É temporaneamente a casa l’avvocata Nasrin Sotoudeh. Ad annunciarlo suo marito Reza Khandan da sempre accanto a lei nelle battaglie per i diritti umani. Reza ha postato sulle sue pagine social nella sera di sabato 7 novembre un video ed alcune foto che ritraggono Nasrin sorridente appena uscita dal carcere con dei fiori tra le mani mentre abbraccia il loro figlio maschio Nima. Nelle foto anche Mehraveh sua figlia.
Successivamente é la stessa Nasrin a scrivere da casa un messaggio sulla sua pagina facebook rivolto a tutti coloro che si stanno impegnando per il rilascio dei tanti prigionieri politici ancora nelle carceri iraniane:
“Cari amici e attivisti per i diritti umani,
Con il vostro amore e cura, sono tornata a casa in congedo medico per seguire le mie cure. Ogni giorno che passo fuori di prigione aspetto di sentire la notizia del rilascio di tutti i prigionieri politici.
Vorrei esprimere la mia gratitudine a tutte le organizzazioni nazionali e internazionali in Iran e all’estero, alle associazioni nei vari Paesi, alle organizzazioni per i diritti umani e a diversi individui come artisti, scrittori, politici, attivisti per i diritti civili, difensori dei diritti umani, notizie i punti vendita e i miei cari colleghi di tutto il mondo. È grazie al vostro affetto e sostegno che i prigionieri politici possono sopportare la prigione.
Sperando nel rilascio di tutti i prigionieri politici. Nasrin Sotoudeh”
Nasrin Sotoudeh insignita del premio Sacharov dal Parlamento Europeo nel 2012, venne arrestata nel 2018 e condannata nel 2019 ad un totale di 38 anni e mezzo di prigione e 148 frustate per il suo pacifico lavoro in favore dei diritti umani, inclusa la difesa delle donne che protestano contro l’obbligo di indossare il velo islamico in Iran. Dei 38 anni di carcere ne dovrá scontare almeno12.
Ora é stata rilasciata perché le sue condizioni di salute si sono aggravate dopo lo sciopero della fame che l’ha debilitata. Nasrin era entrata in sciopero della fame dallo scorso 11 agosto per protesta contro il mancato rilascio dei prigionieri politici, che si trovano nelle carceri iraniane senza alcuna protezione al Covid19.
Durante il mese di Agosto dopo quasi 50 giorni di scioperp le sue condizioni di salute a causa del rapido deterioramento si erano aggravate ed era stata portata nella clinica della prigione.
Suo marito Reza Khandan contattato per Articolo 21 ci aveva esternato le sue forti preoccupazioni sulle condizioni di sua moglie. “Nasrin é molto debole – ci aveva detto – e la sua salute sta peggiorando ogni giorno”. Verso la fine di settembre Nasrin ha deciso di porre fine allo sciopero della fame proprio a causa del peggioramento delle sue condizioni cardiache che richiedono ora un trattamento specializzato.
Ad ottobre era stata trasferita dalla prigione di Evin a quella di Qarchak, più di 30 km a sud della capitale, mentre Reza continuava a pretendere un adeguato ricovero ospedaliero viste le condizioni di salute.
Ieri 7 novembre, inaspettatamente é stata rilasciata. Dicono in modo ‘provvisorio’ il tempo necessario per le cure. Ma ci auguriamo quel provvisoriamente possa presto diventare ‘definitivo’.
L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet in una nota del sei ottobre scorso aveva espresso profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione dei difensori dei diritti umani, degli avvocati e dei prigionieri politici detenuti nelle carceri iraniane e ha invitato le autorità a rilasciarli nel contesto della pandemia COVID-19.
“Secondo il diritto internazionale dei diritti umani, gli Stati sono responsabili del benessere, nonché della salute fisica e mentale, di tutti coloro che sono loro affidati, compresi tutti coloro che sono privati della loro libertà”, aveva detto la Bachelet.
“Le persone detenute esclusivamente per le loro opinioni politiche o altre forme di attivismo a sostegno dei diritti umani non dovrebbero essere affatto incarcerate, e tali prigionieri, certamente, non dovrebbero essere trattati più duramente o messi a rischio maggiore”.
“Sono disturbata nel vedere come le misure progettate per mitigare la diffusione del COVID-19 siano state utilizzate in modo discriminatorio nei confronti di questo specifico gruppo di prigionieri”, aveva aggiunto.
“Sono molto preoccupata che la vita di Nasrin Sotoudeh sia a rischio. Ancora una volta, esorto le autorità a rilasciarla immediatamente e a concederle la possibilità di riprendersi a casa prima di sottoporsi alle cure mediche di sua scelta. Nel corso degli anni, è stata una sostenitrice tenace e coraggiosa dei diritti dei suoi concittadini iraniani, ed è tempo che il governo cessi di violare i propri diritti a causa degli sforzi che ha compiuto a favore degli altri “.
Con un mese di distanza l’appello di Michelle Bachelet é stato ascoltato dalla Magistratura iraniana che ora ci auguriamo possa concedere a Nasrin la libertá in via definitiva. Ci auguriamo altresí che i prigionieri politici difensori dei principi di libertá vengano tutti quanto prima rilasciati.
8 Novembre 2020