di: Andrea Cinquegrani
Onnipresente. Esplosivo. Tutto e il contrario di tutto. Guevarista e fascista. Ammazzamafie e fa leggi pro mafia. Per sicurezza e ordine, ma amico di delinquenti pluricondannati. E’ il vicepremier ottimo e abbondante per tutte le occasioni, il ministro degli Interni che ci mancava dai tempi di Kossiga, il celodurista che seduce e abbandona. Il Salvini Matteo duro e non troppo puro da tempo salito sull’ascensore del successo, suggellato da percentuali quasi bulgare che lievitano come il suo pane padano.
Per molte settimane il nostro Luciano Scateni si è “scatenato” in un’imperdibile “Salvineide” che ne ha dipinto (Scateni, oltre che scrittore è giornalista, è un gran pittore) tutti i tratti più special, scatti fotografici che hanno immortalato il nostro Eroe del Viminale un po’ in tutte le pose. Potete rileggere le 17 puntate della Salvineide semplicemente cliccando nella casella “cerca”, appunto, il nome “Salvineide”. E avrete modo di tornare a ridere (e pensare) di quelle performance.
Qui adesso facciamo una rapida carrellata delle ultime esibizioni del leghista più noto in Europa, ormai proiettato, con le prossime elezioni, sulle ribalte internazionali. In attesa di una cover del Time come uomo dell’anno.
BAMBIN MATTEO VOLA A GERUSALEMME
Di uno degli ultimi miracoli salviniani, anche in vista del Natale, abbiamo fatto cenno qualche giorno fa, in occasione del suo blitz a Gerusalemme per rendere omaggio al leader e grande amico Benjamin Netanyahu. Una gita, una pre-vacanza o che? Visto che per occuparsi di rapporti con i paesi esteri abbiamo tanto di ministro, l’ex montiano e poi lettiano Enzo Moavero Milanesi. Ad abundantiam, trattandosi anche di questioni militari, c’è poi Elisabetta Trenta, in sella alla Difesa. A quanto pare, durante i cordialissimi colloqui, si è parlato anche della possibilità di realizzare un gasdotto che conduca le risorse israeliane verso il nostro Mezzogiorno: ma a questo punto sarebbero serviti, al seguito, anche i titolari dell’Economia, Giovanni Tria e quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli. Forse ha risparmiato gli ultimi due perchè al primo è letteralmente esploso il sistema nervoso dopo la manovra, mentre il secondo è fisicamente stemato dopo settimane da 20 ore di lavoro “pancia a terra”.
Per distrarsi dopo tante acrobazie ci vuole un po’ di calcio, da ultrà dell’amato Milan. Eccolo quindi scendere in campo per bacchettare (o bastonare?) l’allenatore ed ex stella rossonera Rino Gattuso, al quale (proprio come faceva Silvio Berlusconi) impartisce lezioni di tattica. Bordate di fischi corali. Abbozza appena delle scuse, ma dopo poco torna sulla scena del delitto criticando “cambi non fatti” o sbagliati nel secondo tempo di Bologna-Milan. Non c’è due senza tre e alla vigilia di Milan-Fiorentina già pronostica, disgustato della squadra e soprattutto del suo allenatore, uno squallido 0-0. Vuoi vedere che porta anche sfiga? Comunque, tra i mille guai dell’Italia e la tempestosa manovra, ha trovato il tempo anche di andare nel pallone.
Non basta perchè dà un’altra pallonata in faccia agli italiani qualche giorno dopo, immortalato dalle telecamere in allegra compagnia, sottobraccio al capo degli ultrà rossoneri. Parlano di tattica? Delle sostituzioni sbagliate? Della figuraccia in Coppa con i greci? Degli acquisti di gennaio oppure delle sanzioni Uefa in arrivo? Il mistero è fitto. Ma non sull’identità del capo ultrà: non un tifoso qualunque, un operaio o un tabaccaio, piuttosto un pluricondannato per reati che al ministro degli Interni dovrebbero suonare un po’ gravi, come violenza e spaccio di droga. Ma chissenefrega. Abbiamo la legge sulla legittima difesa in fase di approvazione, e poi questi delinquenti vanno pur rieducati. E chi meglio del capo del Viminale in persona può farlo? Anche stavolta un esempio ottimo e abbondante per tutti i concittadini.
UNA DIVISA PER TUTTE LE STAGIONI
E proprio per dare il buon esempio, nel corso delle ultime manifestazioni pubbliche, quindi anche in veste istituzionale, ormai dismesse le rituali felpe, il nostro Eroe ha indossato una divisa da poliziotto, per ringraziare quel corpo di tutto il lavoro che fa a difesa dei cittadini. Risultano un po’ incazzati carabinieri e finanzieri, ai quali pare che gli uffici del Viminale abbiamo promesso per le prossime comparsate una divisa dei loro corpi. A questo punto come metterla con i sempre coraggiosi Vigili del Fuoco che salvano vite ogni giorno, con quelli della Forestale che tutelano le biodiversità, con i piloti dell’aeronautica che ci fanno volare sicuri? Mumble mumble, i cervelli del Viminale sono fumanti…
Per restare in tema di ordine pubblico, eccone un’altra. Tre anni fa a Viareggio, alla fine di un comizio elettorale, il Prode venne inseguito da alcuni ragazzacci che lanciarono alcuni sassi sulla sua vettura e inveirono contro di lui. Ovvio il processo, il cui esito si è saputo qualche settimana fa. I giovanotti sono stati assolti dal giudice Gerardo Boragine del tribunale di Lucca. Apriti cielo. In tempo come di consueto “reale” Salvini posta: “aggredire e lanciare sassi contro qualcuno non è reato. Io tiro dritto”. A questo punto è cominciato, sui social, un diluvio di offese, insulti, minacce all’indirizzo del giudice, colpevole di aver emesso la fatal sentenza. Tale la massa di messaggi di tenore virulento inviati subito al giudice, che si è dovuto riunire d’urgenza il comitato per l’ordine e la sicurezza di Lucca, il quale ha subito diposto una scorta per Boragine perchè “fatto oggetto di pesanti insulti e gravi minacce”.
Avete mai sentito, in qualche Paese estero, di un ministro, per di più degli Interni, che aizza le folle contro qualcuno, per di più un giudice? E lo Stato, cioè noi cittadini, siamo costretti a pagare la scorta. Ai confini della realtà.
QUANDO I TWEET DIVENTANO UN CLAMOROSO AUTOGOL
Non è certo finita, perchè le performance di Nembo-Salvini sono ben dure dal volgere al termine. Se il precedente episodio è gravissimo, questo lo supera di gran lunga e dà tutto lo spessore ministeriale del Nume che sta a tutela della nostra sicurezza.
La smania compulsiva di tweet – che ha ormai contagiato tutti gli inquilini del Palazzo, da Renzi in poi – lo induce, una bella mattina, ad annunciare in modo trionfalistico un’operazione anti terrorismo organizzata dalla procura di Torino, con tanto di arresti. Salvini si cuce subito una medaglia sul petto. Peccato che alcuni tra i presunti terroristi, sentita la notizia, abbiamo avuto modo di svignarsela in tempo.
A denunciare il clamoroso autogol è Armando Spataro, procuratore capo a Torino, il quale osa segnalare la gravità della comunicazione anticipata del ministro ad operazione in corso, facendola fallire per metà. E’ seguito un tweet al veleno rivolto a Spataro, invitandolo ad andare in pensione al più presto. Di nuovo: fosse capitata in Germania o perfino in Francia una roba del genere, il ministro ora si troverebbe a mungere le capre in qualche campagna sperduta. E da noi? Sale nei sondaggi.
“Stiamo sconfiggendo le mafie”, gonfia il petto l’Eroe padano in via di globalizzazione (oltre che di santificazione). Intanto con casco & ruspa demolisce le ville dei Casamonica. Cosa di meglio per i palati degli italiani? Passata qualche settimana, però, mette nel cassetto la lotta alla criminalità organizzata e firma la norma che alza a 200 milioni di euro il livello degli appalti che le amministrazioni pubbliche potranno assegnare senza gare, senza alcun controllo, senza uno straccio di legalità. La via più facile per le mafie di gonfiare i loro profitti, il 70 per cento circa di tutti i lavori di casa nostra. Riusciranno mai in corner (cioè prima di Capodanno) i 5 Stelle a far tornare in senno l’alleato e cancellare quella legge pro mafie? Staremo a vedere.
Non può mancare, prima di Natale, un salto a Firenze, soprattutto per verificare lo stato dei lavori sul fronte del nodo Tav, una delle patate bollenti per quanto concerne le infrastrutture. Impatto ambientale devastante, costi lievitati a dismisura, massiccia infiltrazione del clan dei Casalesi per il movimento terra (che ha portato a seppellire enormi quantità di rifiuti tossici), di tutto e di più, con un’inchiesta della magistratura gigliata aperta cinque anni fa e a quanto pare destinata su un binario morto. Un’occhiata anche alla appena funzionante Linea 3 del tram veloce e alla Linea 2 per la quale si attende il collaudo (lavori sui quali ha scritto pochi giorni fa la Voce nell’inchiesta che ha nella sua cover il sindaco Dario Nardella).
Sorge spontanea la domanda: ma cosa mai ci è andato a fare a Firenze, Super Salvini, visto che dopo tutto esiste un ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, il sempre pancia a terra Toninelli? L’ennesima invasione di campo o che?
E ora ricordatevi, per le festività natalizie, la “Salvineide” di Luciano Scateni!
21 dicembre 2018