di Elisa Fontana *
Meloni cara, temo che le pessime notizie europee ti stiano obnubilando e, al contempo, rivelando di che pasta politica tu sia fatta, nonostante la tentata riverniciatura istituzionale sempre più mal riuscita e sempre più piena di crepe.
Come si dice? Alla lunga il naturale viene sempre fuori. E se alla prima puntata dell’inchiesta di Fanpage hai opposto il tuo usuale, sarcastico, arrogante silenzio, alla seconda hai dovuto rispondere, ma come sei abituata a fare tu, attaccando e mentendo. Mentendo perché hai detto che dentro FDI i sentimenti antisemiti sono incompatibili e dimenticando volutamente la primissima inchiesta di Fanpage, quella che mostrava i tuoi gioielli milanesi Carlo Fidanza e Chiara Valpecina in saluti fascisti, frasi antisemite e tutto il miserabile repertorio che conosciamo.
Per non parlare dell’altro gioiello di Jonghi Lavarini che, se possibile, è su posizioni ancora più radicali. Ebbene, talmente tanto non c’è posto dentro FDI per queste posizioni che oggi Valpecina siede in consiglio comunale a Milano e Fidanza è stato appena rieletto all’Europarlamento, entrambi orgogliosamente candidati dal tuo partito, quello in cui non c’è spazio per nostalgie fasciste e rigurgiti antisemiti. Se non è mentire questo non saprei che altro verbo usare.
Hai poi continuato sferrando un attacco violento alla libertà di stampa (quella degli altri, ovviamente) e sostenendo che in 75 anni di Repubblica non si era mai vista una infiltrazione dentro un partito per riprenderne segretamente le riunioni.
A parte il fatto che non è vero (e ridai con le bugie…) e che il giornalismo di inchiesta in Italia ha scritto pagine memorabili proprio grazie al lavoro sotto copertura, ma è anche vero che in 75 anni in nessun partito, tranne che nel tuo, si sono viste derive fasciste e naziste così eclatanti. Di questo può orgogliosamente portare il primato. In quale partito si è visto urlare Sigh Heil? O fare il saluto fascista? O urlare “Presente”? O rivendicare orgogliosamente di essere razzisti?
Vorrei ricordare a Giorgino Smemorino che sono tutte attività illegali passibili di conseguenze penali e non normali attività di un normale partito costituzionalmente protette. Poi, magari se ha tempo, vada a spiegare questa splendida idea di giornalismo che ha a Gad Lerner, a Fabrizio Gatti o a Woodward e Bernstein, a gente, cioè, che si è “infiltrata” per farci conoscere come il potere si comporta e quanto possa essere corrotto. Glielo spieghi lei, visto che ha anche il tesserino di giornalista, ahimé.
E in questo scivolamento poco lucido su un piano inclinato di “chiagni e fotti”, ha pure messo di mezzo il Presidente della Repubblica al quale ha chiesto, come fossero al bar, di dirci se è consentito da oggi infiltrarsi in un partito politico e accusandolo larvatamente di non essere guardiano della Costituzione, laddove protegge i partiti politici e la loro attività.
Questa è quella che vorrebbe passare per moderata, che tollera al proprio interno la peggiore feccia fascista e razzista che c’è in circolazione, che beccata per l’ennesima volta con le mani nella marmellata sa solo attaccare scompostamente il presidente della Repubblica. Aspettiamo solo che ne chieda l’impeachment, tanto questo disgraziato Paese ci ha abituato ormai a tutto e tutto digerisce.
Ma certo, forse tutto si spiega volendo vedere in questa polemica un’arma di distrazione di massa dal misera figura europea che ha fin qui racimolato, spacciandosi per mediatrice ideale fra il proprio gruppo europeo, l’ECR, egli altri gruppi che hanno la maggioranza. Salvo dieci minuti dopo ritrovarsi con un gruppo frantumato in mille pezzi che i ricordi dei litigiosi centrosinistra italiani impallidiscono al confronto.
Risultato: non si sa a nome di chi parli in Europa Meloni e la maggioranza glielo ha fatto notare senza problemi. Quindi, capiamo le difficoltà, capiamo un po’ meno l’ansia di tirare malamente per la giacchetta Mattarella, come sa benissimo chiunque sappia fare politica e non propaganda a favore del proprio partito e solo a quello, dimenticandosi troppo spesso di ricoprire un ruolo istituzionale dove dovrebbe rappresentare tutti gli italiani.
Ma è pretendere troppo, me ne rendo conto.
* Coordinatrice Commissione Politica e Questione Morale dell’Osservatorio
28 giugno 2024