di Vincenzo Brandi (Rete NO WAR)
Circa una settimana fa l’esercito israeliano ha bombardato, senza aver subito alcun attacco o provocazione, un convoglio militare all’interno della Siria, nella zona delle alture del Golan ancora sotto il controllo dell’esercito siriano. Sono stati uccisi sei combattenti libanesi del movimento di resistenza Hezbollah, che sostiene il governo di Damasco, e vari consiglieri militari iraniani. Tra gli uccisi anche il figlio di uno dei più famosi comandanti di Hezbollah, già assassinato in un attentato qualche anno fa da agenti israeliani del Mossad, ed un generale iraniano. I nostri ineffabili giornalisti e le nostre TV hanno minimizzato, considerando evidentemente naturale che Israele bombardi impunemente un paese sovrano che non lo ha attaccato e ammazzi cittadini di altri due paesi senza alcuna provocazione.
Già dall’inizio del conflitto che insanguina la Siria da tre anni Israele interviene pesantemente bombardando postazioni dell’esercito nazionale della Siria impegnato contro le bande jihadiste, che tentano di destabilizzare il paese, e quelle del suo alleato libanese di Hezbollah. I Libanesi di ogni tendenza sanno perfettamente che un’eventuale caduta del governo di Bashar Assad in Siria farebbe diventare automaticamente il Libano il prossimo obiettivo delle bande terroriste finanziate da Arabia Saudita, Qatar, Turchia, Stati Uniti e altri paesi della Nato, che già hanno attaccato a più riprese anche il territorio libanese.
Esiste un importante rapporto dell’ONU, stilato sulla base delle testimonianze dirette dei militari dell’ONU che presidiano il confine tra la parte del Golan occupata da Israele con la guerra del 1967 (e mai restituita alla Siria in violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’ONU) e la parte rimasta sotto la sovranità siriana. In questo rapporto, passato sotto silenzio dalla stampa occidentale e dalle grandi TV del Qatar e dell’Arabia (Al Jazeera e Al Arabya), si denuncia l’evidente alleanza che si è stabilita tra i terroristi di Al Nusra e altre formazioni jihadiste e lo stato d’Israele.
Mentre Israele continua a bombardare la Siria, nemmeno un colpo è stato sparato tra soldati Israeliani e terroristi di Al Nusra, che pure controllano 80 Km del confine del Golan tra Siria e Israele. Anzi il rapporto ONU testimonia degli ottimi rapporti tra i terroristi e l’esercito israeliano che li rifornisce attraverso il confine e addirittura cura i loro feriti in ospedali israeliani.
Due giorni fa i combattenti di Hezbollah hanno risposto alla provocazione attaccando una pattuglia israeliana nella zona delle “Fattorie di Sheba”, un’area strategica del Libano, posta all’incrocio dei confini di Libano, Siria e Israele, ancora illegalmente occupata da Israele. Gli Israeliani hanno risposto bombardando alcuni villaggi libanesi indifesi e colpendo anche una postazione dei soldati spagnoli dell’ONU che sorvegliano il confine, uccidendo un sottufficiale. Il governo spagnolo pretende un’inchiesta approfondita.
E’ stato un “incidente”? I nostri giornalisti “embedded” avvalorano questa tesi, e inoltre tacciono sui chiari pericoli di un grave allargamento di tutti i conflitti del Vicino Oriente determinati dall’iniziale provocazione israeliana, confondono aggressori ed aggrediti e nascondono le responsabilità d’Israele.
Ma noi sappiamo che l’esercito israeliano è sempre molto preciso nei suoi tiri. Quando ha voluto colpire una scuola, un ospedale, un palazzo di abitazioni in Libano o a Gaza, lo ha fatto sempre con grande precisione, come durante le operazioni “Cast Iron” e “Protective Edge” a Gaza o nelle guerre di invasione del 1982 e del 2006 in Libano, costate decine di migliaia di morti civili.
Sarà un caso, ma qualche settimana fa il Parlamento spagnolo aveva votato all’unanimità a favore del riconoscimento del (per ora ancora virtuale) Stato Palestinese. Netanyahu lancia un messaggio mafioso? Non sarebbe certamente l’unico.
Infatti, rivolto ai Libanesi, Netanyahu ha anche tuonato minacciosamente: “ricordatevi di Gaza!”, cioè: “Se reagite vi ammazziamo a migliaia senza pietà come abbiamo fatto coi Palestinesi a Gaza”.
La politica israeliana è ormai al livello di puro banditismo terroristico. Solo i nostri giornalisti non se ne accorgono. Non se ne accorgono nemmeno quei cittadini Francesi Ebrei, che, sedotti da Netanyahu dopo il misterioso attentato a Charlie Hebdo eseguito da attentatori mascherati irriconoscibili ( ma che lasciano opportunamente carte d’identità che permettono di individuare ed uccidere subito i presunti attentatori), vogliono raggiungere la “patria” israeliana.
Qui ci fermiamo ché l’inevitabile infamante accusa di “antisemitismo”, che impedisce qualsiasi confronto razionale sui dati di fatto, è già pronta dietro l’angolo.
30 gennaio 2015