbe voluto trascorrere la propria latitanza l’ex parlamentare di Forza Italia condannato per mafia, Marcello Dell’Utri, ndr).
Il fatto è che l’ambasciata italiana avrebbe omesso di informare i pm calabresi, al momento della trasmissione della rogatoria per ottenere l’estradizione di Matacena, che negli Emirati non sarebbe stata autorizzata l’estradizione per il reato di concorso o di associazione mafiosa ma che invece doveva essere richiesta per l’ipotesi di concorso nel riciclaggio internazionale (era ricercato anche per questo reato, ndr). Una mancata segnalazione che comportò un negativo esame della richiesta di estradizione, con il risultato che Matacena resta libero.
Secondo l’accusa “L’ambasciatore Starace ha esercitato pressioni insistenti per i modi e per i tempi, che servivano a garantire a Matacena le migliori condizioni possibili di permanenza nel Paese”.
Il nome dell’ambasciatore compariva anche in altre inchieste in Liguria sui rapporti della ’Ndrangheta con il sistema bancario ligure. In quelle indagini venivano segnalati i rapporti tra lo stesso Starace ed il faccendiere Andrea Nucera coinvolto nelle inchieste genovesi. Un ristorante che sarebbe base dello stesso Amedeo Matacena.
Proprio sulle difficoltà che hanno impedito l’estradizione di Matacena è stato audito recentemente il sostituto procuratore Lombardo alla commissione parlamentare Antimafia. Quest’ultimo, oltre a riferire a grandi linee l’indagine avrebbe registrato la “sensazione” dell’ufficio di Procura che a complicare i vari passaggi vi siano stati i problemi tra il ministero degli Affari esteri e l’ambasciata a Dubai.
Osservando le inchieste condotte a Reggio Calabria emerge più che mai l’importanza del contrasto che si sta conducendo. Da una parte quello nei confronti della ‘Ndrangheta, la criminalità in questo momento più forte al mondo sul piano economico, totalmente padrona del traffico internazionale di stupefacenti (in grado di foraggiare l’economia mafiosa per oltre cento miliardi di euro all’anno in nero su un totale di duecento miliardi provenienti anche dalle estorsioni e dagli appalti, ndr), e presente in ogni lato del Globo (dall’Italia all’Australia, passando per il Canada, il Sud America, la Russia e più Stati dell’Europa, ndr). Dall’altra le inchieste sui colletti bianchi, come quella sulle coperture per la latitanza di Matacena, che dimostra come questi, da semplici uomini corrotti, si elevino fino a diventare parte di un Sistema Criminale.
11 ottobre 2014